giovedì 26 maggio 2016

Tutti i figli di Dio danzano, di Haruki Murakami

Nessuno si trova per caso. Murakami in questi sei racconti ci parla di incontri fatali che possono cambiare la vita, che offrono una via di fuga. "Il nostro cuore non è fatto di pietra. La pietra a un certo punto può andare in frantumi, sbriciolarsi, perdere ogni forma. Ma il cuore non può andare in frantumi. E questa cosa senza forma che ci portiamo dentro, buona o cattiva che sia, possiamo trasmetterla gli uni agli altri senza limiti."


L'amicizia ha un forte potere cicatrizzante, la passione se vissuta in modo vero, le menomazioni del corpo, la fine di un amore. Sullo sfondo il terremoto e l'uomo, la forza della natura contrapposta alla fragilità umana. Il cataclisma divide ma allo stesso tempo l'arte del sopravvivere unisce; la reazione al dramma collettivo pone l'uomo al centro, i terremoti e l'impotenza umana dicotomia perenne. Dietro la simbologia dei terremoti c'è una possibilità, quella di radere tutto al suolo e la conseguente esperienza di ricostruire, che è tesoro di vita. Il terremoto di cui l'uomo non ha colpe, alla fine ha come soluzione l'uomo stesso, con la sua capacità di rimettersi in gioco, di ricostruirsi, la trasformazione come riscatto di vita, la libertà mentale per alleggerirci dalla zavorra umana fino a danzare sulla stessa terra. Elementi naturali: una bolla d'aria sinonimo di vuoto personale, un falò sulla spiaggia che sottolinea il calore del fuoco e una simbologia di libertà, una visione catartica della speranza, punti di fuga dal dolore e la ricerca di un dio, la proiezione di noi stessi nelle cose e negli altri. "La forma del fuoco è libera. E siccome è libera chi la guarda può vederci qualunque cosa. Se lei guardando il fuoco prova una sensazione di pace, è perché la sensazione di pace che ha dentro ci si riflette". Personaggi strani che introducono tematiche importanti: la ricerca del padre, individuato in un uomo a cui manca il lobo di un orecchio, un autista thailandese, un ranocchio gigante che ha voce e parole, e un orsetto a cui piace il miele; il tutto in un testo difficile. Murakami conclude - "Voglio scrivere racconti diversi da quelli che ho scritto finora. Racconti come quello di qualcuno che attende impaziente la fine della notte, il rischiararsi del cielo, per stringere forte nella luce le persone che ama, storie di questo tipo. Ma almeno per il momento devo restare qui..." E poi aggiunge dicendo che non metterà mai nessuno dentro la bolla del vuoto, nel baratro della solitudine, mai! "Neanche se il cielo dovesse cadere, neanche se la terra dovesse spaccarsi con un boato".

Nina Tarantino