venerdì 29 gennaio 2016

In Iran l'impiccagione c'è

I soliti abbagli.
La storia delle statue nude ci ha distratti dal fatto che in Iran si impicca.
Grandiosa dimostrazione di quoziente intellettivo viene dal gruppo delle Femen che, a Parigi, si sono mostrate appese alla corda.

Basta con le ipocrisie da diplomazia, le cose vanno dette. Ma gli interessi economici, le partnership, la prospettiva di apertura di nuovi mercati vanno ben oltre le modalità con cui uno Stato svolge la sua funzione giurisdizionale. 
Meglio le Femen.

Giorgio D'Amato

(altre info qui )

VELO…. DICO IO (in occasione del visita del Presidente Iraniano)



Ormai s’è capito, è lo sport del secolo e noi ci andremo alle Olimpiadi.
Tagliare le teste è diventato un diritto sovrano.
Ogni giorno almeno UNA deve cadere.
Oggi sotto i riflettori abbiamo il cerimoniale capitolino.
Miiiii e che fu? Certo non ve lo hanno detto, ma anche una “gentilezza” attualmente viene scambiata per sottomissione.
E qui baruffe culturali e servizi su servizi per mettere il capro - al momento in cui scrivo  ancora anonimo - sotto l’ascia del boia.
Piano, piano! Non vi scaldate tanto, adesso vi spiego.
Prima, però fatemi raccontare una storia.
Trent’anni addietro lavoravo presso un’azienda e su una parete del mio ufficio c’era un bellissimo poster raffigurante una ragazza nuda. Per carità nulla di osceno, ma di certo non era nemmeno La maja desnuda del Goya. Era, come ho già detto un tipico poster, punto. Per me poco male non mi disturbava affatto.
Un bel dì, dovendo selezionare un paio di ragazze per una nuova assunzione, chiedo a uno dei nostri operai di rimuovere il quadro per il giorno del colloquio. Tra il sorrisetto ironico del mio titolare e quello dell’operaio incaricato spiego che, presentandosi delle sconosciute, non voglio si facciano un’idea sbagliata circa il lavoro e la gente che lo offre.
Tutto andò benissimo, assumemmo una ragazza e il quadro tornò al suo posto.
Ora, io credo che se aspetto un ospite che forse è allergico al gatto, nel dubbio, posso chiudere il mio gatto in una stanza per due ore. Non faccio male al gatto e nemmeno al mio ospite e chiamo questa cosa gentilezza, anzi addirittura rispetto. Certo dovessi scegliere tra l’ospite e il gatto per il resto della vita la cosa sarebbe diversa.
Premettendo il fatto che l’ospite in questione per - e qui vi dico cosa è successo - non è venuto per ammirare la nostra magnifica Arte, ma solo per parlare d’affari e situazione politica, chi ha messo il "velo" per due ore alle statue capitoline mi sembra abbia pensato la stessa cosa che ho pensato io.
Ok, direte: il classico pensiero di una mediocre  (ex)segretaria!
Ecco il punto, la cultura non si sottomette, però, lasciatemelo dire, un poco vastasa c’è, nel senso che è inospitale. Magari io penso che anche questa è una forma di accoglienza (miii sono fatta proprio male, penso le cose al contrario.)
Comunque – e qui vi lascio - se il nostro capo di Stato va da loro e poi gli fanno mangiare solo quelle schifezze che mangiano come la mettiamo?
Mi auguro che il boia, per questa volta, rimanga lì a rigirarsi i pollici.

Adelaide J. Pellitteri


martedì 26 gennaio 2016

La settimana bianca, E. Carrère




Davvero gli adulti ricordano com’erano da bambini? La memoria cresce insieme a noi, deforma, minimizza o amplifica le sensazioni che vivevamo a nove anni. Grazie a Nicolas torniamo a vedere la realtà esattamente con gli occhi di quando eravamo piccoli, il mondo si muove secondo una logica diversa, dinamiche apparentemente semplici fanno scaturire ansie e batticuore o, al contrario, fatti morbosi vengono riportati su un livello di comprensione autoreferenziale. Il senso di colpa di un bambino, dovuto alla sua visione egocentrica del mondo – che ha motivo di esistere in relazione solo e soltanto al suo sentire -. La vita edulcorata dalla fantasia di un novenne normale, sebbene abbia tutte le ragioni di sentirsi diverso dagli altri (coetanei e non), è sempre meno orribile di quanto non sia secondo la verità adulta e Carrère riesce a condensare questi concetti duri in un romanzo breve, a dimostrazione del fatto che la grandiosità di un’opera non si misura in numeri sfarzosi e che troppe parole servono solo a soddisfare bisogni effimeri. Niente didascalismi, dunque, rimandi secchi che fanno l’occhiolino al lettore, dal quale si pretende sveltezza d’intelletto e al quale si offre, in cambio, la libertà di chiudere il cerchio.


In seguito Nicolas cercò a lungo, ancora oggi, di ricordarsi le ultime parole che gli aveva rivolto suo padre. L’aveva salutato sulla porta dello chalet, gli aveva nuovamente raccomandato di fare attenzione, ma Nicolas era così imbarazzato dalla sua presenza, così ansioso di vederlo andar via che non era stato a sentire. Non gli perdonava di essere lì, di attirare sguardi che immaginava ironici, e si era sottratto al suo bacio chinando la testa. Nell’intimità familiare non l’avrebbe passata liscia, ma sapeva che così, davanti a tutti, non avrebbe osato rimproverarlo. 

Serena Giattina

lunedì 25 gennaio 2016

JE SUIS AMATO






Ecco, Amato hai detto che la violenza sulle donne viene da antiche tradizioni siciliane e dei loro fratelli musulmani. U sannu tutti  ca il signore non vuole che gli uomini diano  botte alle donne, e io ti dico che u Signuri un voli ca tu spari minchiate.

mercoledì 20 gennaio 2016

IL PETALO CREMISI E IL BIANCO


"Attento. Tieni la testa a posto: ti servirà. La città in cui ti conduco è vasta e intricata, e tu non ci sei mai stato prima. Puoi immaginare, da altre storie che hai letto, di conoscerla bene, ma quelle storie ti hanno illuso, accogliendoti come un amico, trattandoti come se fossi uno del posto".

La sicilianità di Giulia Bongiorno



Una posizione netta? Non conosco che un significato per questo aggettivo: guadagno netto. Come dice? Netto ossia pulito? I panni sporchi si lavano nna famigghia Ops scusate reminiscenze storiche. E cosa pretendevate, che la defecassi io la Panella? Ma quando mai, non è previsto da alcun articolo di legge o qualsivoglia codice. E poi si sa, è notorio che io sia dalla parte delle donne. Quando mi chiamano io corro, anzi soccorro. Silvana mi telefonò e io accorsi e ricorsi. Mi precipitai, anche se le raccomandai (ah questo verbo in Sicilia non si usa?) Insomma ci dissi: Silvanu' il telefono lascialo stare che ti sta rovinando la vita, poi qualcuno ci crede a tutte 'ste cazzate! Amanda, anche lei mi chiamò e io mi presi cura in modo Sollecito. Io sono così brava perché ho avuto il migliore maestro, un grande Mentore, l'ultimo immortale. Ah è morto? Certo qualche passo falso può capitare a chiunque, ma la mia amica Michella mi ha messo sulla retta via. Rifatti una verginità mediatica mi suggerì. Ma chi l'ha mai persa? Io sono inespugnabile. Io sicula sono. Gli uomini comunque mi amano, mi considerano una loro pari. Dura e muta, al massimo al mattino potrei dire: Bongiorno!

Adele Musso

martedì 19 gennaio 2016

Quando io e Giuliano Amato picchiavamo le donne a sangue

Che ridere con Giuliano.
Uscivamo la sera, al buio, tra le vie di Palermo oppure a Catania, a Messina. In Sicilia è una tradizione. Con un bastone. E appena scorgevamo una donna sola, le davamo una botta alla gambe.
E quella cadeva per terra.
Giuliano si ammazzava dalle risate e me lo diceva forte, dai un altro colpo, rompile i denti, scassale il naso.
Io ero contento di farlo felice, in fondo lui veniva a trovarmi per questo. Sapeva che in Sicilia noi picchiavamo le donne, che noi siamo più bravi di tutti gli altri. Al Nord non sono capaci di scannarle bene, al più qualche graffio, qualche insulto. Lì Giuliano non si diverte.
Noi no, ce le pestiamo sotto i piedi, diamo calci ai fianchi, allo stomaco, ci fermiamo solo quando cominciano a sputare sangue.
Giuliano me lo diceva sempre, dai, falle uscire il sangue dalla bocca.
E io tiravo più forte.
Poi si è dato alla politica e in Sicilia Giuliano non c'è venuto più, solo di tanto in tanto. Però, quelle poche volte che si è trovato a Palermo, mi ha telefonato, dai, organizziamo una passeggiata notturna?
E allora ricominciavamo.
Una volta mi ha portato in Pakistan, pure lì fanno in questo modo.
E' stato un gran bel viaggio. Ma in Sicilia siamo più bravi, così mi ha detto una sera mentre finivo una signora che manco aveva cinquant'anni. Che a questa avevo rifatto i connotati.
Ma sempre per lui ho picchiato, a me non me ne fregava molto, una picchiata ogni tanto sarebbe bastata.

(per leggere le dichiarazioni di Amato qui )

Giorgio D'Amato

Mattatoio n.5 - Recensione

Così va la vita.
Questa la frase che ricorre almeno due o tre volte in ogni pagina di questo romanzo formato da paragrafi brevi, dove la narrazione lascia spazio alla constatazione che il mondo è strano, che un giorno sei con degli stivali argentati e una tenda azzurra strappata alla recita di Cenerentola organizzata dai soldati inglesi - stai sfilando così tra i prigionieri americani -, un giorno con Valencia che è grassa e ricca e succhia caramelle, e ancora nudo in una bolla, con una pornostar di nome Montana Wildhack mentre tutti i trafalmadoriani (gli abitanti del pianeta di Trafalmadore) guardano come sono fatti gli umani, come si relazionano.
Il protagonista è inetto, Billy Pilgrim nulla ha da invidiare agli eroi sveviani, inetto e strampalato, assolutamente inadeguato a far la guerra, candidato ad essere uno delle prime vittime, vestito pure male, inadeguato a sopportare il freddo boia delle nevi mitteleuropee. E però sopravvive pure ai bombardamenti che rasero al suolo la città di Dresda che sino all'ultimo stava per restare integra, Billy si salva rifugiandosi in una grotta sotto il mattatoio numero cinque. E quando uscirà fuori partecipa agli scavi, nessuno da salvare, Billy e gli altri trovano solo miniere di cadaveri che è meglio dargli fuoco.
La guerra è inutile, inutile fu da parte degli Alleati distruggere Dresda, fare razzia di civili, e Kurt Vonnegut lo ribadisce, tutte le volte che - purtroppo - così va la vita.

"Ogni giorno nascono in media 324.000 bambini. Lo stesso giorno muoiono in media, di fame o per malnutrizione, 10.000 persone. Così va la vita. In più, 123.000 persone muoiono per altre cause. Così va la vita. Questo ci lascia un attivo di ben 191.000 persone al giorno. Il Population Reference Bureau prevede che prima dell'anno 2000 la popolazione totale della Terra, raddoppiandosi, arriverà a 7.000.000 di unità."
Immagino che tutti vorranno avere la loro dignità.
Credo anche io, disse O'Hare.

Giorgio D'Amato

lunedì 18 gennaio 2016

JE SUIS PANELLA


Ti siedi in tv pulito e ben vestito e cominci a incuetare i cristiani, che per farti alzare l'odiens secondo te basta insultare i masculi siciliani - ca u suli ci picchia in testa e ci fa salire i feromoni. Senti ma tu cu si? Lo capisci che minchia stai dicendo?
JE SUIS PANELLA!
Carlo, sappi che il porco è porco e non dipende da dove arriva, il porco è un animale che si adatta ai diversi ambienti, impara a mimetizzarsi, può diventare pure persona raffinata. 
Ogni quattro abitanti ci sta un porco, caro Carlo, e non ci sono più gli uomini di una volta...già mia nonna lo raccontava.

Io e Carlo le violentavamo tutte

Sì, ricordo perfettamente, eravamo in una piazza di Bagheria, forse, o di Canicattì, insomma, in una piazza siciliana. 
Eravamo io e Carlo Panella, stavamo prendendo un caffè, forse, oppure avevamo già bevuto un paio di bicchieri di vino, sì, eravamo davanti ad una taverna.
Avevamo già potato i fichidindia, forse, oppure no, quel giorno avevamo potato un po' di mafiosi della fazione opposta.
E poi passò una ragazzetta vestita di nero, che pareva Claudia Cardinale in qualche film, forse, oppure erano almeno una ventina di donne, forse. Insomma, io e Carlo abbiamo avuto questa idea, violentiamole tutte le donne di questa piazza. Quest'idea piacque tanto che altri bagheresi - o erano canicattinesi? - si vollero unire a noi, e queste femmine le violentammo tutte. Si unirono pure persone provenienti da tutte le parti della Sicilia, e queste violenze le facevamo tutti i giorni. 
Anche gli stranieri venivano da tutte le parti, quando eravamo io e Carlo Panella.
Poi Carlo Panella ha fatto altre cose, il giornalista con Ferrara, forse - forse il giornalista - e allora abbiamo smesso. Ora le donne non le violentiamo più in piazza.
Posso dire, comunque, che a Colonia non c'eravamo né io e neanche Carlo Panella.

Giorgio D'Amato

domenica 17 gennaio 2016

Pizza Connection - La notte nazionale dei licei classici, Bagheria - Carramba connection

In un'aula del liceo classico Scaduto di Bagheria.
Si sta parlando di Pizza Connection, il processo americano verso lo spaccio di droga che avveniva tramite le pizzerie. Droga che proveniva da Bagheria, anche dalle raffinerie gestite per conto di Leonardo Greco. 
Spieghiamo come avvengono i movimenti, come i soldi del traffico vengono lavati nelle banche svizzere - money laundering -, quali gli uomini che garantiscono il rientro del denaro. Michelangelo Aiello - lo trovi ovunque, nelle truffe all'Aima, nelle anticipazioni monetarie allegre fornite dalla Italtrade.
C'è una foto, raffigura quattro uomini, uno è Giorgio Muratore, un trafficante di droga.
Si alza una signora dal pubblico: me li ricordo, Giorgio.
Era un gran bell'uomo, un fimminaro. Ah, così campava? Io sapevo che era un collaboratore scientifico, che vendesse farmaci.
Io pure lo conoscevo, dice un'altra signora.
A Bagheria, alla fine, ci conosciamo tutti.


Giorgio D'Amato

venerdì 15 gennaio 2016

Arancia Connection, Pizza Connection, Cuore Nero


…nel centro di Palermo, all' "Extrabar", tra piazza Politeama e il chiosco ad angolo di via Ruggiero Settimo. C' è un "pacco" da spedire agli amici americani: sono quaranta chilogrammi di eroina purissima che due mafiosi, Leonardo Greco e Frank Castronovo, devono inviare a New York. Un problema che discutono con un esperto del ramo trasporti: Filippo Ragusa. Tutti e tre parlano davanti al bancone dell' "Extrabar" mentre li fissa un obiettivo di una cinepresa della Guardia di finanza. Dopo pochi minuti arriva un quarto mafioso: Giuseppe Ganci.

Alle 18.30 al Liceo Classico Scaduto

mercoledì 13 gennaio 2016

Cuore Nero per La notte nazionale del Liceo Classico


Venerdì 15 gennaio al Liceo Classico Scaduto (Bagheria), La notte nazionale del Liceo Classico.

Alla seconda edizione, questo evento apre le porte dei licei per mostrare la differenza della formazione liceale rispetto agli altri indirizzi.
Il tema di quest'anno il dialogo interculturale.
AAS presenta Cuore Nero, un racconto che è nato dalla interazione di alcuni studenti: Gaia e Fabiola Lo Bosco, Giorgina D'Amato, Antonio Mineo, Ivana Castronovo, Maria Citrano.

Cuore Nero ricostruisce - in chiave narrativa - la vicenda del latitante Nino Parisi.

Vi aspettiamo alle 18.30.



domenica 10 gennaio 2016

Oroscopo 2016 - Gemelli

Cari amici gemelli, che siete due, ma potete essere anche tre, quattro, cinque, o undici e di tre sessualità diverse:

AMORE: Gemello maschio, sei un tantino assai irrequieto e ti piace volare di fiore in fiore, tu sei un un poco ermafrodita nel senso che hai l'organo maschile al suo posto, mentre quello femminile ce l'hai sempre in testa; attento, perché se tua moglie ti scopre, rischi di soffrire dolori atroci, provocati dalle mazzate che ti darebbe prima di castrarti, in specialmodo se è una cancro o una scorpione!
Un consiglio: se proprio non puoi fare a meno di fare sesso con un'altra donna che non sia tua moglie, fallo con una prostituta, almeno pagando contribuirai ai guadagni di quella povera creatura tanto amata quanto bistrattata! Eventualmente, se puoi, scegli la prostituta di segno zodiacale vergine che sono le più brave!

venerdì 8 gennaio 2016

Scarti di Salvo il Rosso


Siamo tutti uguali davanti alla morte
Siamo tutti uguali davanti al cesso
Siamo tutti "io" davanti al citofono.

***

Il dado è tratto, avanti miei brodi!

***

Happy Holidays
Happy Christmas
Happy New Year
Happy Gliatelanculo

***

La Barbie è sempre stata un cattivo esempio. Non si può mettere in ginocchio.

***

Se anche tu stai guardando Panariello sulla RAI e hai visto un cinghiale vestito di bianco che canta "All I want for Christmas is you", stai tranquillo, non sei sotto effetto di allucinogeni, è Emma Marrone.

***

- Credi che dopo la morte ci sia una vita migliore?
- Dipende. Dopo la morte di chi esattamente?

***

Ho comprato un pappagallo femmina, e invece di ripetere, contesta tutto quello che dico.


Salvo il Rosso

giovedì 7 gennaio 2016

Strani impeti di passione, di William Wordsworth (traduzione di Antonio Caravella)



Strani impeti di passione ho provato,
Ed oserò dire,
Ma solo all’orecchio di colui che ama,
Ciò che una volta mi è successo.

Quando colei che amavo sembrava ogni giorno
Fresca come una rosa a Giugno,
Io mi sono diretto verso la sua dimora,
Una sera in cui la luna splendeva.

Fissavo intensamente quella luna,
Che illuminava la vasta prateria;
Affrettando l’andatura il mio cavallo si è avvicinato
A quei sentieri a me così cari.
E poi siamo arrivati al frutteto;
E, mentre salivamo su per la collina,
La luna scendeva e si avvicinava sempre di più
Alla casetta di Lucy.

Ero in uno di quei dolci sogni,
Che sono il più bel dono della Natura gentile!
E in ogni istante ho fissato
La luna che scendeva.

Il mio cavallo avanzava; sollevava
Uno zoccolo dopo l’altro, senza mai fermarsi:
Quando ad un tratto la luna luminosa
È scomparsa dietro il tetto della casa.

Quali pensieri amorevoli ed ostinati
Passeranno per la mente di colui che ama!
“Oh, pietà!” ho gridato a me stesso,

“Se Lucy dovesse essere morta!”

lunedì 4 gennaio 2016

Palazzo Cutò: monnezza fuori, monnezza dentro

Grande polemica attorno alla festa di fine anno di cui prende le difese Maia Cataldo.
Premesso che Maia merita credito, il Palazzo Cutò non è certo un luogo che, sotto il profilo culturale, abbia chissà quale nomea deteriorabile.
Fatta eccezione per la rassegna di corti animati organizzata da Rosalba Colla, a Palazzo Cutò io ultimamente c'ho visto solo purcarie.
Mostre fotografiche di basso profilo, provini per cantanti da karaoke, mostre di quadri oggettivamente fatti male (forse appartenenti ad una corrente che supera i limiti del rispetto dell'anatomia).
Insomma, Palazzo Cutò da anni è sinonimo di una provincialità che dovrebbe indignare più della monnezza che viene accumulata attorno ai suoi muri.
Quindi andiamo oltre e vergogniamoci del basso profilo culturale di una cittadina che ultimamente ha beatificato solo artisti farlocchi - per dire, non ce n'è uno che dica/esprima qualcosa di "scomodo", solo minchiate mainstream e pure fatte male.

Giorgio D'Amato

domenica 3 gennaio 2016

Frozen - Il regno di ghiaccio

Mi viene il freddo solo a guardarlo! In prima tv e poi di nuovo sullo schermo in versione karaoke. Due volte in sole ventiquattro ore. Il film altro non è che la storia della regina delle nevi, ai miei tempi si leggeva così.