martedì 19 gennaio 2016

Mattatoio n.5 - Recensione

Così va la vita.
Questa la frase che ricorre almeno due o tre volte in ogni pagina di questo romanzo formato da paragrafi brevi, dove la narrazione lascia spazio alla constatazione che il mondo è strano, che un giorno sei con degli stivali argentati e una tenda azzurra strappata alla recita di Cenerentola organizzata dai soldati inglesi - stai sfilando così tra i prigionieri americani -, un giorno con Valencia che è grassa e ricca e succhia caramelle, e ancora nudo in una bolla, con una pornostar di nome Montana Wildhack mentre tutti i trafalmadoriani (gli abitanti del pianeta di Trafalmadore) guardano come sono fatti gli umani, come si relazionano.
Il protagonista è inetto, Billy Pilgrim nulla ha da invidiare agli eroi sveviani, inetto e strampalato, assolutamente inadeguato a far la guerra, candidato ad essere uno delle prime vittime, vestito pure male, inadeguato a sopportare il freddo boia delle nevi mitteleuropee. E però sopravvive pure ai bombardamenti che rasero al suolo la città di Dresda che sino all'ultimo stava per restare integra, Billy si salva rifugiandosi in una grotta sotto il mattatoio numero cinque. E quando uscirà fuori partecipa agli scavi, nessuno da salvare, Billy e gli altri trovano solo miniere di cadaveri che è meglio dargli fuoco.
La guerra è inutile, inutile fu da parte degli Alleati distruggere Dresda, fare razzia di civili, e Kurt Vonnegut lo ribadisce, tutte le volte che - purtroppo - così va la vita.

"Ogni giorno nascono in media 324.000 bambini. Lo stesso giorno muoiono in media, di fame o per malnutrizione, 10.000 persone. Così va la vita. In più, 123.000 persone muoiono per altre cause. Così va la vita. Questo ci lascia un attivo di ben 191.000 persone al giorno. Il Population Reference Bureau prevede che prima dell'anno 2000 la popolazione totale della Terra, raddoppiandosi, arriverà a 7.000.000 di unità."
Immagino che tutti vorranno avere la loro dignità.
Credo anche io, disse O'Hare.

Giorgio D'Amato