martedì 14 luglio 2015

Il calcio spiegato a Papa Francesco



Pronto, Cari Fratelli, che la mia telefonata vi sia di conforto!
Non desiderate le palle degli altri! Non rubate le maglie degli altri, neanche quelle dei più famosi! Tengo a precisare che, la propria, Maradona me l'ha regalata di sua iniziativa (confesso che l'ho desiderata). Amate il calcio così come io amo l'Argentina e San Lorenzo e cioè come me stesso.
Ricordate che il campo è terreno fertile per seminare.
Non invadete quello degli altri con prepotenza. Conservate la fede (per chi ce l'ha): nel primo cassetto del comò va bene.
Non bestemmiate se la palla non entra, non pronunciate l'empia parola, non nominate il suo nome all'uopo e invano e in campo.

Lui vi guarda correre, pecorelle smarrite per il campo, tra una porta e l'altra. Calciate e vi sarà aperto, tirate la palla senza premeditazione e difendete la vostra area solo per legittima difesa - porgete l'altra gamba. Obbedite al vostro allenatore anche se vi ha messo in panchina, e se vi hanno dato una punizione sopportatela col sorriso. Se vi procurano un male fisico, traumi o gravi fratture, ricordate che Gesù guarisce. Alzatevi e camminate! Non toccate la palla, né con mano destra né con sinistra, prendereste un fallo! Chiedetegli una vita senza pene, così da evitare anche atti impuri a cui l'arbitro assegna un rigore. 
La rete si riempirà al momento giusto. Lui vi guarda e se un fallo vi arriverà all'improvviso accettatelo con amore. Non date falsa testimonianza davanti a un cartellino giallo o rosso. Un segno in più.
Non cercate di comprare vittoria, mantenete la speranza e se vi ritroverete in coda alla classifica di fine campionato, ricordate che gli ultimi saranno i primi!

Vi benedico tutti! Grazie.

Nina Tarantino.