Il titolo e il pensiero mi va alle
minne del nostro Gattopardo ca pulite cu un colpu di pezza e una
spolverata di zucchero a velo le abbiamo rimesse sul vassoio che
sembravano intatte.
E anche qui siamo in Sicilia, ci sono donne,
madri, nonne che potrebbero essere le mie, le vostre. Agata la
protagonista del libro potrebbe essere mia nonna, la frolla una delle
sue ricette e le sue mani, le mie. I suoi seni prosperosi che tiene e
cura, ( ci prega e se ne compiace ), un piacere che sale violento
sotto la pelle, tra i muscoli e le ossa la carne di femmina, un
marito che le accarezza senza sensualità potrebbero essere miei,
vostri e senza pudore, un disinteresse segreto da mantenere potrei
custodirlo con fiera fermezza di donna che sa che ciò che conta il
cuore non sempre diventa destino. Lì tra le minne, il cuore pulsa e
puoi ascoltarlo dal polso e in testa, che le nostre nonne lo
pensavano che il desiderio del masculo è sacrosanto, padrone; quello
femminile deve morire, soffocato da un cuscino sulla bocca o da un
colpo di bastone. Generazioni e solidarietà femminile, rapporti
consueti, sentimenti, amarezze della vita che ci strappa chi amiamo,
tumori di vita addolciti da cassatelle a forme di minne in frolla,
friabili e ripieni. "...devi affondarci le dita, quando senti
che tutta la tua forza si trasforma in una carezza, allora la pasta è
pronta...Ora la mettiamo a dormire dentro una mappina e intanto che
prepariamo la crema..." Santa Agata protegge i seni e a lei
dedicati le paste, e i racconti della nonna..."E allora , me la
conti questa storia per la prima volta?", che Agatina ascolta e
rievoca tra le pagine di questo romanzo, dove la donna vince
orgogliosa di esserlo.
Nina Tarantino