martedì 26 luglio 2016

Il cunto delle minne, di Giuseppina Torregrossa

Il titolo e il pensiero mi va alle minne del nostro Gattopardo ca pulite cu un colpu di pezza e una spolverata di zucchero a velo le abbiamo rimesse sul vassoio che sembravano intatte.

E anche qui siamo in Sicilia, ci sono donne, madri, nonne che potrebbero essere le mie, le vostre. Agata la protagonista del libro potrebbe essere mia nonna, la frolla una delle sue ricette e le sue mani, le mie. I suoi seni prosperosi che tiene e cura, ( ci prega e se ne compiace ), un piacere che sale violento sotto la pelle, tra i muscoli e le ossa la carne di femmina, un marito che le accarezza senza sensualità potrebbero essere miei, vostri e senza pudore, un disinteresse segreto da mantenere potrei custodirlo con fiera fermezza di donna che sa che ciò che conta il cuore non sempre diventa destino. Lì tra le minne, il cuore pulsa e puoi ascoltarlo dal polso e in testa, che le nostre nonne lo pensavano che il desiderio del masculo è sacrosanto, padrone; quello femminile deve morire, soffocato da un cuscino sulla bocca o da un colpo di bastone. Generazioni e solidarietà femminile, rapporti consueti, sentimenti, amarezze della vita che ci strappa chi amiamo, tumori di vita addolciti da cassatelle a forme di minne in frolla, friabili e ripieni. "...devi affondarci le dita, quando senti che tutta la tua forza si trasforma in una carezza, allora la pasta è pronta...Ora la mettiamo a dormire dentro una mappina e intanto che prepariamo la crema..." Santa Agata protegge i seni e a lei dedicati le paste, e i racconti della nonna..."E allora , me la conti questa storia per la prima volta?", che Agatina ascolta e rievoca tra le pagine di questo romanzo, dove la donna vince orgogliosa di esserlo.


Nina Tarantino