domenica 15 marzo 2015

L'arte spiegata ai non vedenti: le fimmine spugghiate di Guttuso


Guttuso vastaso, che cosa hai pittato? Con questo quatro hai fatto perdere la faccia al paese.
Che ora, quando vengono i forestieri a fare turismo a Bagheria, si immaginano di trovare le paesane spugghiate che gli fanno pigliare aria al parpaglio.
Botta di sale non ci bastavano i mostri, ora pure le fimmine spugghiate! Che uno che era inglese - ma per me era un ficarazzoto travestito - fermò a mia cugina Maria Assunta Crocifissa che è idda è casa e chiesa, neanche in putìa impinci (a quarantacinque anni è tutta intatta, sia davanti che di dietro), e questo filibustiere ci domanda tutto con l'accento straniero: listen signorina, listen, a che ora si spogghiano le women di Bagaria, sono arrivato troppo late?
Maria Assunta Croficissa se lo stava mangiando a stricasale, cornuto e babbione glielo fece fetere da tutti i lati. Che per poco intervenivano tutti i suoi fratelli e ci facevano la boccia. Lo avrebbero squartariato.
Noi, femmine di Bagheria, in questo quadro non ci riconosciamo per niente, noi abbiamo un'altra personalità. Diversa.
Intanto noi le minne così cadute non le abbiamo avute mai, le minne delle bariote sono tise, di marmo - i reggipetti ce li mettiamo per figura -credetemi, non ce fosse neanche di bisogno.
E poi questi gran culi sgummati, noi fimmine di Baaria tutto si ci può dire ma no che abbiamo il culo caduto che striscia per terra, per dire, quello delle mutande della via Mattarella, portò le mutande alla brasiliana, quelle che hanno l'elastico e sollevano il gluteo mollamoso: non ne ha venduto manco un paio, gliele ha aggirate sane sane al rappresentante. Questi sono articoli che da noi non vanno.
Ma poi, queste svergognate camminano nude casa casa, si desume che hanno le caldane, che sentono il bisogno di fare arieggiare la natura parpagliosa. Forse glielo consigliò il ginecologo.
A noi femmine di Bagheria, il ginecologo se ci vuole visitare si deve fare un'idea attraverso la gonna, la sottana e il cappotto, noi al ginecologo non abbiamo niente da fargli vedere. Se vuole, le tonsille.
E poi, se queste stanno nude, noi un pensiero lo abbiamo, non hanno quattro soldi per comprarsi la biancheria.
Noi femmine di Bagheria, e lo possiamo giurare, pure che non siamo sposate o ormai la congiuntura negativa è fatta di ragnatele e raggia, abbiamo sempre il corredo a sei a sei:
sei para di mutanne per uscire, in pizzo nero
sei para di mutanne per stare a casa, di cottonina bianca - per quei giorni
sei para di reggipetti, tre segsi e tre coprenti.
Che poi quando il pittore fa il quatro iddu pensa: chistu quatro buono per appizzarlo nella saletta vicino l'appendipanni, oppure pensa che il posto suo fosse nel salotto, o ancora ancora nella stanza di pranzo, ma un quatro di questo è solo adatto per una casa di riposo, che a li vicchiareddi ci scomparissero le cataratte all'improvviso (ma poi ci acchianasse la pressione e restassero tutti intostati).
Per tutte le cose che sono state dette, il Comitato delle femmine bagheresi con i polsi quanto un muratore, ha stabilito:
1. Questo quatro non ci rappresenta manco nella pilatura delle ascelle
2. Questo quatro è lario
3. Questo quatro distrae i nostri mariti
4. Manco i colori sono belli
5. Questo quatro l'hamu a livari. Chi lo vuole se lo può portare.

Giorgio D'Amato