Sono a Smirne, è l’ultima sera, domani si torna a casa.
Al bar dell’albergo sorseggio la mia bevanda al melograno in compagnia della guida locale. Ho accettato il suo consiglio, ho fatto aggiungere succo d’arancia e zucchero (per noi europei sarebbe troppo acidula). Sullo schermo di una TV scorrono immagini di militari, cartine geografiche, la guida scuote la testa. Le chiedo se è tutto a posto, mi fa cenno di no. 45.000 profughi sono penetrati dal confine siriano.
È il 20 settembre del 2014.
Credo di aver capito male la cifra, ma dico subito che comprendo bene il problema, noi ne sappiamo qualcosa.
Mi sorride: «Credete di avere il problema dei profughi?»
È a questo punto che realizzo la cifra. La ripeto dubbiosa:«Quarantacinquemila?»
«Sì, solo oggi, lungo trenta chilometri di confine.»
Mi dice che anche loro, come noi, hanno provato ad accoglierli. Lo Stato ha dato un sussidio aumentando le tasse. Li impiegano nei lavori in nero – e qui alza le mani come a confessare un reato – ma adesso il flusso è diventato inarrestabile e incontenibile.
Mi viene in mente che dal divano di casa, in Tv, ho seguito i servizi sulla Siria.Concretizzo di cosa stiamo parlando.
«L’ISIS!»dico.
«Sì, l’ISIS, lo Stato Islamico dell’Iraq e della Siria. Sembra un’altra brutta storia di terrorismo, invece è sempre la stessa storia, quella tra sciiti e sunniti.»
Il mio pensiero va alle torri gemelle, ad al Qaida. Le chiedo quando è cominciata.
Schiude la bocca in un sorriso amaro:«L’8 giugno del 632.»
La guardo incredula.
Poi, come fosse la storia di cappuccetto rosso, racconta: «In quella data,Maometto morì senza lasciare un successore. Questo, da subito, creò la scissione tra i suoi seguaci in sciiti e sunniti. Gli sciiti sono coloro che ritengono legittimo successore del Profeta un suo diretto discendente. I sunniti, invece, ritengono che questi sia da eleggere ad acclamazione universale tra chi possieda determinati requisiti. I primi hanno accolto il Corano ricercando la verità nel linguaggio simbolico, i secondi si attengono al significato letterale e tradizionalista (Sunna significa tradizione),sono osservatori delle più severe leggi Islamiche. Il primo Califfo, in ogni caso, fu il cugino di Maometto, Abũ Bakr.»
Fa una pausa, guarda di nuovo verso lo schermo. «Oggi la maggioranza araba è sunnita. Sunnita è anche l’ISIS. È guidata da Abu Bake al-Baghdadi che a giugno di quest’anno si è autoproclamato Califfo, ripristinando di fatto il Califfato islamico. Era l’obiettivo del suo predecessore Abu Musab al-Zarquawi»
Giugno, lo stesso mese in cui è morto il Profeta, noto.
«Al-Baghdadi aspira ad imporre la Jihad, vuole purificare il popolo arabo (punendo gli sciiti) e convertire il mondo (punendo gli infedeli). Il gruppo di Al-Zarquawi commise l’attentato del 2003. Quello nella moschea di Najaf, in Iraq, durante la preghiera del venerdì.Morirono 125 musulmani sciiti tra cui l’ayatollah Muhammad Bckr al-Hakim. L’unico che avrebbe potuto garantire una leadership moderata nel paese,durante l’occupazione americana.
Al-Zarquawi morì sotto una bomba di questi ultimi.
«La storia dei califfati non si è esaurita con quello di Istanbul?» domando.
«Sì, ma tieni conto che ne esistono di tre dinastie, il nostro è l’ultimo, quello Ottomano, in ogni caso noi siamo Turchi, non Arabi, voi fate sempre confusione a riguardo. - poi continua -L’ISIS diventa del tutto autonoma in seguito alla spaccatura con al Qaida che finisce per espellere il gruppo dalla propria organizzazione.»
Prosegue dicendomi che, sebbene quelli di al Qaida non siano certo le sorelle della carità, non approvano affatto i metodi usati dall’ISIS. Nel febbraio 2014 Ayman al- Zawahri (il medico egiziano alla guida di Al Qaida,dopo Bin Lāden) chiede ad al-Baghdadi di rimanere fuori dalla “loro” guerra, ma questi si rifiuta disubbidendo pubblicamente, da qui l’espulsione.
La guerra condotta dall’ISIS è una guerra totale. Lo dimostra il fatto che non risparmia nemmeno ribelli sunniti (moderati). È il gruppo fondamentalista più ricco di tutti i tempi. Trae le sue risorse dai bottini di guerra. In Siria ha conquistato i territori con i pozzi petroliferi e le centrali elettriche (rivende alla Siria l’energia che prima gli apparteneva). Ha creato un sistema di autotassazione, e non meno gli viene dai riscatti. Altro denaro paresi riversi nelle sue casse grazie ad arabi facoltosi sparsi per il Medio-Oriente (Quatar?). Adesso punta su Baghdad (ha buone possibilità di vittoria), colpa del malcontento degli iracheni,di maggioranza sunnita ma guidati, in modo disastroso, da uno sciita. Colpa anche dell’inconsistenza dell’esercito iracheno che si è disperso come una scolaresca,davanti l’avanzata dell’ISIS.
Finisce la frase dicendomi che tutto questo potrà fermarlo solo il mondo arabo cominciando col difendere se stesso.
La mia guida parla un buon italiano con accento francese. Indossa jeans e maglietta. Immagino sia sciita. Glielo chiedo. Mi risponde che per il Ramadan lei va in vacanza:«come fate voi a Pasqua e a Natale.»
Sorrido.È tardi e dobbiamo salutarci,ma c’è un’altra cosa che voglio sapere. Nel nostro girovagare per la Turchia sono rimasta toccata dai luoghi della cristianità. Vedere la valle delle quattrocento chiese mi ha, a dir poco, spiazzata.Dai libri di storia so che la conversione turca nel XI secolo fu di massa, superficiale, dettata da ragioni politiche, al fine di mantenere il controllo sulla via della seta. Tuttavia glielo chiedo: «Come siete diventati musulmani?»
Risponde con una smorfia delle labbra: «Riuscirono a convincerci, decapitando 80.000 Turchi. Probabilmente, oggi sareste Mussulmani anche voi, con le Crociate avete sbarrato loro la strada.»
Raggelo, la storia la sapevo diversa,e sulle crociate,giuro,non l’avevo mai pensata così.
Adelaide J Pellitteri
Fonti:
Il Post (Mondo)
Il
Sussidiario.Net (Esteri)
Sì 24.it
Il sassolino.it