Sandro
Camilleri, IL RITORNO DEL MAGGIORDOMO
pagine
233, brossura, Stordito editore, 2014.L’ultima fatica di Sandro Camilleri (cugino di primo grado del famoso Andrea, scrittore anch’egli da quando, preso da invidia cuginesca, ha cercato un editore ai propri libri gialli e noir, creando confusione tra le vespe e suscitando l’interesse dell’editore Stordito, n.d.a.). Un libro molto atteso che prolunga di qualche anno l’agonia della vittima, tale Colò Rita, ferita a morte dal maggiordomo assassino durante il romanzo omonimo, creduta in un primo momento deceduta, morta e sepolta anche se per niente pallida.
Poi
l’ispettore Montalcino riapre il caso e si accorge che tutto è stato messo
dentro alla rinfusa e sta prendendo una brutta piega. Molti capi d’imputazione
sono da rivedere, magari una rinfrescata e rimessi in ordine, tutto lascia
intuire che la vittima è di sicuro sopravvissuta all’omicidio, un fatto nuovo
che comporta lo sconvolgimento dell’intero impianto accusatorio, il maggiordomo
se ne uscirebbe pulito e l’ispettore Montalcino come al solito perplesso.
Deus
ex machina, l’autore Camilleri (però Sandro) interviene personalmente nella
storia, decide di scendere in campo e sporcarsi le mani pur di sistemare le
cose e rimettere sul binario giusto i personaggi i tempi e i fatti.
La Colò Rita, nascosta forzatamente in una location segreta, viene scovata e soppressa nella maniera che si conviene, il maggiordomo s’illude di averla scampata e commette una mossa falsa, Montalcino non vede l’ora di sbatterlo in prigione ma, come sempre succede nei romanzi di Camilleri (sempre Sandro), il numero delle pagine non gli permette di aggiustare le cose per tempo.
L’editore Stordito ha calcolato male i sedicesimi, cerca di limitare il danno stampando il testo con corpo decrescente. L’ultima riga, corpo due, non dà possibilità di capire come va a finire. Anche stavolta Camilleri (Sandro) si è superato e ci ha lasciato prostrati ad aspettare il suo prossimo libro.
La Colò Rita, nascosta forzatamente in una location segreta, viene scovata e soppressa nella maniera che si conviene, il maggiordomo s’illude di averla scampata e commette una mossa falsa, Montalcino non vede l’ora di sbatterlo in prigione ma, come sempre succede nei romanzi di Camilleri (sempre Sandro), il numero delle pagine non gli permette di aggiustare le cose per tempo.
L’editore Stordito ha calcolato male i sedicesimi, cerca di limitare il danno stampando il testo con corpo decrescente. L’ultima riga, corpo due, non dà possibilità di capire come va a finire. Anche stavolta Camilleri (Sandro) si è superato e ci ha lasciato prostrati ad aspettare il suo prossimo libro.
Raimondo
Quagliana per AAS Magazine