mercoledì 26 novembre 2014

L'arte spiegata ai non vedenti: 'u museo di Guttuso a Baarìa




Questo palazza che videte prima era museo, ora invece ci tengono li surci.
Beddi assai sono, arripusati e pasciuti, griggi cu li panzi bianchi.
Satariano esattamente dove prima c'erano li fimmini spugghiati di Guttuso, un quatro che faceva arrussicari puru li maniaci sessuali.
A chisti surci li quatri piaciunu assai.
I surci ancora si ricordano i cristiani ca ci travagghiavano. Che durante l’orario di lavoro s’aprivano le sdraio e si mettevamo insiemmula in libertà che tanto non ci veniva nessuno a disturbare, manco un turista. 
Ma in questo paese cu ci deve veniri? 
Eppure quattro belli quatri ci sono, attipo che nella sala grande c’era la spiaggia appiccicata al muro, un surciaio di corpi, fimmine buttate sulla sabbia, picciriddi che fanno capriole e masculi. Fa sentire cavuru solo a taliarlo. Dei masculi puoi contare le costole e parinu malati. Questo quatro ti mette un poco a disagio, c’è chi corre e chi si riposa, soprattutto quelli che currino. Due fimmine scappano con le braccia alzate che sembrano inseguite dai laponi, un’altra invece mette in mostra un costumino leopardato alla moda di oggi, perché Renato era uno che i posteriori li pittava boni e la sapeva lunga, lui prevedeva che dovevamo finire tutti a mare.
Pure suo patre tinceva quatri. 
Jachino lassa iri! Non ci perdere tempo, non ci perdere a vista, questa specie di cavalletto è meglio che lo vai a conservare. Terre non ce ne sono più, che cosa devi misurare? Siccaru tutti cose, limoni perduti, solo pale di fichidindia. E chiudi pure quel paracqua che hai alle spalle, che tanto in questo paese acqua non ne viene né dal cielo né dalle tubature. C’è da dire però che Jachinu è omo assai elegante e se ne fotte altamente, manco ci degna di uno sguardo, il suo baffo forse nasconde la piega amara della bocca, ma non ci dà soddisfazione, da voci di corridoio sappiamo che andrà via a bordo di uno dei carretti siciliani che anche loro qui non ci vogliono più restari.
Di queste cose che c’erano, puliziamuni ‘u musso, ma tanto non erano quatri taliabili, meglio i beddi paesaggi che vendono i marocchina pe la festa di san Giuseppi patrono, sono belli assai con la casuzza, il fiumicello, le nuvolette. 
I cristiani baarioti se li accattano e si fanno il museo a li casi.


Adele Musso/Giorgio D'Amato