L'Associazione culturale Culturalab ha organizzato una Mostra fotografica-Istallazione-degustazione, evento dal titolo In seno alla cultura, dal 22 al 24 di Novembre.
All' I.C.R.E. nell'ex fabbrica del ferro ( bene confiscato alla mafia ) in via Neruda all'entrata dell'autostrada di Bagheria, che vuol dire porte del vento. Sono dentro. Sotto le pareti bianche ghiaccio il sangue di tante vittime, alcune nomi, volti che non si conoscono. Anche bambini con l'unica colpa di avere visto ciò che non dovevano, così ci ricorda il sindaco di Bagheria Patrizio Cinque, ospite della serata. Qua sangue fatto di ferro stesso odore e sapore, quello della morte. Lo stesso colore. Vino rosso nei bicchieri. Spaghetti spezzati nel brodo. Senza lenticchie ma con tutti i vestiti. Paragone perfetto che apre la fame - non a tutti.
L'idea mi sciocca; percepisco una realtà non lontana. Agghiacciante. Mi viene da vomitare. Sono curiosa vado in giro, cerco e spero di non trovare. Dicono che qua le persone venivano sciolte nell'acido, un dado nell'acqua, caglio nel latte, zucchero nel tè.
Leggo su un cartellone che era "il campo di sterminio" di Cosa Nostra.
Non posso pensarci, non riesco a focalizzare le immagini, sconcertanti. Li portavano qua o gli davano appuntamento. Li facevano entrare da questa porta, l'ultima porta, li torturavano, li spremevano come si deve, parola più o parola meno misuravano la loro ultima frase. Distanza temporale. Il tempo che ci vuole. La fine la stessa. Chissà quanti di loro avranno pensato Meglio arrivare morto! L'ultimo punto esclamativo della loro vita. Non riesco a pensare, a immaginare. Voglio sapere. Tutti dovremmo conoscere queste realtà vere e atroci.
Essere qua stasera per dire Ci sono anch'io e siamo in tanti a dirlo. Per ricordare, non darcela a gambe e non squagliarcela. Mentre rifletto continuo a girare. In un angolo a terra la botola dove hanno ritrovato il corpo di Piddo Panno, capo mandamento di Casteldaccia. Al lato opposto i segni sul pavimento di una vasca, le pareti sdrucciolevoli potrebbero graffiare a sangue. All'interno una mostra fotografica che cattura attenzione. Il seno è simbolo materno, segno di inizio e vita. Il latte che aumenta il volume del seno e fa crescere chi si attacca a esso. Le foto sono molto belle. In tutte è presente il seno femminile, in altre la vergine Maria, la Madonna della Neve in Lacrime e Sangue di Maia Cataldo, di Culturalab e organizzatrice della serata. Un seno femminile e un libro, un seno e sei pallottole in Inesplosa di Lorenzo D'Acquisto, poeta e amico di Apertura a Strappo. Musica, una ballerina che danza, un happy hour; tutto si contrappone agli orrori passati. Lo scrittore Giorgio D'Amato e i ragazzi di AAS fanno le loro letture al buio, le loro bocche e i loro visi sono illuminati; la cultura e l'informazione sono la luce che si vede nonostante il buio. Vengono mostrate anche alcune foto di repertorio e le foto del magistrato Di Matteo sui muri di Bagheria. L'attenzione c'è e tanta gente. Segue una performance molto vera Ca lingua a strascicuni dobbiamo difendere i nostri figli, la nostra terra dalla mafia perchè la mafia è morte.
La mafia difende le balate che non si devono spostare per evitare che ne esca fuori la puzza.
Con parole e musica della canzone A finestra di Carmen Consoli si conclude la parte culturale della serata. - Affacciativi alla finestra e lassati iri i balati!
Nina Tarantino