venerdì 23 gennaio 2015

Je suis Caponata


Alla siciliana la dobbiamo fare. 
Melanzane sotto sale che ci togliamo l'amaro. Tagliate tutte della stessa forma, così le faceva mia nonna. 
Sedano, olive, capperi. Lei, la caponata la faceva cuocere in una casseruola con la salsa, lo zucchero e l'aceto. 
Scrivitelo in testa, il dado lei non ce lo metteva. 
Mi ricordo che ci metteva un cucchiaino di cacao amaro. Diceva che era un segreto, che a fare la caponata glielo aveva insegnato sua madre.
Ma il dado no, quello no, non ce lo metteva. 
Che c'entra con la caponata? 
Ci insultano. Entrano nella nostra cucina senza permesso e rivoluzionano una delle più antiche ricette della tradizione culinaria siciliana.
Il dado, se proprio non ne potete fare a meno, tenetelo nel frigorifero e conservatelo. Tiratelo fuori solo al momento giusto. 
Per noi siciliani, la nostra cucina è aperta ma sacra. Non va violata. 
E quelli della Star hanno proprio esagerato con la loro pubblicità. 
Già con il loro gran ragù ci infastidiscono da anni. 
E noi siamo stati zitti. È anche vero che noi siciliani quando parliamo facciamo sempre vucciria e le parole non le diciamo, noi urliamo. 
E io altrochè se urlerei. 
Dico io - Buttana ri to matri santissima, ma che c'entra il dado nella mia caponata! Voi e tutta la redazione della Star, quelli che scegliete spot e immagini, voi siete teste di sedano (che invece nella caponata ci sta bene!).
Ora ve la preparo io un poco di caponata giusta, come la facciamo noi in Sicilia. Che Santa Rosalia mi aiuti!  
Vengo a trovarvi in redazione, - so che più tardi ci sarà uno dei vostri Consigli di Amministrazione. Sono già in cucina, al lavoro; ne porto cinque secchi pieni fino all'orlo, così la vera caponata la tasterete tutti! Sentite che odore, l'avrete addosso. 
Senza dado. 
Ve l'ho tirata, a sorpresa. 
Je suis la Caponata. 
Se non dite che è cosa buona e giusta vi taglio le mani, a dadi uguali per tutti! Porto con me il coltello più affilato che ho, quello degli arrosti, e vi interrogo ad uno a uno, voglio proprio vedere se con un coltello puntato alla gola non me lo direte - Chi minkia ve lo ha detto di metterci il dado! Faccio una strage per salvare la mia caponata; difendo il mio diritto alla libertà di parola e urlo, urlo a gran voce che il dado non ci va! Lotto con coltello alla mano, pronta ad affettare melanzane e chiunque mi contraddica, e lo scrivo pure, per difendere il mio diritto alla libertà di stampa. E ora non credete che le parole di Francesco possano toccare il mio cuore. Io le mie ricette, me le tengo strette. Noi siciliani ci teniamo alle cose nostre. I milanesi non si sono lamentati se nel loro risotto la Star ci ha messo la salsiccia. Noi siamo pizzuti. La Stefanelli dice che noi siciliani ci abbiamo tanti problemi, io ci dico che è meglio che si sta muta, vada a mettere ammollo il baccalà, i cetrioli sott'olio. Suo marito, che è siciliano come me, lo sa come si fa.
Una bella zuppa di cachì senza dado, che non c'è bisogno di fare brodo, Masterchef lei lo ha già vinto.
Je suis la caponata! Togliamo il dado, aboliamo l'intero spot pubblicitario. Scagliamoci. 
Fuoco e fiamme! 
Vediamo se d'ora in avanti qualcuno avrà più il coraggio di cambiare le nostre ricette, di metterci la crema gialla nella cassata o la mozzarella nello sfincione.
Mia nonna sarebbe fiera di me e pure sua madre e la madre di sua madre. Ora sì che le mie antenate possono riposare in pace.

Nina Tarantino


(AAS ringrazia Daniela Camarda per aver fornito la vena ispiratrice)