lunedì 22 giugno 2015

Tornatore nell'arte di Caterina Guttuso

E’ una location inusuale quella dove si inaugura la mostra pittorica di Caterina Guttuso, pittrice bagherese, Villa Cattolica, siamo tra il museo Guttuso, cuore pulsante delle opere del maestro e la sezione dedicata al museo dell’affiche cinematografico, una sala dove trovano allocazione delle magnifiche sculture, il caso, una coincidenza felice per la quale fare un ulteriore plauso all’Assessore alla cultura Rosanna Balistreri? Si rivelerà il luogo giusto, magico.
Siamo tra pittura e cinema, l’obiettivo cercato caparbiamente dalla autrice è infallibilmente centrato. Nasce da una idea originale infatti della Guttuso, l’omaggio che ella stessa rende all’arte cinematografica di Peppuccio Tornatore, dieci quadri per altrettanti film in un excursus temporale per raccontare l’emozione, le impressioni suggerite e tramutate in pennellate nette e incisive, ma la Guttuso va oltre affidando ad Apertura a Strappo la narrazione delle suggestioni prodotte dai film e in ultimo dai suoi dipinti.  Può un dipinto contenere una storia intera? Noi vi diciamo di si, ce lo hanno detto i tantissimi visitatori presenti all’evento, inchiodati dalle immagini, dai suoni, dalle parole, molti sono rimasti in piedi, sono rimasti. Abbiamo assistito alla coniugazione perfetta di eccellenze della nostra tradizione, arte, narrazione, cibi e vini.
Da sottofondo alle letture le colonne sonore originali dei film di Ennio Morricone, intervallate dalla voce di Patrizia Schiera, bravissima interprete palermitana, accompagnata soltanto dalla chitarra di Riccardo Corale.
Chi ha creduto nel progetto (tenuto segretissimo fino all’ultimo dall’autrice) non è rimasto deluso, il Rotary, la Casa Vinicola Duca di Salaparuta, il Bar Ester. 
Un paese cambia attraverso l’arte, si rinnova, riacquista fiducia in se stesso grazie a coloro che  operano incessantemente sul territorio e poco importano le difficoltà che si incontrano, i muri di gomma, o le balate che nessuno vuol scoperchiare.
Dice Tornatore in una sua intervista…” Quello che a me sempre ha colpito è che, secondo me, l’isola, l’essere nati in un’isola ha accentuato la vena sognatrice dei siciliani. L’essere costretti ad immaginarsi che cosa ci sia dall’altra parte dell’orizzonte ha accentuato molto questa vena visionaria…” Ecco questa vena visionaria che appartiene in misura diversa a chi si esprime attraverso l’arte, noi a quella non intendiamo rinunciare.

Adele Musso