pagine 250, brossura con filtrino,
Stordito editore, 2014 (quasi 2015).
Sandro Camilleri (il cugino
più sconosciuto tra i due, n.d.a.) questa volta lo troviamo alle prese con
l’allestimento dell’albero di Natale.
L’ispettore Montalcino nel frattempo è
sulle tracce di una banda di malviventi farabutti che traffica piante di abete
spacciandole per marijuana. Dopo diversi anni di truffe continuano a cascarci sempre
i soliti quattro sprovveduti che non distinguono ancora bene la forma delle
foglie - tre di loro sono stati più volte ricoverati per problemi respiratori
dopo aver cercato di fumarsi delle canne preparate con l’erba fasulla.
Al Camilleri (Sandro, non
Andrea) piace molto l’atmosfera natalizia, adora scegliere le decorazioni
e i pupazzetti da appendere ai rami, è contento anche del fatto che quest’anno
il suo albero sia più verde e rigoglioso del solito, niente rami rinsecchiti da
nascondere con metri di fili dorati.
Montalcino nel frattempo è impegnatissimo, aveva
sperato di rilassarsi almeno sotto le festività invece è alle prese con un
traffico di alberi di Natale falsi, ma questa è un’altra banda, non quella di
prima, infatti a quanto pare alcuni delinquenti farabutti hanno capito il
meccanismo e, nel tentativo maldestro di emulare la banda di farabutti delle
prime pagine, rifilano piante di marijuana vere al posto degli abeti di Natale.
Sandro Camilleri è un tipo
distratto e solitario, sistema il suo albero con grande entusiasmo, ma spesso
dimentica di inserire la spina e la sera si rattrista perché non gli si
accendono le lucine.
Siamo arrivati quasi alla
fine, il tempo stringe, la gente si affolla sui marciapiedi, Montalcino si
affretta tra un interrogatorio e l’altro per comprare gli ultimi pensierini
natalizi.
Camilleri (però Sandro) nel
frattempo ha finito il suo albero, lo ha guardato per mezzora con orgoglio, si
è dimenticato di attaccare la spina delle lucine intermittenti, adesso è in cucina
che prepara il suo cenone solitario di Natale, una cena mesta durante la quale
chiacchiererà amabilmente con il candelabro di peltro sul tavolo.
Alla terzultima riga ecco il
deus ex machina: Camilleri (Sandro, per intenderci), nel tentativo frettoloso
di accendere l’albero mentre la cipolla soffrigge, provoca un corto circuito che
scatena un piccolo incendio nel suo salotto, l’albero di Natale va a fuoco!
Montalcino nel frattempo non sappiamo dove
si sia cacciato, è un momento complicato per tutti, sarà in giro per negozi mentre
il suo autore si affanna tra cucina e salotto, cerca di spegnere l’albero di Natale avvolto le fiamme che sprigiona un fumo denso aromatico mhm niente male.
Alla faccia dell’ispettore
Montalcino, il nostro Camilleri (si tratta comunque di Sandro, non del cugino) si
gode finalmente un Natale in allegria e ci lascia frastornati ad attendere la
sua ultima fatica d'autore.
Raimondo Quagliana per AAS
Magazine