lunedì 14 marzo 2016

Il diario intimo di Sally Mara - Recensione

Sally Mara, Joël Mara, la madre che imbastisce calze per il marito in cerca di fiammiferi, la signora Killarney. La poetica intertestuale diventa forte esplicitando il ruolo della voce narrante. I periodi vengono incastrati alla perfezione in un labirinto di contrapposizioni: Sally, diciassette anni, ritiene che la verginità possa essere applicata ai campi che non sono stati ancora arati (lei, da brava cattolica, utilizza solo il vocabolario). La percezione della vertigine si può toccare: lo stile camaleontico ma raffinato, la ripetizione di eventi quotidiani e il rifiuto per la società tradizionalista che percepisce in ogni abitazione irlandese è la diretta conseguenza di un’ibridazione tra uno scritto epistolare e un romanzo di formazione. La ricomposizione di una ingenuità velata è sempre presente all'interno del testo e dell'idealizzazione di una vita puritana che aspetta un abbandono immediato. Queneau applica al testo un mosaico fisico che tocca, arrivando al cuore del problema, la desolazione dell'uomo e la deriva materialistica del genere umano, integrando contesti familiari estranei alle sovversioni (quasi) contemporanee della sfera femminile.

"Vuole," ho continuato, "sollevarmi la gonna, abbassarmi le mutandine e farmi il culo rosso?"
"Oh! Che parola orrenda! Sally, non si vergogna? La punirò doppiamente."
E si agitava tutto paonazzo sulla sedia, ma senza saper più cosa fare.
"È così dunque? Vuole sculacciarmi?"
"È così," ha mormorato timidamente.
"Ebbene," gli ho risposto, "niente da fare."
Dapprima non ha saputo cosa replicare, poi timidamente:
"E se usassi la forza?"
"Ci provi."

Emanuele Scaduto