Ero andato con pessime intenzioni alla presentazione di Cuffaro, volevo chiedere cosa ne sapeva dei soldi - tanti - che Massinelli, il suo consulente, avrebbe fatto con la finanza creativa, quelli che servirono per comprare i manifesti con scritto "La mafia fa schifo".
Volevo chiederglielo.
Sono stato sopraffatto dalle parole dello scrittore Buttafuoco, che è rimasto colpito dal lirismo delle descrizioni di Cuffaro, il cielo che da una cella di carcere lo vedi a pezzi, e pure io ho visto un cielo a pezzi in quelle parole, e Buttafuoco lo ha paragonato a quel prete fucilato a Leningrado che pure lui citò il cielo, ma non bellissimamente come Totò, e sarei salito sul palchetto per abbracciare Buttafuoco prima e Cuffaro dopo, fregandomene del fatto che la Regione Sicilia è stata truffata per 104 milioni di euro a causa della finanza creativa di Massinelli.
Cosa sono i soldi davanti ai sentimenti veri pronunciati con parole umide?
Sull'umido di quelle parole la mia cattiveria è scivolata via, mi sono sentito colpevole di fronte allo scrittore Buttafuoco che diceva delle parole sulla Sicilia terra di... attipo boh, non me le ricordo, ma erano umide e toccanti, e io mi sono pentito di aver pensato male di Cuffaro.
Sull'umido di quelle parole la mia cattiveria è scivolata via, mi sono sentito colpevole di fronte allo scrittore Buttafuoco che diceva delle parole sulla Sicilia terra di... attipo boh, non me le ricordo, ma erano umide e toccanti, e io mi sono pentito di aver pensato male di Cuffaro.
I soldi non sono niente.
Neanche quelli pubblici.
Giorgio D'Amato