"Gli uomini hanno paura di
ciò che non capiscono"
( Joseph Merrick )
Escrescenze ovunque. Masse compatte multiformi, sovrapposizioni di immagini: un parto, elefanti che le respirano sul ventre, un vagito, due o tre barriti, Africa nera. Nascere con pezzi di carne in più, pregiudizi attaccati a zampe di pidocchi che i parassiti epidermici non assottigliano gli strati adiposi, ti succhiano il sangue e le diversità gestite con superficialità anche quello. Mostruoso per i veri mostri che lo guardano sconvolti: Elephant man lo chiamano.
Il
film (e anche il libro) narrano la storia vera di un uomo affetto dalla Sindrome di
Proteo, una malattia che sviluppa palle di carne, - immagina tuberi e
pezzi enormi dalla forma di zenzero fresco sulla testa, sul corpo;
prova a sentire raccapricciante poi accattivante deformità, ecco ti
sentirai nei suoi panni. Joseph rincorre il sogno di dormire a faccia
in su, che a guardare col naso al cielo brillano le stelle, le puoi
vedere anche cadere, esprimere il desiderio che gli esseri umani
siano tutti uguali o pronti per amare le diversità altrui,
arricchirsene; morire felice perché adesso lui è amato, nonostante
le anomale differenze. Una serata al teatro, un applauso, una stella
- O Romeo, Romeo ! perché sei tu Romeo, rinnega tuo padre e rifiuta il tuo nome... Un fenomeno da
baraccone per la gente, ( lui copre la testa e il viso con un sacco
di tela ) costretto a mostrarsi al circo. - Venghino Signori,
venghino! Puoi vederlo anche tu, pagare una manciata di soldi così
da specchiarti e trovarti bello anzi bellissimo più che mai. Se
avrai il coraggio di fissare i suoi tuberi, le tue escrescenze ti
sembreranno inesistenti, i tuoi villi intestinali corrosi dalla bile
di una esistenza inutile a mostrare sorrisi e denti bianchi. La sua
bocca storta proferirà parole chiare di semplice pronunzia ma che ti
stupiranno, il suo annuire gelerà il meccanismo del comprendonio
secondo la lunghezza d'onda della normalità ( banale classificazione
), Joseph arriva a capire nonostante l'ossigeno al cervello gli
arrivi a tratti, la sua intelligenza trova spazio tra le gallerie
tuberose di tumori e carne viva anche se di troppo. L'essere in più
travalica il resto, sconvolge e terrorizza gli altri, chi ha ben poco
da mostrare ( mandibola regolare, viso dai tratti anatomici perfetti
). Lui si adagia su se stesso tutto storto e i pomfi sotto le piante
dei piedi gli regalano una andatura irregolare che scappa davanti
agli occhi strabici di chi vede le cose come stanno - L'uomo dal
fiore in bocca ne godrebbe alla vista. Elephant man va oltre, naso in
alto al cielo, stella, afferra il suo desiderio, chiude gli occhi
felice. Respira a stento, sceglie di morire. Il viso di sua madre gli
sorride, la foto al centro del tavolino ritrae beltà sotto vetro di
un tempo passato, la cornice annerita dall'umidità, lucida la
mancanza di momenti; e mentre gira la giostra della sua vita
schizzata di dolore per la sua incurabile malattia, ne interrompe il
meccanismo e stabilisce di non aspettare la morte naturale per
liberarsi da un destino ineluttabile. La sua fine nella fine del film
e un pensiero per noi spettatori. Ascolta - "L'acqua scorre, il
vento soffia, le nuvole fuggono, il cuore batte". Niente muore.
Nina Tarantino