lunedì 30 novembre 2015
Come tu passa el fiume?
Ultima Moda: come tu passa el fiume?
Le alluviones invernale, ma anche l'attraversamiento de fiumi y de fogna, necessitan el giusto addobbamiento.
Basta con orlos de pantaloni macchiado de fango y de schifezzas varia.
Se racconta che tanta casalingas usavan cazziar en malo molo los fijos che strisciavan pantalon tutto errovinado de dietro, e ora, chi lo aggiusta? Chi lo arrinaccia? - Muy escasamiento de cojones in tutte le casas de lo pais.
Da Puerto de Tierra las ultimas moda, el pantalone arriverticatigno.
Esta moda sta espopolando. Arrivertica il tuo pantalone, e fregatene se qualcuno te dice: Està tu attraversando el fiume de la mierda?
Tu es de moda, tu es Fashion.
George D'Amado
domenica 29 novembre 2015
AAS ad Aspra
Apertura a Strappo ad Aspra.
Faremo laboratori di disegno, di scrittura creativa, leggeremo filastrocche e racconti più o meno natalizi.
Vi aspettiamo!
Faremo laboratori di disegno, di scrittura creativa, leggeremo filastrocche e racconti più o meno natalizi.
Vi aspettiamo!
venerdì 27 novembre 2015
Punto dopo punto....
Pomeriggi di lavoro, tentativi riusciti con
successo (più o meno) per la realizzazione dei regali di Natale. Sembrerà una
cosa sciocca, ma ricevere un regalo fatto a mano da chi lo regala è una
dichiarazione di affetto. Nel nostro quotidiano quello che manca è il tempo,
quindi se qualcuno spende il proprio tempo per realizzare qualcosa per te vuol
dire che per lei/lui sei una persona importante. La scelta dei tessuti è
fondamentale, seguendo la propria creatività si possono realizzare diversi
gadget, la parte più divertente accostare nastri e passamanerie. Anche
l’imbottitura ha la sua importanza perchè con l’ovatta vengono oggetti panciuti
e morbidi, con la gommapiuma si realizzano oggetti più rigidi, un elemento
accomuna il tutto il famoso PUNTO CAVALLO. E’ una particolare cucitura che
serve a delineare il perimetro degli oggetti in tessuto, si usa in sostituzione
della nastratura, i bordi così oltre ad essere definiti diventano decorativi. Il
punto viene realizzato formando dei piccoli cappi uno accanto a l’altro facendo
passare il filo da una parte all’altra, appunto a cavallo del tessuto. Fare i
punti alla stessa distanza l’uno dall’altro e di ugual misura darà a l’oggetto
una forma ben definita. Il punto cavallo si può usare anche nei contorni della
pittura su stoffa.
Caterina
Guttuso
mercoledì 25 novembre 2015
BITTANIMATO con Rosalba Colla
E' la Bagheria più bella, quella creativa e delle idee grandi, che venerdì 19 novembre guardava ad un telone posto nel mezzo di piazzetta Larderia, un po' oltre i tavoli dove gli occhi degli avventori si dividevano tra immagini animate e patatine da immergere nella salsa barbecue.
Ad organizzare Rosalba Colla, già promotrice di ANIMAPHIX, rassegna di corti di animazione che questa estate ha reso - almeno per un paio di ore - Bagheria così mitteleuropea.
Ci manca questo, un respiro che ci porti oltre gli argomenti tipicamente paesani da corso Umberto o Butera, tali a prescindere dal modo in cui vengono affrontati.
In fondo ci vuole poco per tracciare piramidi inverse - un proiettore, un telo, un tavolino, la corrente elettrica - e da Bagheria si può raggiungere l'Universo.
Tra i titoli della scaletta gestita da Rosalba:
"Submarine test January 1967" di John Mayer - diretto dall'aniamtore Virgilio Villores (qui)
"Looper" di Témé Tan - diretto dalle animatrici Eve Deroeck e Melanie Tournner (qui)
"Come mi guardi tu" dei Tre Allegri Ragazzi Morti - diretto dall animatore MIchele Bernardi ((qui)
e tanti altri, tutti disponibili su Vimeo
(Rosalba Colla, classe '78, nata a Palermo, collabora all'organizzazione del Festival internazionale di Teatro di Figura a Roma, al Milano Film Festival; segretaria di edizione per fiction e cinema. Responsabile del progetto Animaphix festival di film d'animazione, in preparazione per la seconda edizione nel 2016)
Giorgio D'Amato
martedì 24 novembre 2015
L'Orestea e Dostoevskij
L'Orestea di Eschilo è l'unica trilogia tragica pervenutaci integra. Fu allestita nel 458 a.C. e fruttò al suo autore la vittoria agli agoni tragici. Eschilo ottenne almeno altre tredici vittorie, segno dell'avvenuto riconiscimento da parte dei giudici ateniesi e del pubblico, della grandezza della sua arte.
Della sua vasta produzione, tuttavia, ci sono pervenute complete solo sette tragedie, tra le quali l'Agamennone, le Coefore e le Eumenidi, che costituiscono l'Orestea.
lunedì 23 novembre 2015
Perchè a Parigi si spara?
Perché a Parigi si spara? - è punita da un mondo islamico che grida Allah è grande, colpendola al cuore. Si è macchiata di crimini contro i paesi islamici che combattono tra di loro? Perché combattono tra di loro. E chiedono l'intervento dei potenti del mondo. In Siria si combatte una guerra civile dal 2011. Assad, il presidente siriano di religione alawita - ovvero frangia sciita - è a capo di un paese a maggioranza sunnita. Il governo di Assad è ben appoggiato anche dalla fascia sunnita, ma nel 2011 dopo le primavere arabe, anche in Siria si forma una frangia di ribelli che mirano a destituire Assad. Si forma un fronte che appoggia il governo regolare siriano formato da Hezbollad libanesi di matrice sciita, iraniani, iracheni sempre di matrice sciita. Mentre i ribelli vengono appoggiati da Arabia Saudita e Turchia, dall'America, Francia e Gran Bretagna.
Nella coalizione pro-siriani si inseriscono i curdi. Perchè vengono coinvolti nell'occupazione di città loro o vengono minacciati dal fronte dei ribelli.
La guerra procede come guerra civile. L'intervento degli USA non si sente, in primo tempo appoggia il fronte dei ribelli. Assad non è ben visto dall'America e dalla comunità NATO per le dinamiche di cui si è fatto artefice nella guerra tra Palestina e Israele. E' un nemico di Israele ed è anche un protettore di fazioni palestinesi estremiste come il movimento di Amas. E' ancora inviso all'America, tanto che ad Antalya al G20 appena finito, Obama cambia il proprio atteggiamento nei confronti della Siria e nei confronto di Putin, nel faccia a faccia dedicato al problema Siria e chiede espressamente che Assad dovrà andare via. E la risposta sembra favorevole, tranne poi mutare in un posto del mondo così mutevole, dove gli aiuti e le armi italiane fornite alla Siria o americane fornite all'Iraq le ritrovi in mano al nemico, all'ISIS.
Questo è quanto avviene all'inizio del 2013, cadono in mano all'ISIS, frangia che si stacca dal fronte dei ribelli, ove dapprima c'è Al Queda, e che addirittura la spaccatura tende a sorpassare, le armi degli iracheni, ove si espande e avanza. Acquisiscono armi americane, e un bottino di milioni di dollari saccheggiando le banche. Scompare Al Queda, prende campo ISIS. Nel programma dell'ISIS c'è la jhad, spingersi a tutto il possibile per l'istituzione del Califfato, ovvero la istituzione di uno stato che riunisca tutti i fedeli di fede musulmana, come dopo Maometto.
Le coalizioni sono alquanto fluide a questo punto, gli USA che appoggiavano ISIS (contro Assad appoggiato da Putin) bombardano la Siria di fronte al pericolo estremista e terrorista dell'ISIS. Forniscono logistica con un fronte occidentale cui fa parte anche l'Italia con fornitura di armi e addestratori ai curdi. Ma non portano la guerra, restano ai margini, perchè ha paura che le armi americane cadano in mano ad Assad.
Nel 2014 i miliziani dell'ISIS invadono dei territori nel Kurdistan iracheno città di religione cristiana e jazida e 200.000 persone fuggono. Si crea il più grande esodo.
Questa è la storia, ancora in corso. C'è una propaganda continua. C'è il sangue che scorre ancora a Parigi come a NY quando avvenne la caduta delle Torri Gemelle. A Parigi dunque la città più libera del mondo e la più civile. Ha accolto e ghettizzato forse? Ma il popolo tunisino che ha paura dell'ISIS e della schiavitù cui saranno condotte le donne, è un paese di religione islamica che ha paura dell'ISIS, e conosce il rischio dell'arruolamento, per povertà e miseria. Così anche nelle banlieu parigine si corre verso l'integralismo. O nelle banlieu di Bruxelles, la base degli attacchi terroristici di Parigi.
Ma chi finanzia l'ISIS?
Di fronte a tutto questo solo un pensiero può salvarci: abbracciarci. Come il musulmano parigino che a Place de la Republique bendato ha abbracciato, anzi ha fatto confience con i suoi concittadini, dicendo io sono un musulmano, vorrei abbracciarvi per dirvi che quanto è successo venerdì non ha niente a che fare con me, che i terroristi non hanno niente a che fare con noi, che non ucciderei mai nessuno. Ha fatto piangere i parigini e Parigi lo ha abbracciato. E lui ha abbracciato Parigi. Solo a Parigi poteva accadere. Forse stranamente, anche la ribellione dei terroristi, cittadini francesi, era quella ribellione che solo Parigi poteva produrre. Una nuova, mostruosa rivoluzione.
Gli Occidentali devono fare autocritica, per gli errori fatti, per gli errori di natura imprenditoriale in Africa, la vendita di armi, i finanziamenti di Turchia, Arabia Saudita, Quatar all'ISIS e gli ipocriti affari con i signori del Petrolio. Occorre autocritica, occorre coraggio, tanto coraggio e non cedere alla paura.
E' lo stesso olio che alimenta la mafia.
Clotilde Alizzi
venerdì 20 novembre 2015
EVERYMAN, di Philip Roth
“Perse conoscenza sentendo tutt'altro che abbattuto, tutt'altro che condannato, ancora una volta impaziente di realizzare i propri sogni, ma ciò nonostante non si svegliò più. Arresto cardiaco. Non esisteva più, era stato liberato dal peso di esistere, era entrato nel nulla senza nemmeno saperlo. Proprio come aveva temuto dal principio”.
giovedì 19 novembre 2015
mercoledì 18 novembre 2015
La culturalità nel Territorio
Gli uomini che portano avanti la culturalità nel territorio – gli Esponenti di Culturalità di secondo livello -, di Esercito e di Organizzazione non parlano se non nei termini che tutti già conoscono: le due entità presentano un’ala accettabile e una ripugnante, è facile impiantare discorsi di carattere astratto che tacciano di ripugnanza l’ala ripugnante dell'Organizzazione e di bontà infinita l'area accettabile dell'Esercito, così da creare una convergenza innegabile, condivisa, ovvia. Ma questi discorsi – impiantati se proprio non se ne può fare a meno (e comunque su sollecitazione) -, di solito vengono trascurati a favore di tematiche naturalistiche e monumentali.
Le espressioni artistiche - degli Esponenti della Culturalità sia di primo che di secondo livello - riguardanti il territorio riflettono storie rurali di povera gente che mungeva le mucche, che si affaccendava nel coagulare ricotta tra mosche e miseria e sudore (storie lacrimose che producono orgoglio identitario), o raccoglieva cicoria montagnola – queste elaborazioni risultano gradite soprattutto ai giapponesi che così dicono guarda, fanno la ricotta e raccolgono cicoria montagnola questi che stanno nel territorio, molto affascinante.
Gli Esponenti della Culturalità di secondo livello sono spesso professori delle istituzioni scolastiche locali, spetta a loro dare il buon esempio, nonché l’onere della formazione di un pensiero non critico che spinga, nel tempo, al rispetto delle entità dominanti.
Gli argomenti spinosi che riguarderebbero il territorio sono tali alle bandierine dello slalom degli sciatori. Bisogna scansarle.
A tal uopo hanno elaborato un buon metodo che non reca alcun fastidio all'Organizzazione: esaltano solo gli Esponenti dell'Esercito martirizzati e ne supportano la sublimazione.
Sia noto che i canoni della culturalità locale furono definiti prima che sorgesse il territorio. Il primo canone recita che l’oratoria deve essere abbondante nelle forma, vuota nel contenuto.
L’estetica del bidone.
Giorgio D'Amato
martedì 17 novembre 2015
Mostra o Mercatino? - Gli uccelli di Bagheria ai MAgazzini ex-Sacos
Lungi da me voler intraprendere un dibattito sul fatto che
sia giusto o meno rendere schiavi i nostri amici animali. Anche perché,
per molti, non sono amici.
Magari io posso
indignarmi nel vedere i pesci rinchiusi nelle loro boccette, uccellini nelle
loro gabbie, cani reclusi nei balconi dai loro padroni. Gli esseri umani hanno
la sgradevole presunzione di avere il
diritto di fare quello che reputano più idoneo con gli animali, creature
sicuramente inferiori. Certo, come no.
domenica 15 novembre 2015
La marcia
Noi che ancora ci crediamo sabato mattina eravamo parte di quel fiume in piena, ma assolutamente ordinato, che si è mosso dalla Chiesa Madre di Bagheria fino alla piazzetta vittime della mafia. Saranno poche centinaia di metri, eppure ci abbiamo messo più di due ore per arrivare a quella che era la destinazione. Spesso per arrivare in un posto nel modo giusto ci si possono impiegare anni. Questo è quello che è accaduto e sta accadendo nel paese delle “balate”, dove scoperchiare certe pietre provoca puzzi maleodoranti e la fuga di topi, si sta finalmente comprendendo che scelte sbagliate, quali piegarsi al pizzo, non ti portano da nessuna parte, anzi ti mettono dalla parte sbagliata.
La marcia ha coinvolto moltissimi cittadini, tanti giovani e giovanissimi, associazioni e colori politici, che per un giorno hanno avuto tutti lo stesso colore. Per qualche minuto il nostro colore è stato invece quello della bandiera francese, e così che ci siamo stretti idealmente alle vittime della follia terrorista.
In due ore non si è solo marciato, abbiamo ballato al suono di musicisti di Aspra e Bagheria, che hanno improvvisato un concerto mobile e ai mafiosi gliele abbiamo pure cantate.
E' stato Giuseppe Saeli, un giovane bagherese, il promotore dell'iniziativa, ha messo in piedi una organizzazione perfetta ed efficace riuscendo a coinvolgere diverse realtà della nostra cittadina quali i commercianti, le scuole, semplici cittadini, studenti, poeti, e artisti, le istituzioni religiose (padre Michele Stabile, padre Luciano). L'amministrazione comunale, il Sindaco gli assessori, il Presidente del Consiglio comunale e parecchi consiglieri e le forze dell'ordine che erano in prima fila nella marcia e nella lotta quotidiana alla criminalità.
A testa alta e schiena dritta, così come diceva Felicia Bartolotta Impastato, ai giovani che andavano a visitare la sua casa museo, una donna che suo malgrado, la mafia l'aveva respirata e combattuta, a testa alta, come Gianluca Calì, che in una bella immagine fotografica di Elisa Martorana, sembra svettare sulle altre teste, eppure la sua è una di quelle che il sistema mafioso del pizzo vorrebbe piegare e abbattere.
C'erano
i bambini delle scuole primarie e secondarie (guidati da maestre
instancabili e dai presidi) che reggevano con le loro piccole braccia
striscioni più grandi di loro, diceva Gesualdo Bufalino che la mafia
sarà vinta da un esercito di maestre, e noi anche a questo ancora ci
crediamo.
Crediamo
anche che le famiglie che trasmettono i valori dell'onestà ai propri
figli daranno alla comunità cittadini perbene.
Forse
c'era pure qualche mafioso che marciava tra la folla, forse avrà
imparato qualcosa.
C'erano
i commercianti, anche quelli che Le iene sono andate ad intervistare,
non c'erano quelli che ancora non trovano il coraggio di uscire allo
scoperto, coloro che non bisogna lasciare da soli, perché il pizzo
si paga ancora, perché la mafia c'è ancora. E allora quale è la
differenza? La differenza rispetto al passato è quella di sostenere
chi suo malgrado, o volontariamente, dice no ad un sistema che non
lascia scampo e ti strozza comunque; la differenza sta nel coraggio
dei giovani e di quelli, per usare una frase abusata ma d'effetto,
che “ci mettono la faccia”.
La
marcia è stata un segnale, forte, urlato, cantato in coro, ha fatto
rumore, ha ricordato a qualcuno che si vuole cambiare, il simbolo
della coesione, la folla può divenire pericolosa per chi agisce
nell'ombra, per chi ha bisogno del buio per agire e dell'omertà
complice. Le ville di Bagheria non devono essere più il rifugio per
i latitanti. Bagheria deve tornare ad essere un luogo ricordato non
per essere uno dei lati del triangolo della morte, così come ha
detto un imprenditore di Villabate, che non è riuscito a trattenere
la commozione.
Noi
che ancora ci crediamo abbiamo indossato le magliette con l'immagine
simbolo di Falcone e Borsellino, e abbiamo capito che la vera
Antimafia non è quella di Helg o della Saguto, come ci ha ricordato
il sindaco, è dire no alla mafia partendo da chi sta in basso, da
chi dice no alla mafia in ogni azione quotidiana della sua vita.
Adele Musso
Si ringrazia Elisa Martorana per la sua foto.
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venerdì 13 novembre 2015
Il libro di Nino Mandalà - Conversione o Revisionismo?
A parlare di certi libri si fa male, fa male prima di tutto a chi ne parla; ma non è certo chiudendo gli occhi che si cancella la volontà di chi il libro lo ha scritto; e tu hai proprio la sensazione che lo ha scritto perché la vuole vinta lui; perché lui non è uno stupido, non lo è mai stato, uno di quelli che sa usare la cautela e si è formato al comando; uno di quelli che non stenta quando deve esprimere un opinione, che non gli trema la mano quando firma gli autografi, che non si intimidisce davanti agli spettatori, e ce ne sono tanti, che per curiosità o per devozione sono venuti ad ascoltarlo, e lui è lì con il suo vestito grigio argento, come i suoi capelli, impeccabile, la cravatta blu, e le mani fini e la retorica dell’avvocato e la voce altera quanto basta.
mercoledì 11 novembre 2015
La pasta y lenticchias de la bonanima
La pasta y lenticchias de la bonanima
Dal 24 al 27 de Octobre se svolge la sagra gastronomicas Va Manciatilla. Una fiesta a Puerto de Tierra mucho rinomatas.
Fiesta culinarias por sedares lo pitittos a todos quanti; no risus e bisi, nè quatros saltos in padellas! Niente ogghiu fitusu e parieddas spunnata ma un magna magna general basato su la introduziones delle lenticchies leguminose entro lo stomacos; todos con culin arias esta magnana per gustare pasta con lenticchias de Donna Luisanna de la Cambusas che tenieva una trattoria siciliana muy rinomada, A magnare vi rassi.
La historia de esta ricettas muy particulare. In una pignata no antiaderentes le lenticchias se appigghian con muy calor, da tale gustos la migliore pastas con le lenticchies del mundo. Mui crema marrones es collosas tra coccis de pasta sfatta. Esoffrittos attaccatos, sedano nivuru, cipollas e carota appigghiates relasciano un gustos mucho mucho cremoso e ciavoroso.
La ricetta espectacular, el piattos comu aquella de la suocera de Donna Luisanna de la Cambusas, ahora defuntas; muerta e ricordata por tale bonta de culin arias.
- La pastas con lenticchies como aquella ri me matri, abbannia el marito de donna Luisanna.
A todo gas? A todos dentros? Con fumos e ciavuru di abbruciato, le lenticchies se colorano, forman de macco mui bien.
Miliones de degustaziones distribuide in todo Puerto de Tierra; aria, gas e libertade de stomacos in magna atmosfera.
Se attuppas pertuso de lo ozonos?
Volete combatteres fame de Biafra?
Contro gli sprecos del pianeta, pasta con lenticchias, un si ecca nienti!
W la lenticchias! Va manciatilla! Olè!
enviada especial racucina Nina
Conversione di Nino Mandalà
Conversione.
E’ il termine che colpisce
leggendo l’arringa difensiva di Nino Mandalà sul suo blog, dopo la incursione
delle Iene, seguita alla pagina di cronaca che vede Bagheria alla ribalta per
aver assunto un atteggiamento chiaro contro il pizzo e i suoi favoreggiatori.
Treccani: Rivolgimento,
movimento di un corpo nello spazio intorno a un altro corpo; in partic.,
movimento di rivoluzione dei pianeti: ... intorno
alla c. annua di
questo globo (Galilei). Questo sign., ormai ant., sopravvive oggi
soltanto con riferimento a uno schieramento di soldati, di ginnasti o di navi
che compia un’evoluzione come girando intorno a un asse, conservando intatta la
formazione: qual è la evoluzione del soggetto in argomento? Ci si può sottrarre
alla forza di gravità del pianeta mafia? Forse.
Nel linguaggio comune, il
passaggio a un’altra religione: c.
al cattolicesimo, all’islamismo;
la c. di s. Paolo;
la c. dell’innominato;
più genericam., qualsiasi mutamento radicale di fede, opinioni, ideologia e
sim.: c. religiosa,
artistica, letteraria, politica.
Da cosa è rimasto fulminato
sulla via di Damasco, volendo parafrasare e continuare ad utilizzare
terminologia evangelica.
L’evento della celebrazione
del libro del suindicato a detta dello stesso, odorava di pulito, l’odore di
mafia pare sia stato abbondantemente deodorato.
Caro Golia, ma come ti sei
permesso? Non credi dunque nelle conversioni e tantomeno nelle obtorte estorte
(ops scusate il gioco di parole) crisi di coscienza dei commercianti pentiti?
C’è in giro un giornalismo
becero e superficiale che non scende più tra le strade e tra la gente (basta
andare ad una veglia funebre e chiunque ti racconta tra una chiacchiera e
l’altra chi è veramente l’imprenditore con le spalle al muro e quello che si è
arricchito con un sistema che adesso è costretto a denunciare) è comodo dare
notizie di facciata, la superficie non grattiamola, dopo l’intonaco crolla
l’edificio.
Rifarsi una verginità dopo
essere stati i fiancheggiatori di individui quantomeno sospetti, di quelli che
hanno trovato rifugio nelle ville settecentesche di Bagheria, attraverso lo
strumento “innocuo, hobby della scrittura” è rivoltante, sarebbe stato più
decoroso il silenzio per il rispetto di tutti coloro che oggi non possono
scriverlo più un rigo.
Qualcuno è passato dal
laboratorio politico-mafioso del paese alle porte di Palermo al laboratorio di
scrittura.
Qualcuno dice che i giudizi
impegnativi su alcuni uomini non spettano a noi, e a chi? A coloro il cui
ultimo rigo scritto è l’epitaffio? Un commerciante vessato ha detto: non
vogliamo essere eroi per un giorno, ma galantuomini per tutta la vita.
Il libro di Mandalà nella biblioteca
di casa mia, un posto non lo avrà di sicuro, impieghi il suo tempo in opere di
bene e volontariato.
Forse sarà più credibile.
Forse sarà più credibile.
Adele Musso
Antonino Mandalà, detto Nino o "l'Avvocato" (Villabate,
25 marzo
1939), è un criminale
e politico
italiano,
membro di Cosa Nostra e considerato il capo mandamento
di Villabate
e fiancheggiatore di Bernardo Provenzano. Nato a Villabate
e laureato in legge, nel 1979 diventa socio della società di brokeraggio assicurativo
Sicilia Brokers assieme a Enrico La Loggia, Renato
Schifani e Benny D'Agostino. Nello
stesso periodo fa l'attivista per la Democrazia Cristiana a cui procura i voti
dei capimafia. Nel 1994
fonda il primo club di Forza Italia a Villabate
e nello stesso periodo si dedica per conto di Cosa Nostra,
in particolare dei mandamenti di Caccamo e Villabate ad aggiudicarsi appalti pubblici e nel 1997 riesce con gli
appalti a aggiudicarsi la costruzione di un residence universitario a Catania
e alla costruzione del supermercato Auchan
con multisala Warner Bros a Villabate.
Il 6 giugno 1998 è stato arrestato per associazione mafiosa ma è scarcerato due anni dopo per decorrenza dei termini e porta di nuovo avanti i suoi progetti che si erano fermati con l'arresto. Il 25 gennaio 2005 viene di nuovo arrestato nel corso dell’operazione "Grande Mandamento" dove sono stati arrestati 82 fiancheggiatori dell'allora latitante Bernardo Provenzano. Il pentito Stefano Lo Verso ha riferito ai magistrati di rapporti tra Mandalà e l'ex ministro delle Politiche agricole del governo Berlusconi IV, Saverio Romano, invece il pentito Francesco Campanella ha accusato Renato Schifani di aver favorito il Mandalà per la modifica del piano regolatore di Villabate.
Il 6 giugno 1998 è stato arrestato per associazione mafiosa ma è scarcerato due anni dopo per decorrenza dei termini e porta di nuovo avanti i suoi progetti che si erano fermati con l'arresto. Il 25 gennaio 2005 viene di nuovo arrestato nel corso dell’operazione "Grande Mandamento" dove sono stati arrestati 82 fiancheggiatori dell'allora latitante Bernardo Provenzano. Il pentito Stefano Lo Verso ha riferito ai magistrati di rapporti tra Mandalà e l'ex ministro delle Politiche agricole del governo Berlusconi IV, Saverio Romano, invece il pentito Francesco Campanella ha accusato Renato Schifani di aver favorito il Mandalà per la modifica del piano regolatore di Villabate.
Il 27 aprile 2007 è stato condannato in primo grado a
otto anni di reclusione per i fatti del 1998 e 28 settembre 2011 è stato
condannato a otto anni di reclusione dalla Corte
d'Appello di Palermo, ma è libero per scadenza dei termini di custodia
cautelare. Nel 2009 ha aperto il suo blog che gestisce con
alcune interruzioni e dove ha chiesto alle "coscienze libere"
l'abolizione dell'Articolo 41 bis e dove ha difeso nel 2010 Silvio
Berlusconi. Il 17 novembre 2011 nella terza puntata
di Servizio pubblico
condotto da Michele Santoro è stata ricostruita
un'intervista della giornalista Dina Lauricella con lo
stesso Mandalà.
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martedì 10 novembre 2015
Nel mondo del libro - Pisa Book Festival
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