Al suo secondo romanzo per Mesogea per la collana Petrolio, Giorgio D'Amato, scrittore porticellese dopo L'Estate che sparavano, sempre per Mesogea, ci porta con questo suo Cernia Tossica nelle atmosfere degli anni '80, in quel passaggio di impegno, che ha contraddistinto gli anni '70, verso l'edonismo reaganiano. L'impegno antimafia profuso a piene mani prosegue abilmente in questa sua ultima fatica, anche se chiamerei questo suo ultimo per Mesogea, non un romanzo di Formazione o di Impegno, quanto un romanzo psicologico, lasciando sullo sfondo l'intrigo e il malaffare.
Sembra un'accelerazione o un'evoluzione che l'autore presenta. Il profilo dei personaggi e la storia del rapporto tre i due, Rosanna e Germano, non è lo sfondo al tema principale trattato, quanto viceversa. L'autore ci delizia con mille riferimenti letterari, complice il personaggio colto e curioso di Rosanna alle prese dapprima con la sua tesi di laurea, poi con i suoi interessi culturali, dandocene una profusa dimostrazione tra le pagine finali. Lì, quando il rapporto si è sfilacciato tra le delusioni e i mille intrighi dell'uomo, tra il plagio e l' inconsistente capacità della donna ad arginare la propria deriva intellettuale ed l'esistenziale, l'autore riunisce i riferimenti alla poetica dei cardini di Virginia Woolf, peraltro argomento della tesi in Letteratura di Rosanna, alla amara costatazione di questa, riflessa dentro la tesi aerea dei cardini. Quando scardinare significa aprire nuovi spazi alla coscienza e alla mente, offre libertà, apre porte chiuse, gabbie, illusioni. E' qui che Rosanna scardina la sua vita ingabbiata, debole animale che non ha aperto le ali ad altri spazi e ad altre possibilità. Si ribella, scardina lo spazio chiuso ove ha maturato odio, macinato e disperso ogni sua potenzialità vitale e fugge da Germano. Andrà via, colpevole della complicità maturata con l'uomo ai suoi intrighi e malaffari. La consistenza psicologica del Romanzo ruota così sull'importanza dei cardini nella vita e nella Letteratura, e sul pescatore di Cernie che diverrà l'uomo del malaffare.
E' un romanzo d'odio, come ama definirlo lo stesso Autore, da sfondo la Sicilia e i luoghi della politica del malaffare, delle finanziarie e del fumo venduto per oro colato: dalla scuola privata che vende diplomi facili, ai derivati che le finanziarie della Mafia riciclano nelle amministrazioni pubbliche, là dove una Legge lo permetterà. La disamina dei fatti raccontati sempre documentale, serissima e condotta nelle ultime pagine del Romanzo con dovizia, fa tuttavia da sfondo ad una rabbia che devasta anime e cuori. Rovina esistenza e ne fa deriva.
Il linguaggio, lo stile e i numerosi riferimenti letterari ne fanno un Romanzo coltissimo, anche una pagina di Buona Scrittura, citata addirittura in una pagina. Per noi è grande letteratura, notevoli le capacità narrative e l'impatto con il lettore.
Clotilde Alizzi