Una
ventata leggera di piombo, un universo stravolto da elementi
letterari insoliti che un mondo fantastico salva; l'invenzione
letteraria riesce a soffiare un vento liberatorio e ci porta oltre il
testo, nel cosmo della fantasia. Non una parola di troppo nel testo,
acerbo, pieno di elementi arcani.
Undici racconti dove alla narrazione si mescolano simbologia e magia, realismo e mondo fiabesco, che supera tutto il resto, la fantasia come via d'uscita, valvola di sfiato, superamento dell'esistenza stessa dell'essere, elementi macabri, allegorie intrise di morte, sonno, sogni, sdoppiamenti, nevrosi e solitudine, che il Marquez porterà nei suoi Cent'anni di solitudine.
...Aveva
dedicato la sua vita a cercarmi nella realtà, mediante quella frase identificatrice: Occhi di cane azzurro. E per la strada la diceva ad
alta voce, il che era una maniera per dire all'unica persona che
avrebbe potuto intenderla: - Io sono colei che arriva ogni notte nei
tuoi sogni e ti dice: occhi di cane azzurro. In Eva sta dentro il suo
gatto, una bellezza crollata duole come un tumore, la trasformazione
e la difficoltà della rassegnazione di essere una bestia vinta che
miagola e sente il ripugnante desiderio di mangiare un topo.
Non si
può non pensare alla Pioggia nel Pineto mentre si legge il Monologo
di Isabel che guarda piovere sulla città di Macondo, ...senza che ce
ne accorgessimo, la pioggia stava penetrando troppo a fondo nei
nostri sensi. Nei racconti trovano spazio allucinazioni, angoscia,
nevrosi, follia, una morte dopo l'altra; alla fine il mondo nevrotico
muore e vince quello magicamente fantastico - nel sogno di essere.
Nina Tarantino