Per me che amo i mallopponi (del genere “Un cappello pieno di ciliegie” di Oriana Fallaci, 859 pagine) trovarmi in mano il libro di Alessio Castiglione mi lascia perplessa. È un romanzo breve, lo sapevo, ma guardo il dorso e non arriva nemmeno a un centimetro (a casa ne avrò la conferma, poco più di mezzo centimetro)! La curiosità vince. Conosco Alessio per via della mia passione letteraria, ho partecipato ad un paio di incontri di scrittura en plein air. Esperienza fantastica (ma questo è un altro discorso).
Proprio
in quelle occasioni ho avuto modo di ascoltare i suoi racconti, scritti in meno
di un'ora, con uno spunto dettato all'ultimo momento. Alessio mi conquista
subito con una sensibilità fuori dal comune. I suoi racconti ti lasciano sempre
qualcosa addosso, come una coperta, una sensazione, una speranza; qualcosa che
gratifica l'ascolto, puntualmente.
Leggo
il suo libro Vanità soldi fango in poco più di un paio d'ore, e non riesco a
credere che un romanzo tanto breve non abbia bisogno nemmeno di una sola pagina
in più.
È
bellissimo per l'orrore che descrive, in così poco inchiostro c'è tutto un
mondo, una didascalia di sentimenti infinita.
Nonostante
il "fango" percepisci il distacco del personaggio principale, e la
morbosità descritta - noti - non è quella dell'autore, ma dei loschi individui che
si muovono all'interno delle pagine. Un pregio unico, che hanno solo gli
scrittori (quelli veri, intendo).
Forse
questo romanzo farà parte della nuova letteratura, quella breve che al momento
ci fa amare i racconti, i testi brevi che prima si snobbavano.
Un
grosso in bocca al lupo ad Alessio Castiglione, e grazie per averci regalato un
testo come questo.
Adelaide J.Pellitteri