pagine 213, brossura emostatica
Stordito editore, 2016.
Stordito editore, 2016.
L’ultima fatica di Sandro Camilleri
(Sandro, cugino di Andrea, salito sulla ribalta delle cronache per aver scritto
dieci piccoli gialli in un weekend e averci impiegato undici anni per
revisionarli, n.d.a.).
Diciamo subito che la storia si svolge in
un condominio qualunque di una qualunque provincia. Camilleri (però Sandro) non
dice quale sia la provincia, né dove sia il condominio, ma questo importa poco
al lettore e influisce niente sullo svolgersi dell’azione.
Che non corra buon sangue tra Montalcino
e Camilleri (Sandro, beninteso) lo si capisce a cominciare dal titolo,
tutt’altro che enigmatico. Sappiamo come negli ultimi tempi i rapporti tra
l’ispettore Montalcino e il suo autore siano stati spesso tesi e inquinati da
fatti collaterali. Apriamo una parentesi.
(La crisi dell’editoria cartacea spinge
gli editori a escogitare sempre nuovi sistemi per attirare i lettori, nel buono
e nel cattivo gusto. Pietro Stordito - rampollo di una famiglia di stampatori,
amante della ‘nduia calabrese e delle pipe in radica tailandese - uomo dalle mille e una risorse nonché editore
di Camilleri (sempre Sandro), ha pensato che mettere autore e protagonista
l’uno contro l’altro fosse il modo giusto per incrementare le vendite, beh
chiudiamo la parentesi).
Sulla scena del delitto che si presenta
agli occhi dell’ispettore ci sono schizzi rossi ovunque, i muri, il tavolo
della cucina, il pavimento, tutto schizzato di rosso. La vittima è stata ritrovata
all’alba in una vasca di bloody-mary ghiacciato, morta di congestione prima che
per annegamento.
Si tratta del cadavere di un cantante
neomelodico che godeva di una discreta popolarità nelle feste di quartiere della
città e della provincia. Per tutelarne la privacy il nome non è riportato
dall’autore, eppure i suoi fans sono già tutti là dietro la porta della cucina
che si accalcano e si accapigliano per immortalare il morto con i loro
smartphone. L’ispettore Montalcino si vede costretto a far mettere i sigilli
alla stanza per evitare intromissioni inopportune di ragazzine spiritate. Ma
andiamo avanti.
A ora di pranzo Montalcino realizza di
essersi chiuso dentro, ma non può rompere i sigilli se vuole evitare che i fans
si riversino all’interno della cucina. Per pranzare dovrà adattarsi con quello
che c’è in frigo.
Camilleri (quel burlone di Sandro),
dietro suggerimento strategico dell’editore, ha però provveduto a svuotare
frigo e dispensa, inutile fare provviste che poi va tutto a male e si
appiccicano le pagine. Montalcino lancia un’occhiataccia in direzione di
Camilleri (sempre Sandro) e un paio di smadonnamenti contro quel destino
bastardo che lo costringe a digiunare con un neomelodico morto in una cucina di
un condominio sconosciuto di una provincia non identificata.
Il finale è aperto e il lettore attento
potrà arrangiarsi con quello che trova, mettendo insieme gli indizi disseminati
dall’autore in queste pagine, in attesa della sua prossima fatica.
Raimondo
Quagliana per AAS magazine