venerdì 26 febbraio 2016

Siamo tutti coinvolti - I bagheresi vergini


Mi sono stufata di leggere lettere mielose di dissenso;  tutti a decantare le grandi potenzialità di questa cittadina che è stata offesa dal comportamento di un Sindaco che si è fatto sbattere su tutti i giornali della nazione, per aver mentito, per aver avuto comportamenti non consoni al suo ruolo di Sindaco, per aver rivolto parole impronunciabili – ridicolo -  dato che è un bagherese per bene, addirittura un pubblico ufficiale. Strano che in queste lettere che trasudano  perbenismo spicciolo, superficiale,  non venga fatto cenno alla fatica che si è assunto il giovane ragazzo di trent’anni  che si è messo al timone di questa nave ormai alla deriva, con tanti aspiranti capitani e nessuno veramente capace di smuoverla dalla palude in cui è incagliata.
 La verità è che neppure era riuscita a salpare, in quanto faceva acqua da tutte le parti per le sue numerose falle, che subito è stata assalita da coloro che , in un modo o nell’altro, erano rimasti a riva a guardare, e tutti ad affilare le armi per iniziare l’arrembaggio,  una battaglia che non intendeva risparmiargli colpi; figurarsi se qualcuno era disposto a cedere per il bene di questa città che era cittadella assediata.
Quelle lettere che prendono le distanze dalle cose "sgradevoli" che avvengono in questa città mi sembrano delle ipocrisie, un modo per mettersi al disopra e al difuori; io invece penso che siamo sempre tutti coinvolti, anche quelli che se ne stanno rinchiusi nelle loro case, anche coloro che non ci hanno mai messo un dito;  il coinvolgimento, è risaputo, prima di tutto nasce dal fatto che dei fatti passati abbiamo accettato le conseguenze senza parlare,  ci faceva comodo, e non abbiamo mai scritto lettere così cariche di disprezzo per quegli individui.  Forse  che essi  non erano sotto la luce del sole ( e dei riflettori)? Chi l’ha fatto si è buscato querele.  Abbiamo convissuto all'ombra di misfatti efferati, con padrini e affini, forse che non ci coinvolgevano personalmente ?
In seconda , il coinvolgimento nasce dal fatto che molti nostri comportamenti  sono illegali e fuori dalle regole e non ci poniamo il problema di capire almeno il perché, se possiamo porvi rimedio, se possiamo cambiarle queste regole, o forse, se possiamo cambiare noi.
 Ora abbiamo affidato la guida della città ( scaricandoci spalle e coscienza) a un giovane di 30 anni, ci meravigliamo che lui non accetti le “regole" e si comporti in modo insolito e a volte inappropriato al suo ruolo di Sindaco. Mi è sembrato di capire che lui intendesse rompere con le apparenze, con le “correttezze” di facciata e si è dato in pasto alla opinione pubblica decantando le sue intenzioni di rompere con talune procedure;  insomma, ha provato a sperimentare un “metodo”. Abbiamo capito insieme a lui che non funziona e lo invitiamo, ancora una volta, a provare ad essere un po’ più ortodosso, sperando che questo lo renda  non tanto più “ presentabile” alla platea dei suoi giudici, ma più efficace nel suo lavoro.
Io mi preoccupo;  soprattutto mi preoccupo  del fatto che quando prova a mettere mano ai problemi  trova ostacoli enormi di tipo politico, che nonostante la legge gli imponga di prendersi tutte le responsabilità non abbia poi la libertà di fare le scelte che ritiene più opportune, che nell'opposizione consiliare trova solo "opposizione" e ostacoli. E spero, spero in una riconciliazione con coloro che devono collaborare con lui, una presa di coscienza: dimenticatevi che questo Sindaco viene dal M5S e pensate invece che dobbiamo rimettere in piedi questa barca che traballa, diamo tutti una spinta, quella giusta, per rimetterla in viaggio.

Bagheria è la sua città, come è la nostra, e se noi non ci sentiamo a nostro agio, ora più consapevoli e disposti a cambiare come sembriamo essere tutti quanti, a leggere queste lettere,  sicuramente non può sentirsi a suo agio, lui, messo al timone di una città come la nostra, il ragazzo di trent’anni che ne ha assunto il ruolo di Sindaco. Inutile far finta che da noi è”come in qualsiasi altro posto”, da noi non basta un atto amministrativo per fare scorrere tutto il processo; da noi è diverso;  perché non possiamo dimenticarci che nelle nostre contrade, a sintesi di tutto, esiste un posto chiamato ICRE : il volto più crudele e, non possiamo negarlo ancora, il volto più vero di questo territorio.

Come al solito ho parlato troppo; ma volevo condividere con voi questa mia riflessione.

Rosa La Camera