Mi sono stufata di leggere lettere mielose di dissenso; tutti a decantare le grandi potenzialità di
questa cittadina che è stata offesa dal comportamento di un Sindaco che si è
fatto sbattere su tutti i giornali della nazione, per aver mentito, per aver
avuto comportamenti non consoni al suo ruolo di Sindaco, per aver rivolto
parole impronunciabili – ridicolo - dato
che è un bagherese per bene, addirittura un pubblico ufficiale. Strano che in
queste lettere che trasudano perbenismo
spicciolo, superficiale, non venga fatto
cenno alla fatica che si è assunto il giovane ragazzo di trent’anni che si è messo al timone di questa nave ormai
alla deriva, con tanti aspiranti capitani e nessuno veramente capace di
smuoverla dalla palude in cui è incagliata.
La verità è che
neppure era riuscita a salpare, in quanto faceva acqua da tutte le parti per le
sue numerose falle, che subito è stata assalita da coloro che , in un modo o
nell’altro, erano rimasti a riva a guardare, e tutti ad affilare le armi per
iniziare l’arrembaggio, una battaglia
che non intendeva risparmiargli colpi; figurarsi se qualcuno era disposto a
cedere per il bene di questa città che era cittadella assediata.
Quelle lettere che prendono le distanze dalle cose
"sgradevoli" che avvengono in questa città mi sembrano delle
ipocrisie, un modo per mettersi al disopra e al difuori; io invece penso che
siamo sempre tutti coinvolti, anche quelli che se ne stanno rinchiusi nelle
loro case, anche coloro che non ci hanno mai messo un dito; il coinvolgimento, è risaputo, prima di tutto
nasce dal fatto che dei fatti passati abbiamo accettato le conseguenze senza
parlare, ci faceva comodo, e non abbiamo
mai scritto lettere così cariche di disprezzo per quegli individui. Forse
che essi non erano sotto la luce
del sole ( e dei riflettori)? Chi l’ha fatto si è buscato querele. Abbiamo convissuto all'ombra di misfatti
efferati, con padrini e affini, forse che non ci coinvolgevano personalmente ?
In seconda , il coinvolgimento nasce dal fatto che molti
nostri comportamenti sono illegali e
fuori dalle regole e non ci poniamo il problema di capire almeno il perché, se
possiamo porvi rimedio, se possiamo cambiarle queste regole, o forse, se
possiamo cambiare noi.
Ora abbiamo affidato
la guida della città ( scaricandoci spalle e coscienza) a un giovane di 30
anni, ci meravigliamo che lui non accetti le “regole" e si comporti in
modo insolito e a volte inappropriato al suo ruolo di Sindaco. Mi è sembrato di
capire che lui intendesse rompere con le apparenze, con le “correttezze” di
facciata e si è dato in pasto alla opinione pubblica decantando le sue
intenzioni di rompere con talune procedure; insomma, ha provato a sperimentare un “metodo”.
Abbiamo capito insieme a lui che non funziona e lo invitiamo, ancora una volta,
a provare ad essere un po’ più ortodosso, sperando che questo lo renda non tanto più “ presentabile” alla platea dei
suoi giudici, ma più efficace nel suo lavoro.
Io mi preoccupo; soprattutto mi preoccupo del fatto che quando prova a mettere mano ai
problemi trova ostacoli enormi di tipo
politico, che nonostante la legge gli imponga di prendersi tutte le
responsabilità non abbia poi la libertà di fare le scelte che ritiene più
opportune, che nell'opposizione consiliare trova solo "opposizione" e
ostacoli. E spero, spero in una riconciliazione con coloro che devono
collaborare con lui, una presa di coscienza: dimenticatevi che questo Sindaco
viene dal M5S e pensate invece che dobbiamo rimettere in piedi questa barca che
traballa, diamo tutti una spinta, quella giusta, per rimetterla in viaggio.
Bagheria è la sua città, come è la nostra, e se noi non ci
sentiamo a nostro agio, ora più consapevoli e disposti a cambiare come
sembriamo essere tutti quanti, a leggere queste lettere, sicuramente non può sentirsi a suo agio, lui,
messo al timone di una città come la nostra, il ragazzo di trent’anni che ne ha
assunto il ruolo di Sindaco. Inutile far finta che da noi è”come in qualsiasi
altro posto”, da noi non basta un atto amministrativo per fare scorrere tutto
il processo; da noi è diverso; perché non possiamo dimenticarci che nelle
nostre contrade, a sintesi di tutto, esiste un posto chiamato ICRE : il volto più
crudele e, non possiamo negarlo ancora, il volto più vero di questo territorio.
Come al solito ho parlato troppo; ma volevo condividere con
voi questa mia riflessione.
Rosa La Camera