La prima è la Bagheria nota a tutti per i fatti di mafia:
Arancia Connection e scafazzo, Magazzini del ferro definiti Campo di Sterminio
(mafiosi squagliati nell’acido dopo essere stati strangolati), edilizia
selvaggia su grande scala, traffico di droga.
La seconda è la Bagheria dell’antimafia, degli intellettuali
che non fanno nulla per combattere la mafia, che non si espongono pubblicamente
ma solo nel cesso di casa loro. Alcuni di questi partecipano, di tanto in
tanto, a degli eventi, ma fanno solo fuffa, non aiutano nel processo di
rielaborazione necessario per sconfiggere la mafia. Questi spesso alterano le
notizie. Alcuni per loro natura si muovono tra bar e corridoi, altri provano
arrampicate in cui gli altri sono solo gradini per arrivare un po’ più in alto.
Alcuni di questi coniano slogan, tipo Il silenzio è dolo, che hanno lo stesso valore di quel "La mafia fa schifo" che fu la più grande furbacchionata mediatica di Totò Cuffaro (avesse scritto Cosa Nostra allora i mafiosi sì che si sarebbero offesi).
Tanti di questi pensano che fare antimafia sia mettere degli studenti a ballare lungo il corso o passeggiare per via Vallone De Spuches. Magari con Giovanni Avanti (già indagato a quei tempi) in cima al corteo.
La terza è la Bagheria dei cittadini attivi, quelli che
pensano di poter consegnare ai loro figli una cittadina migliore, magari
onesta.
Le IENE non hanno mostrato nessuna delle tre Bagherie.
I filo-Iene ancora peggio, hanno offerto alle IENE un dettaglio di Bagheria che non rappresenta il tutto (curò, va sturiati Arnheim).
Hanno fatto solo politica anti-M5S, come se bastasse ad aggiustare le cose.
Al di là delle idee politiche che ognuno ha, noi vogliamo
che si dica esattamente cosa è Bagheria, quale il suo passato, quali le ricette per il futuro.
Bagheria è triplice. Ogni espressione che ne dimentica una,
è menzognera (nemmeno parziale).
Giorgio D'Amato