Molti lettori affermano che “Gli
innamoramenti” sia uno dei libri più belli di Javier Marías, lo scrittore madrileno che l’anno scorso, proprio
con questo testo, vinse il premio letterario internazionale “Giuseppe Tomasi di
Lampedusa” e che, ai Giardini Reali di Palermo, ebbi anche la fortuna di
conoscere. Una persona dalla grande intelligenza e cultura, che si colgono
all’istante, sia leggendolo sia ascoltandolo.
Facciamo un viaggio a Madrid, ed entriamo in questo intricato
mondo degli “innamoramenti”, ancora più intricato degli amori. In questo
romanzo Marías racconta la sua storia attraverso la voce, gli occhi e il cuore
della protagonista femminile, María Dolz,
che coi libri ha anche a che fare, lavorando per una casa editrice. Ma la
vicenda non è questa, è ancor più complicata in quanto c’è di mezzo un omicidio
e un innamoramento, e quest’ultimo, si sa, rende le cose ancora più contorte.
María è solita far colazione, ogni
mattina, in un caffè vicino alla sua sede di lavoro, ed osservare una coppia,
marito e moglie, anch’essi con la stessa abitudine, solo che dell’essere
osservata anche lei, lo scoprirà dopo. Luisa
e Miguel, agli occhi di María, sono la coppia perfetta, che nel tempo ha
studiato ed analizzato alla perfezione, tanto da poter affermare di conoscerli
in azioni, abitudini e pensieri. Tutti i giorni furono più o meno uguali,
tranne uno, quando Miguel viene assassinato, a colpi di coltello. Fu così che
per caso, o forse no, María riesce ad avvicinarsi alla povera Luisa, si
parlano, e si ritrova un pomeriggio a casa sua; proprio lì conosce Javier Díaz Varela, da sempre
innamorato di Luisa. E sarà proprio Javier il protagonista del suo
innamoramento. Dopo averlo incontrato, per caso, durante una visita in un
museo, inizia tra loro una relazione, di quelle complicate, dove il sesso
sembra essere l’unica cosa che li avvicina ed accomuna, ma da parte di uno dei
due entra in gioco l’innamoramento, cosa ancor più fine e complicata del
semplice amore.
“Patti chiari, amicizia lunga”, si dice. Javier fin da subito
chiarisce a María di amare Luisa, e di volerla a tutti i costi, María pur di
vederlo, stare con lui, amarlo, fisicamente e non, accetta il “patto”. I due si
incontrano con cadenza quasi regolare, condividono insieme una bella intesa
sessuale ed anche letteraria, essendo anche lui un grande lettore. Ma tutto ciò
non basta: è una di quelle situazioni labirintiche dove lei ama lui che ama
l’altra, dove tutti si inseguono e dove alla fine solo due possono trovare
posto. Una relazione può essere a tre,
ma alla fine i posti sono sempre due, allora uno deve rinunciare, e questa
è una fase delicata, perché la terza persona “perdente”,
o accetta con grande dignità o si ribella con grande scalpore. María è una di
quelle donne, dal comportamento signorile, che davanti all’evidenza sa mettersi
da parte, in silenzio, e che da Javier non ha mai preteso, né chiesto nulla. Si
accorge poi di avere in mano una grande arma, conoscendo un segreto scottante
sul suo amante, e che riguarda proprio l’omicidio di Miguel. Una bomba che
potrebbe distruggere in un attimo Díaz Varela e la sua relazione con Luisa,
perché come avrete capito, poi chi la spunta è
proprio lui, che riesce a conquistare la donna tanto desiderata. E María,
davanti questa ulteriore batosta della vita, conseguenza di un innamoramento
disastroso, tace, ingoia, come ha sempre fatto con Javier, si accorge di
perdere per una seconda volta l’uomo che ha amato, e che non ha mai avuto.
Nella vita quasi mai le cose
vanno come vogliamo, almeno non per tutti, chi ottiene qualcosa, nella
fattispecie se vive un amore o ancor peggio un innamoramento, o è perché ha
avuto una bella “botta di fortuna” o semplicemente ha giocato sporco. La “giovane
prudente”, come era stata soprannominata María, col suo Javier è stata sempre
prudente, discreta, educata, ed ha perso. Con dignità, ma ha perso!
(Sabina Spera)