martedì 15 marzo 2016

Cuffaro, le parole asciutte di Saverio Romano, la mia cattiveria

Ero andato alla presentazione di Totò Cuffaro per chiedergli Totò, tu che ne sai dei soldi delle royalties della Nomura bank prima accreditati in Eire e poi pervenuti in una filiale svizzera della Banca Popolare di Sondrio e Lugano in due conti che si chiamano Church e Tod's, appena sei milioni di euro, tu che ne sai?
Sono rimasto tra le maglie del discorso asciutto di Saverio Romano che non si spiega perché un cittadino che ha pagato per le sue pene, non dovrebbe ritornare a coprire il suo ruolo, e io pensavo ad un pedofilo che uscito dal carcere pretende di rifare il direttore di un asilo. 
Mi sono fatto il segno della croce.
Parole asciutte che mi hanno toccato, e mi sono pentito della mia cattiveria, in fondo cosa sono sei milioni di euro, i soldi vanno e vengono, quelli venivano con degli spalloni per poi essere spesi anche nelle campagne elettorali.
Ci sono cose più importanti, anche io vorrei che Totò Cuffaro tornasse ad essere il presidente di noi siciliani, spero che cambi idea, magari dopo che torna dal Burundi.
Sono stato cattivo, cattivo veramente.

Giorgio D'Amato

Le parole umide di Pietrangelo Buttafuoco durante la presentazione di Totò Cuffaro

Ero andato con pessime intenzioni alla presentazione di Cuffaro, volevo chiedere cosa ne sapeva dei soldi - tanti - che Massinelli, il suo consulente, avrebbe fatto con la finanza creativa, quelli che servirono per comprare i manifesti con scritto "La mafia fa schifo".
Volevo chiederglielo.
Sono stato sopraffatto dalle parole dello scrittore Buttafuoco, che è rimasto colpito dal lirismo delle descrizioni di Cuffaro, il cielo che da una cella di carcere lo vedi a pezzi, e pure io ho visto un cielo a pezzi in quelle parole, e Buttafuoco lo ha paragonato a quel prete fucilato a Leningrado che pure lui citò il cielo, ma non bellissimamente come Totò, e sarei salito sul palchetto per abbracciare Buttafuoco prima e Cuffaro dopo, fregandomene del fatto che la Regione Sicilia è stata truffata per 104 milioni di euro a causa della finanza creativa di Massinelli.
Cosa sono i soldi davanti ai sentimenti veri pronunciati con parole umide?
Sull'umido di quelle parole la mia cattiveria è scivolata via, mi sono sentito colpevole di fronte allo scrittore Buttafuoco che diceva delle parole sulla Sicilia terra di... attipo boh, non me le ricordo, ma erano umide e toccanti, e io mi sono pentito di aver pensato male di Cuffaro.
I soldi non sono niente.
Neanche quelli pubblici.

Giorgio D'Amato

lunedì 14 marzo 2016

L'anima e la presentazione del libro di Totò Cuffaro

Ero andato alla presentazione del libro di Totò Cuffaro pieno di cattive intenzioni, volevo chiedergli quanto gli era costato impedire che sorgesse un centro commerciale a Villabate pur di mantenere l'appoggio al progetto del Forum di Brancaccio.
Volevo chiederglielo.
Ma Totò Cuffaro ha parlato dell'anima, non quella divina che lui cercava in tutti i pellegrinaggi che ha fatto nella sua vita - Santiago, Lourdes, Guadalupe -, un'altra anima, quella vera, che lui ha visto in carcere, insieme a Gesù Cristo che è sceso dalla croce per andargli incontro.
Avevo veramente tante cattive intenzioni, tutte brutte.
Totò Cuffaro mi ha convinto.
E non l'ho disturbato.
Anche Pietrangelo Buttafuoco ha detto cose bellissime. Belle quasi quanto quelle che ha detto Totò Cuffaro.
Per ora non me le ricordo. 
Ricordo solo l'anima.
Neanche di Villabate ricordo più niente.

Giorgio D'Amato

Il diario intimo di Sally Mara - Recensione

Sally Mara, Joël Mara, la madre che imbastisce calze per il marito in cerca di fiammiferi, la signora Killarney. La poetica intertestuale diventa forte esplicitando il ruolo della voce narrante. I periodi vengono incastrati alla perfezione in un labirinto di contrapposizioni: Sally, diciassette anni, ritiene che la verginità possa essere applicata ai campi che non sono stati ancora arati (lei, da brava cattolica, utilizza solo il vocabolario). La percezione della vertigine si può toccare: lo stile camaleontico ma raffinato, la ripetizione di eventi quotidiani e il rifiuto per la società tradizionalista che percepisce in ogni abitazione irlandese è la diretta conseguenza di un’ibridazione tra uno scritto epistolare e un romanzo di formazione. La ricomposizione di una ingenuità velata è sempre presente all'interno del testo e dell'idealizzazione di una vita puritana che aspetta un abbandono immediato. Queneau applica al testo un mosaico fisico che tocca, arrivando al cuore del problema, la desolazione dell'uomo e la deriva materialistica del genere umano, integrando contesti familiari estranei alle sovversioni (quasi) contemporanee della sfera femminile.

"Vuole," ho continuato, "sollevarmi la gonna, abbassarmi le mutandine e farmi il culo rosso?"
"Oh! Che parola orrenda! Sally, non si vergogna? La punirò doppiamente."
E si agitava tutto paonazzo sulla sedia, ma senza saper più cosa fare.
"È così dunque? Vuole sculacciarmi?"
"È così," ha mormorato timidamente.
"Ebbene," gli ho risposto, "niente da fare."
Dapprima non ha saputo cosa replicare, poi timidamente:
"E se usassi la forza?"
"Ci provi."

Emanuele Scaduto 

Sabato all'IPSIA con le ragazze dei corsi di Moda e Benessere



Si può dire che mi sono fatto "i cianchi"? Sì, mi sono divertito un macello.
Davanti ad almeno una quarantina di ragazze e un paio di ragazzi. Io per parlare di donne, anche violenza sulle donne - che a me mi siddia, queste cose di ..mi prende, mi sbatte, sanguino, mi lacero.. non mi piacciono. Non mi piace parlarne così, almeno.
Bisogna stringere il patto con l'ascoltatore, innanzitutto.
Cominciamo con Buttanissima. E poi con Jeanne Hebuterne. Amori grandi, un po' malati ma intensi, scritture ossessive, ripetizioni, molteplicità.
E poi "Finalmente dorme", il pezzo su quella pazzotica moglie di Luigi Pirandello, 'na fuaddi scatenata che le passava a dire maleparole al marito - nella mia versione.
Ragazze, immaginate che la moglie di Pirandello entri nella vostra stanza, cosa vi griderebbe?
Scrivetelo.

Cretina, posa 'stu telefonino e va fatti i piatta!!
Smuoviti il culo e va sturia!
La devi finire di studiare, basta, va fatti na passiata.
Basta con le sigarette, almeno fumassi spinelli!!
E poi il culmine: 
Non ti ammazzo perchè non ho tempo.

Hanno scritto tutti.
E l'amico Pietro - che non vedevo da una vita - che lì insegna religione, ha "dovuto" leggere uno di questi componimenti (ora è in cerca di un padre confessore!).

L'IPSIA mi piace assai. 
(Grazie 10.000 a Francesca Di Salvo e Antonietta Lo Coco e al tecnico del PC)
Giorgio D'Amato

domenica 6 marzo 2016

L'origine del genere satirico

Non si sa con esattezza come e quando sia nato il genere satirico a Roma; il grammatico Diomede, vissuto nel IV sec. d.C., definisce la satira un componimento poetico destinato a colpire comportamento e vizi dei contemporanei. Nonostante sia stata per questo motivo alla commedia di Aristofane, la satira è un genere prettamente romano, come affermerà orgogliosamente Quintiliano nel X libro della Institutio Oratoria: satura quidem tota nostra est: la satira, d'altra parte, è tutta nostra.
Dibattuta è anche l'origine del nome, per il quale sono state avanzate diverse ipotesi: da Satyroi (esseri mitici in parte umani in parte ferini), da Satura (salsiccia) o dall'espressione Lex satura (una legge contenente più disposizioni) o da Satura lanx (piatto colmo di primizie di vario genere che veniva offerto agli dei. Quel che è certo è che si trattava di un componimento poetico di contenuto vario e di metri diversi che si esprimeva inizialmente in rappresentazioni miste di recitativo, canto, musiche e danza, che venivano eseguiti in feste religiose legate all'agricoltura.
A Roma i massimi esponenti del genere satirico furono Lucilio (II sec. a.C.) del quale ci sono rimasti solo frammenti,e Orazio (I sec a.C.) che proprio nelle Satirae evidenzierà i concetti di autosufficienza interiore e di misura e di equilibrio derivante, oltre che dall'adesione ad un ideale di vita, anche dal tono medio e dalla cura formale, con il quale si distacca dallo stile lutulentum (fangoso) di Lucidio, nella ricerca di uno stile e di un lessico sorvegliati, frutto – come in tutte le sue opere- di un accurato labor limae. 
Anche in epoca imperiale la satira conserva la sua vitalità con Persio (I sec. d.C.) e Giovenale (I\II sec. d.C.) ma si volgerà a fustigare i vizi più che le persone, proprio per la perdita di indipendenza del poeta nei confronti del princeps, il quale concentra ormai nelle proprie mani il potere politico a scapito del senato per cui, al poeta, resta solo l'indignatio e al Senato il problema di decidere come cucinare un gigantesco rombo (Giov., IV) essendo ormai stato esautorato di tutti i suoi poteri.

Isabella Raccuglia

venerdì 4 marzo 2016

Un manifesto della libertà? - Chissà come dicono minchia in Malesia

La Malesia e il workshop di volontariato per la prevenzione dell'Aids. La Malesia e le Perhentian Islands. La Malesia, la donna di seicento anni e le similitudini con lo storico mercato di Ballarò. Difficile scovare un punto di non ritorno, un'interruzione della vita che scorre, un punto dal quale non si può scappare. Manu, Xiu, Shereen, Nicki, Maria. Molti abbandonano, i più forti tendono la mano alla forza e si unificano. Diventa rilevante il tema della multiculturalità, gettando le basi per un affresco condiviso che dona spazio alle differenze del tempo, dello spazio e dei chilometri che dividono una regione del mondo dall'altra. In Malesia, 'minchia' non esiste. L'intercalare più famoso, però, è 'lah'. 'Lah' ad ogni frase, ad ogni domanda, ad ogni affermazione. L'immaginazione porta con sé il segreto del tempo, una sicurezza che indovina e scopre ogni vicolo. La bava che esce dalla bocca di una ventenne, le urla dei compagni che, come le lampade ad olio, mordono il cielo. Un mosaico di piccole coincidenze e la possibilità di una corrispondenza segreta, ma intenzionale, degli spiriti più forti.  La volontà di una voce viva che sembrava non fosse pronta alle eventualità di una terra a lui sconosciuta, si scompone e riesce a regalarci situazioni di maturità e collettività, di desiderio e angoscia. Il fumo che scoperchia i tetti e il sesso. Non esiste viaggio che non comporti relazioni consapevoli. E' il caso di questo libro, che si  presta perfettamente a diventare un piccolo manifesto della libertà.

Emanuele Scaduto 


Chissà come dicono minchia in Malesia, di Gualtiero Sanfilippo (edz. Il Palindromo)

AAS prossimi impegni

6 marzo 2016 dalle 10 alle  20 - Bagheria - Corso Umberto - Mercato degli artigiani

8 marzo 2016 dalle 19.00 - Palermo Le città invisibili, via Torricelli 32 - MIMOSA INVISIBILE

giovedì 3 marzo 2016

21 grammi - Che minchia inventano

Finché morte non ci separi! E chi l'ha detto? Solo una scelta. Sufficiente 21 grammi - è stato chiamato così. Lo stesso peso che hanno dato alla nostra anima per chiederci se esista. L'unica certezza continuare a provare  piacere intimo con chi non esiste più.

martedì 1 marzo 2016

Ricordi di San Valentino - I fiori di Nitto

Un suono di campanello dal  portoncino giù; rispondo al citofono: chi è?  Signora sono il ragazzo del fioraio Moncada, mi apra ci sono delle rose per lei! Per me? ma è sicuro? Apro il portoncino, il ragazzo sale lascia le rose va via! Ero certa che ci fosse uno scambio di persona, ma che volete, in quel momento mi è tanto piaciuto illudermi che quelle magnifiche rose fossero per me!!! Per tutta la mattinata mi sono tenuta le rose, e non leggevo il biglietto incluso apposta per non subire quella amara delusione, che sapevo ci fosse! Pensavo... è mai successo che (LUI) si sia ricordato di qualche bella ricorrenza facendomi un regalo? (MAI) eppure sono certa che mi ama, anche se vengo dopo i suoi adorati cavalli!! Appunto, ricordava tutte le date e le ricorrenze di loro, mai che si ricordasse del mio onomastico, il mio compleanno, di San Valentino, mai!! Era scontato per lui che io non dessi importanza a queste sciocchezze,non pensava che mi potessero ferire, non pensava che la mia anima potesse star male per diverse settimane!! Era come se io fossi lui e lui fosse me, un'unica persona! Per lui era scontato che io avessi le sue stesse idee! Doveva essere questo il suo concetto! Era senz'altro come pensavo!! In questo caso le rose erano superflue!  Consegnai le rose alla sua proprietaria mia omonima, me ne separai con dolore! Passa il tempo, un altro San Valentino, siamo ad una festa, organizzano di recitare una poesia o fare una dichiarazione d'amore alla moglie o viceversa! 
Sono stata io a fargli la poesia: Con te è l'immenso e in te mi compenso......non ricordo il resto.
Che volete farci? Meglio dare, almeno poi si ha l'ultima parola!!
Pina Tomasello