Sesto postulato: la certezza dei voti la danno i soldi. Il giorno prima delle votazione il politico distribuisce le mazzette ai capi elettori - il secondo livello della piramide -: nessuna spiegazione, sanno tutto: prendono una carta da cento e la passano sotto il naso dell’elettore che la annusa e si anima; come un sonnambulo va dentro il seggio, mette il voto giusto, si presenta all’uscita e incassa - bravo, hai fatto il tuo dovere, quando hai problemi vieni da me; solo allora riprende coscienza e se ne va, contento della tasca piena si fa una mangiata alla tua salute. Così si creano piramidi immense, dove ogni nodo è un voto sicuro, una squadriglia di cani ammaestrati da affittare per le comunali, regionali e amministrative, e fai un figurone. Meglio scegliere i candidati tra i medici, soprattutto per la carica di sindaco, è sufficiente che vadano a fare visite a domicilio che l’elettore gli molla un voto grazioso senza bisogno di sganciare: non c’è paese che non abbia uno medico di famiglia a capo del palazzo municipale – spesso durano poco, dicono che i mobili buoni dell'ufficio glieli freghino sotto il naso, dicono che nell'arco di un mandato la loro simpatia si perda dietro tasse crescenti per necessità, ma intanto sono loro il terzo livello della piramide elettorale (finito il fascino di un medico ce n'è sempre un altro che scalpita in attesa di sanare disavanzi con la penicillina – hanno la metafora del malato facile, sono convinti che la pubblica amministrazione è un bambino con la diarrea). I politici, quando si trovano tra di loro si guardano in faccia, parlano, si fanno promesse, sono amiconi che si inebriano della loro esclusività, si fanno i complimenti tra di loro. Ma quando uno si allontana, quelli che restano non perdono tempo, gli misurano la piramide: tutto fumo, questo neanche ha il voto di sua moglie, oppure il contrario, questo lo vota mezzo paese, ha i cani attaccati bene. I politici sono come i maglioni: la misura della piramide dietro il collo, quando li rivolti nell’etichetta leggi small, large o extralarge. Ma il vero politico, quello che comanda sempre e non molla mai, non compare: ha capito che per sopravvivere alle ondate da destra e da sinistra, lui deve stare in ombra, invisibile ma presente, e mentre si alternano medici-sindaco e consiglieri-infermieri, lui sopravvive alle nuove correnti, le domina, le vede nascere e perdere forza, nuovi facce sataniche da locandina elettorale rimpiazzano i vecchi nel nome della discontinuità - bella parola -, ma lui c'è sempre, ricoperto di muffe e croste e verruche e gode, perché nonostante gli avvisi di garanzia, le citazioni, le truffe presunte e le truffe accertate, i prestanome etc, lui continua ad avere tutti in mano.
Giorgio D'Amato