Nei
giorni scorsi è stata incoronata la nuova reginetta di bellezza italica, Miss
Italia insomma. Sì, il concorso esiste ancora. Da qualche anno il programma da
Rai Uno è stato relegato a La7, ma che significa? Sì, il patron Mirigliani non c’è
più, ma Miss Italia resta il concorso di bellezza più importante del Paese. È
risaputo che La7 è un canale più libertario rispetto alla benpensante Mamma
Rai, il testimone del patrocinante al concorso è passato alla figlia di
Mirigliani, una donna al passo coi tempi, che ha sostituito più che degnamente
il padre in un compito delicato come quello di madrina delle miss. La
conduzione del programma è stata affidata a Simona Ventura. È segno dei tempi
che cambiano, finalmente le donne possono dimostrare di valere quanto gli
uomini, svolgendo compiti rilevanti con lo stesso zelo dei colleghi dell’altro
sesso. Pari opportunità meritatissime. E che dire della nuova Miss? Per un anno
intero tutte le ragazze tra i 14 e i 25 anni considereranno Alice Sabatini un punto
di riferimento estetico e comportamentale (durante il concorso negli anni si è
sempre detto che Miss Italia rappresenta la tipica bellezza nazionale, la
ragazza della porta accanto), madri e padri potranno dormire sonni tranquilli
considerandola emblema morale della gioventù moderna, una figlia in più. Si è
alzato un gran polverone per un’esternazione della reginetta. Alla domanda – di
spessore, come solo la giuria di un simile concorso può elaborare – posta dal
giurato Claudio Amendola: “Se potessi scegliere di vivere in un altro periodo
storico, quale sceglieresti?” Alice ha risposto candidamente che “visto che a
scuola si studiano pagine e pagine sulla seconda guerra mondiale” vorrebbe
vivere nel ’42 per vedere la guerra, tanto lei è donna e non avrebbe fatto il
militare. E quindi? Solo perché oggi viviamo nel degrado morale e nella
confusione di genere, ci scandalizziamo se una ventenne mantiene alto il
significato dell’essere donna e non si vergogna di approfittare dei vantaggi
che ne derivano? Le pari opportunità sono una cosa dei nostri anni, la ragazza
mostra una spiccatissima conoscenza non solo della storia ma anche del diritto
affermando che nel 42, essendo lei donna, avrebbe potuto godersi lo spettacolo
della guerra senza andare in trincea. Nessuna offesa, dunque, a chi la guerra
l’ha vissuta, alle donne di allora, che se avessero avuto davanti Amendola
chissà che cosa gli avrebbero risposto.
Serena
Giattina