È
l'ennesimo commissariamento per la cittadina, già conosciuta alla nazione per
le infiltrazioni mafiose che negli ultimi anni hanno costretto i precedenti
sindaci a lasciare la propria poltrona.
Stavolta, però, la voce dell'accusa arriva dal basso, o, meglio, dal “piccolo”.
È Ismaele La Vardera, aspirante giornalista di ventun anni, a puntare il dito
contro le presunte irregolarità avvenute durante il sorteggio degli
scrutinatori alle passate Europee. Secondo quanto riportato dal giovane, il
sindaco Francesco Cerrito, in carica da due anni, avrebbe falsato la lettura
dei numeri dei candidati allo scrutinio, allo scopo di favorire la gente a lui
ed alla giunta vicine, completamente d'accordo con gli altri componenti già
prima che tale imbroglio venisse messo in atto. Ismaele, messosi in moto per
far chiarezza sull'accaduto, ha raccolto testimonianze e pareri e poi portato
il tutto al primo giornalista di TeleJato, nota emittente siciliana al cui
timone è Pino Maniaci. Il documento certamente più significativo
dell'inchiesta, andata in onda quattro mesi fa e condotta, in un servizio
televisivo, dallo stesso Ismaele, è la registrazione telefonica che il ragazzo
ha raccolto durante una conversazione col consigliere Licciardi, che ha
“cantato” le responsabilità sue e di tutti i componenti la Giunta: “Se parlo io
succede il finimondo... il Sindaco non se la può prendere con me, perché se
cado io cade anche lui”. Queste alcune delle dichiarazioni del Consigliere.
Le parole di Ismaele, dopo la messa in onda del servizio, hanno provocato
l'interesse delle Forze dell'Ordine, che hanno avviato un'inchiesta per
chiarire le eventuali responsabilità del Comune. Lui, però, non si è fermato
qui: ha contattato Le Iene che, naturalmente, non si sarebbero mai fatte
sfuggire lo scoop. E così la cittadina, tutta presa com'era dalla Fiera Del
Libro svoltasi due settimane fa, s'è vista piombare “in casa” Matteo Viviani e
la sua troupe, che proprio durante la Mostra ha chiesto spiegazioni un po' a
tutti, dal sindaco alla gente per strada, passando per il fedelissimo Giovanni
Pitarresi, assessore del P.D. che ha strenuamente difeso il dottor Cerrito ed i
suoi. “Qui si vuole cavalcare l'onda del parlar male di Villabate”, ha detto.
Ed ad un primo acchitto l'affermazione sembrerebbe vera. Facile sembra,
infatti, accanirsi contro un paese che di trascorsi negativi ha già piena la
carriera: meno comodo è, invece, riconoscere i passi che questo ha fatto verso
un percorso, lento ma tenace, di progressiva legalità (e legalizzazione). Ma
tanti, piccoli passi sono spesso smentiti da un grande, gigantesco passo
indietro, e questo pare essere definitivo.
Ma come ha reagito la popolazione?
Le risposte, di certo, non si sono fatte attendere, vuoi anche per il grande,
sempre più importante impatto che un programma come Le Iene ha sulle persone,
le quali (è, probabilmente, il caso di Ismaele), lo reputano un metodo
assolutamente affidabile per la diffusione di notizie e la denuncia di brogli e
anomalie di ogni natura. C'è chi elogia il coraggio di Ismaele, e lo addita già
come un eroe. Il ragazzo ha già ricevuto molti messaggi di apprezzamento e
stima sul suo profilo Facebook, in cui si legge: “Grazie per i tanti attestati
di stima, per le vostre parole. Vi chiedo solo una cosa, piccola ma importante,
non fate passare l'idea che attraverso il servizio ho trasmesso qualcosa di
'straordinario' poiché penso (che quel che ho fatto, NdR), sia semplicemente
ordinario”.
Tanti, invece, attaccano aspramente il giovane, insinuando che il suo non sia
un gesto genuino, né volto al bene del Paese: “È un presuntuoso in cerca di
attenzioni e che vuol mettersi in mostra per dare una spinta alla sua
carriera”; “Alla fine del servizio mi piange pure... che, 'sta scenetta gli
varrà l'Oscar, magari?”, Si legge tra le pagine di un gruppo, anche questo su
Facebook. Pareri negativi si raccolgono anche tra gli “Abbatesi” incontrati per
le vie del Paese, i quali, sebbene ammettano che che la denuncia dovesse, sì,
esser fatta, aggiungono anche che non fosse necessario ricorrere alle Iene
umiliando tutti: “Non si poteva andare alla Procura della Repubblica e
risolvere tutto con dignità? Siamo di nuovo alla berlina, il Paese ha già
sofferto, ora siamo lo zimbello d'Italia ancora una volta”.
Anche io, devo dire, ho tanto riflettuto su quest'ultima obiezione, ritenendola
la più valida. Ma in un Paese in cui l'unico testimone fra i presenti alla
famigerata scelta degli scrutinatori è costretto ad alterare volto e voce
perché “C'ha paura per la famiglia”; un Paese in cui mi viene detto: “Anche
quell'altro che si copre, tanto si sa chi è...”, è il caso o no di fare appello
ai “mezzi pesanti”?
Che importa di quali siano gli scopi del La Vardera, in fondo? Rispondere al
servizio delle Iene con “L'unica cosa che abbiamo guadagnato è che La Fiera del
Libro è stata oscurata”, per me, avalla quel sentimento omertoso - sì: OMERTOSO
– secondo il quale le cose si possono risolvere semplicemente... magari
con un posto in Giunta e zittuti sul resto. E se non vogliamo chinare il
capo e ammettere d'aver sbagliato nemmeno quando ci viene sbattuta in faccia la
triste verità... ben venga il gesto di Ismaele, interessato o meno che sia.
Elena Spina
Qui il filmato su LE IENE