lunedì 13 ottobre 2014

L'arte spiegata ai non vedenti: 'a guernica

Questo non è quatro che si potesse appizzare nel salotto. Quello che lo fece ha sfraiato colori che poteva tingere una cosa bella con la natura morta. Invece c’è di scantarsi, che mi raccontarono che uno che aveva questo quatro appeso in cammara da letto, una notte ci venne una specie di groppo alla bocca dell’anima e si conturciuniava tutto, che vuci che gridava, pareva tre opere liriche che cantano tutte insieme, e tutte arraggiate di faccia e di cuore. Poi ci andò la madre e ci disse: in questa casa o ci sto io o ci sta questo quatro. E il quatro finì nella munnizza. Bonu fece, non si poteva addolorare.
Un altro che invece ce l'aveva appizzato in salotto, u pigghiavano pu culu, ci dicevano: questo quatro te lo regalò tua mugghieri? In effetti il bestiolo con la decorazione ti assomiglia!
Io un quatro di questo in un posto solo lo mettesse, che so, in una macelleria, che potesse fare la pubblicità per i pezzi di carne attipo il bollito o la sfasciatura. Il filetto no, ci volesse un quatro diverso più leggero.
Il tincitore di questo quatro io il nome lo so, ma in questo paese d’italia non si può dire che potesse sembrare vastaso. Nel suo paese sono cabbasi suoi, ognuno come si vuole chiamare si chiama, a nuatri non ce ne può futtiri di meno.

Comunque, a volte essere uorbi è una fortuna, perché uno che non ci vede, ma pure che ha la miopia attipo sette gradi che ci mancano, si può appizzare questo quatro senza avere le turbine del sonno.

gd