Questo quatro che sto per spiegare all'uorbi, per poterlo comprare ci vogliono soldi assai, attipo che ci dovessi dire a mio frate di andare a rapinare tutte le banche di Palemmo, insomma, soldi a tignitè.
Intanto, il pittore ci ha pittato i margheritoni, ma siccome freschi cogliuti da poco non li aveva, li andò ad arrubbare al cimitero, sono inpassuluti e spampinati, che dal quatro non si sente, ma fanno un feto di acqua morta ammuricata che non si può stare. Si può deducere che il pittore aveva il naso attuppato.
Comunque, sono margheritoni lariuni.
Essi sono messi in un vaso di marca Vincent, che sarà stato comprato al mercatino di bonu e bon'è, perché io questa marca Vincent nelle liste di nozze e negli articoli da regalo mai l'ho vista. Per me è di plastica.
Nel complesso il pittore non se la fidava assai, quello sdisonorato di mio nipote, che scuola non ne vuole nemmeno a brodaglia, quando si ci mette fa la casetta con le montagne e il fiume e le capre - gran figghio di sua madre dice che la capra con le corna attorcioniate fosse sua zia, cioè io -; ci vogliono occhi per taliare questi quatri che fa. Troppo belli che si meritassero una cornice d'oro con il velluto rosso bordò da appizzare in salotto di stile. Questi sì che fossero quatri belli, no sta cosa laria con i fiori lariuni che sembrano broccoli lasciati allo scuro.
Ma poi questo quatro fu fatto solo con il giallo, il pittore ziccuso e misero manco aveva un poco di rosso o un poco di blu, tutte cose gialle fece? Per me il titolo di questo quatro dovesse essere "itterizia".
Giorgio D'Amato