Si assiste negli ultimi tempi in quel di Bagheria a un fenomeno che, come si era paventato giorni addietro, pare stia divenendo endemico: le “targhe d'asporto.” Non fai in tempo a piazzarne una che al massimo dopo due giorni è bell’e sparita. L'ultima giusto in ordine di sparizione è quella di Piazzetta Vittime della mafia. Sì, targhe d'asporto che come le pizze - appena pronte - si portano via. Il fenomeno presenta anche delle specificità non proprio chiare perché pare che ci siano sia targhe caduche (quella del Rotaract) sia effimere (Legality Mob). Insomma una targa e via!
L'autore del gesto è individuo estremamente monotono e ripetitivo, un soggetto nocivo che però una qualità ce l'ha: è attento e partecipe delle iniziative sul territorio, si interessa di cultura, legalità, sociale.
Bene. Al fine di evitare che altri possano emularlo e magari spostare la loro attenzione chessò dalle targhe alle insegne (cosicché domani nessuno saprà che 'u zu Tanino vende pane e sfincione e nno zu Piddu si vendono strucchiole e cineserie) si farà appello alla generosità dei bagheresi invitandoli a portare in un centro di raccolta all'uopo identificato tutte le targhe, targhette e consimili che non sono più usate o che sono scadute e giacenti e languenti da qualche parte.
Di contro invece si invita la cittadinanza che abbia a cuore qualche targa in particolare a vigilare sulla stessa e a ben assicurarla con dei supporti a prova di bomba, perché potrebbe sparire sotto gli occhi, anche sotto quelli di coloro che invece vedono tutto, sanno tutto, ascoltano tutto, le solite sentinelle dietro le persiane accostate che stanno dalla parte sbagliata di questa città.
E a proposito, ladro di targhe, sì, mi rivolgo a te, sappi che puoi asportarne quante vuoi, ma ciò non fermerà le donne e gli uomini di buona volontà di questo paese neppure se domani tu rubassi la targa con l'indicazione stradale di “Bagheria”. Non sarebbe questo a farci sbagliare strada.