Sandro Camilleri, IL MAGGIORDOMO ASSASSINO
pagine
220, brossura, Stordito editore, 2013.
Sandro
Camilleri, cugino d’arte, che si è dedicato alla scrittura dopo che Andrea è
diventato famoso. La sua ultima fatica ci racconta l’ennesima indagine dell’ispettore
Montalcino dal titolo rivelatore “Il maggiordomo assassino”.
Camilleri
(Sandro, n.d.a.) sin dalle prime pagine stabilisce un patto con il lettore, lo
ha fatto in tutti i suoi libri. Sul frontespizio l’autore si solleva da
qualsiasi responsabilità civile e/o penale, dichiara che il contenuto delle
pagine seguenti non è imputabile alla propria volontà etc etc (…). Segue la
firma autografa e una breve dedica standard con spazio per il nome.
Camilleri
(sempre Sandro), ho letto di lui su un libro che è appena uscito da un periodo
di scompigli personali, di questo troviamo conferma nella sua scrittura che
procede per accumulo, dentro questo libro si ammassano in modo compulsivo decine
di frasi multisoggetto, traboccano sgomitando dai margini della pagina,
ciascuna con l’intenzione di essere la frase rivelatrice.
Il maggiordomo
è anche il protagonista della storia, per tutta la durata del libro s’inventa
scuse elaborate per evitare l’ingresso dell’ispettore nella villa, dove si
trova il cadavere della vittima, nel timore che ciò possa dare una svolta decisiva
a tutta la vicenda.
Solo
a pagina duecentodiciannove l’ispettore stremato riesce a varcare la soglia, ma
ormai il tempo stringe, l’ispettore ha giusto il tempo di dare un’occhiata ai
quadri appesi nel salotto liberty e siamo arrivati alla parola “fine”.
Il
romanzo finisce sul più bello, il cadavere non si è visto e l’identità della
vittima non è stata svelata, impigliata forse tra le righe fitte o tra le
cuciture a filo refe. Il gesto istintivo che viene da fare prima di chiudere il
lbro è quello di scorrere con il dito l’indice dei capitoli e il colofon, in
cerca di un ultimo indizio. Inutile, troppo tardi.
Camilleri
(Sandro) stavolta, come tutte le altre, riesce a stupirci, in attesa del
prossimo omicidio irrisolto.
Raimondo
Quagliana per AAS Magazine