venerdì 24 ottobre 2014

Palermo, vigila su te stessa

Palermo, si sa e corriamo consapevolmente il rischio di apparire qualunquisti e di voler fare di tutta l'erba un fascio, ma francamente ce ne freghiamo, è notoriamente un concentrato di smog, merda di cane, posteggiatori abusivi e impavidi extracomunitari che affollano incroci e semafori. Non ci soffermeremo sulla città scrigno di bellezze artistiche vituperate, ignorate o privilegio di pochi a noi interessa il volto che mostra giornalmente. Come è cambiato?
In peggio senza possibilità di appello, si è arricchita di punkabbestia (termine che ancora oggi mi chiedo cosa diavolo significhi), saracinesche che si calano una dopo l'altra come le palpebre di un morto e un salotto “buono” della città che mette in mostra molle e pulci ogni giorno di più.
Di turisti se ne incontrano ancora per le strade del centro con il naso all'aria, l'abbigliamento fuori stagione, perché si sa da noi c'è sempre il sole, li vedi ignorati ai tavolini dei bar dove camerieri professionali assai li lasciano a languire finché si alzano e vanno via.
Talvolta ci raccontano la favola che la città è cambiata, forse sono gli occhi di chi la osserva a essere cambiati una mancata accettazione della realtà, ma la puzza dei rifiuti e il rumore delle palazzine che crollano non riescono ad ingannare gli altri sensi. Però non tutto è perduto a Palermo qualcosa che rimane fedele a sé stesso e immutabile nel tempo c'è. Anzi ci sono e sono loro i vigili urbani. Simbolo della solidità e della coerenza, il braccio armato in guanti bianchi dell'urbe. Il corpo o meglio l'appendice del primo cittadino, quello che il 'sindacolosafare'. Sono tali certezze metropolitane a darti la misura delle cose che non cambieranno mai e non sai se ciò ti consola o ti dà il colpo di grazia. Quegli uomini e quelle donne che sfidano le intemperie, l'afa, i tombini guizzanti, i motorini selvaggi e i suonatori di trombe per aiutarti a trovare la direzione giusta. C'è traficu allura ci sunnu i vigili. Frase che rientra nel gergo cittadino e vale più di un antico proverbio, scientificamente provato, ecco perché allora spesso spariscono: per migliorare la viabilità. E dove finisce un vigile quando sparisce? Bella domanda, quelli che non sono dall'oculista a curare la miopia poiché ignorano le auto parcheggiate da chi soffre da sindrome di doppia e tripla fila a sua volta patologia diffusissima che affligge almeno un palermitano su tre, sono a prendere il caffè in quei bar pronto soccorso che sono disseminati ovunque, lì i nostri potranno ricevere ricovero e conforto. Un po' come gli uccelli migratori però ritornano nelle stagioni indicate sui calendari come mese della tredicesima, questo mese non figura nelle case più povere dove addirittura si risparmia pure sul mese di agosto, tanto noi soldi per le ferie non ce ne abbiamo, escono per batter cassa, riacquistano la vista e ripassano il codice della strada che neanche dovessero rifare gli esami per riprendere la patente. Nei mesi di letargo invece non li trovi neanche a cercarli con il lanternino, al massimo dopo ripetute telefonate, ti può arrivare un carro attrezzi, la loro assenza spesso produce in inverso il proliferare di fenomeni assai strani e cioè l'indisturbato operare di abusivi e vagabondi semi stanziali. I primi pare abbiano seguito dei corsi di magia perché con un lenzuolo bianco sono capaci in un fiat di fare sparire chilate di paccottiglia, gli altri invece sono capaci di creare un accampamento dal nulla, si narra di sito del genere presso la piazza Principe di Camporeale, un altro presso via Magliocco, ove si espletano i bisogni all'aria aperta per la gioia di quei turisti che potranno portare un souvenir molto speciale del loro viaggio in Sicilia. Ma non tutto è perduto tra poco avremo il tram, e non ci provate neppure a lamentarvi del disagio creato dai cantieri di lavoro. “Stanno lavorando non solo per te, ma per tutti” minaccia è giusto il caso di dirlo una pubblicità dai cartelloni disseminati in giro. Si risolverà il problema del traffico, ma questa notizia chi la darà ai vigili?


Come si risolleva Palermo?

Palermo si risolleva da sola. Date Palermo ai palermitani, loro sanno come farcela. Nello svolgere ognuno le proprie mansioni i palermitani possono utilizzare la tattica del meglio tardi che mai ovvero “u fazzu dopu, picchi ora haiu chiffari”. Chissà cos'è stu' chiffari. Quando prendono le decisioni più drastiche scaricano tutta la responsabilità-fiducia sull'ultimo arrivato, a colpi di 'accollamento' totale. Negli USA è: “yes, we can” un verbo che a qualcuno ha portato fortuna. In Italia è: “si può fare” ma non ha funzionato per niente. A Palermo diventa una sorta di 'in bocca al lupo' a prova di attasso: CPF, Cià po' fari. O in alternativa un 'credo', diretto come un gancio sinistro in pieno volto, degno di un pugile che ti manda al tappeto immediatamente. “Un si ttu? Fai tu!”. In poche parole: pensa positivo applicando il Metodo Minni. Minni nesciu, minni vaiu e Minni...vabbè lasciamo stare.

Palermo è un villaggio globale, in che senso?

Palermo è un villaggio. A prescindere che sia globale o meno.
Uomini, donne, bambini, giovani, anziani, piccini. Piena di colori e dai mille sapori. Trovi mercati storici svuotati e mercati rionali affollati. In giro per la città sono presenti anche villaggi. Si può partire dal Villaggio Santa Rosalia, detentore del titolo di edilizia popolare, tanto da farsi Largo a Medaglie d'oro e arrivare fino a Villaggio Ruffini, nella zona nobile della città, da dove si arriva prima in via Libertà. Poi ci sono due zone che appena nate parevano due compari lontani, e adesso sono due Santi in Paradiso: San Giovanni Apostolo e San Filippo Neri. In origine furono CEP e ZEN. CEP è l'acronimo di Centro Edilizia Popolare, confinante con Borgo Nuovo, nato negli anni Settanta e cresciuto negli anni Ottanta fino ad arrivare ai giorni nostri. ZEN, che ha un 'fratello gemello' accanto a lui, ZEN 2, non è l'antenato di una filosofia buddhista ma la Zona Espansione Nord, incastrata tra cinque borgate limitrofe: Pallavicino, Tommaso-Natale, Partanna-Mondello, Resuttana-San Lorenzo e Sferracavallo.

La soluzione più semplice?

Palermo non è solo Conca d'oro ma qui il centro commerciale non c'entra. Da qui sei al Centro del Mondo, puoi prendere tutte le strade per tornare a casa ma se sbagli svincolo puoi ritrovarti all'ingresso della autostrada A-29 e dirigerti verso l'aeroporto internazionale di Palermo-Punta Raisi per spiccare il volo verso Paesi inesplorati alla ricerca della felicità perduta. Comunque sia, il palermitano può essere di mille maniere. Pieno di smog, munnizza, impiegato o disoccupato, cassintegrato o imbrigliato nel precariato, esodato o licenziato ma dovunque va non passa mai inosservato.


Adele Musso (ha collaborato Sabino Bisso)