Palermo,
si sa e corriamo consapevolmente il rischio di apparire qualunquisti
e di voler fare di tutta l'erba un fascio, ma francamente ce ne
freghiamo, è notoriamente un concentrato di smog, merda di cane,
posteggiatori abusivi e impavidi extracomunitari che affollano
incroci e semafori. Non ci soffermeremo sulla città scrigno di
bellezze artistiche vituperate, ignorate o privilegio di pochi a noi
interessa il volto che mostra giornalmente. Come è cambiato?
In
peggio senza possibilità di appello, si è arricchita di
punkabbestia (termine che ancora oggi mi chiedo cosa diavolo
significhi), saracinesche che si calano una dopo l'altra come le
palpebre di un morto e un salotto “buono” della città che mette
in mostra molle e pulci ogni giorno di più.
Di
turisti se ne incontrano ancora per le strade del centro con il naso
all'aria, l'abbigliamento fuori stagione, perché si sa da noi c'è
sempre il sole, li vedi ignorati ai tavolini dei bar dove camerieri
professionali assai li lasciano a languire finché si alzano e vanno
via.
Talvolta
ci raccontano la favola che la città è cambiata, forse sono gli
occhi di chi la osserva a essere cambiati una mancata accettazione
della realtà, ma la puzza dei rifiuti e il rumore delle palazzine
che crollano non riescono ad ingannare gli altri sensi. Però non
tutto è perduto a Palermo qualcosa che rimane fedele a sé stesso e
immutabile nel tempo c'è. Anzi ci sono e sono loro i vigili urbani.
Simbolo della solidità e della coerenza, il braccio armato in guanti
bianchi dell'urbe. Il corpo o meglio l'appendice del primo cittadino,
quello che il 'sindacolosafare'. Sono tali certezze metropolitane a
darti la misura delle cose che non cambieranno mai e non sai se ciò
ti consola o ti dà il colpo di grazia. Quegli uomini e quelle donne
che sfidano le intemperie, l'afa, i tombini guizzanti, i motorini
selvaggi e i suonatori di trombe per aiutarti a trovare la direzione
giusta. C'è traficu allura ci sunnu i vigili. Frase che rientra nel
gergo cittadino e vale più di un antico proverbio, scientificamente
provato, ecco perché allora spesso spariscono: per migliorare la
viabilità. E dove finisce un vigile quando sparisce? Bella domanda,
quelli che non sono dall'oculista a curare la miopia poiché ignorano
le auto parcheggiate da chi soffre da sindrome di doppia e tripla
fila a sua volta patologia diffusissima che affligge almeno un
palermitano su tre, sono a prendere il caffè in quei bar pronto
soccorso che sono disseminati ovunque, lì i nostri potranno ricevere
ricovero e conforto. Un po' come gli uccelli migratori però
ritornano nelle stagioni indicate sui calendari come mese della
tredicesima, questo mese non figura nelle case più povere dove
addirittura si risparmia pure sul mese di agosto, tanto noi soldi per
le ferie non ce ne abbiamo, escono per batter cassa, riacquistano la
vista e ripassano il codice della strada che neanche dovessero rifare
gli esami per riprendere la patente. Nei mesi di letargo invece non
li trovi neanche a cercarli con il lanternino, al massimo dopo
ripetute telefonate, ti può arrivare un carro attrezzi, la loro
assenza spesso produce in inverso il proliferare di fenomeni assai
strani e cioè l'indisturbato operare di abusivi e vagabondi semi
stanziali. I primi pare abbiano seguito dei corsi di magia perché
con un lenzuolo bianco sono capaci in un fiat di fare sparire chilate
di paccottiglia, gli altri invece sono capaci di creare un
accampamento dal nulla, si narra di sito del genere presso la piazza
Principe di Camporeale, un altro presso via Magliocco, ove si
espletano i bisogni all'aria aperta per la gioia di quei turisti che
potranno portare un souvenir molto speciale del loro viaggio in
Sicilia. Ma non tutto è perduto tra poco avremo il tram, e non ci
provate neppure a lamentarvi del disagio creato dai cantieri di
lavoro. “Stanno lavorando non solo per te, ma per tutti” minaccia
è giusto il caso di dirlo una pubblicità dai cartelloni disseminati
in giro. Si risolverà il problema del traffico, ma questa notizia
chi la darà ai vigili?
Come
si risolleva Palermo?
Palermo
si risolleva da sola. Date Palermo ai palermitani, loro sanno come
farcela. Nello svolgere ognuno le proprie mansioni i palermitani
possono utilizzare la tattica del meglio tardi che mai ovvero “u
fazzu dopu, picchi ora haiu chiffari”. Chissà cos'è stu' chiffari.
Quando prendono le decisioni più drastiche scaricano tutta la
responsabilità-fiducia sull'ultimo arrivato, a colpi di
'accollamento' totale. Negli USA è: “yes, we can” un verbo che a
qualcuno ha portato fortuna. In Italia è: “si può fare” ma non
ha funzionato per niente. A Palermo diventa una sorta di 'in bocca al
lupo' a prova di attasso: CPF, Cià po' fari. O in alternativa un
'credo', diretto come un gancio sinistro in pieno volto, degno di un
pugile che ti manda al tappeto immediatamente. “Un si ttu? Fai
tu!”. In poche parole: pensa positivo applicando il Metodo Minni.
Minni nesciu, minni vaiu e Minni...vabbè lasciamo stare.
Palermo
è un villaggio globale, in che senso?
Palermo
è un villaggio. A prescindere che sia globale o meno.
Uomini,
donne, bambini, giovani, anziani, piccini. Piena di colori e dai
mille sapori. Trovi mercati storici svuotati e mercati rionali
affollati. In giro per la città sono presenti anche villaggi. Si può
partire dal Villaggio Santa Rosalia, detentore del titolo di edilizia
popolare, tanto da farsi Largo a Medaglie d'oro e arrivare fino a
Villaggio Ruffini, nella zona nobile della città, da dove si arriva
prima in via Libertà. Poi ci sono due zone che appena nate parevano
due compari lontani, e adesso sono due Santi in Paradiso: San
Giovanni Apostolo e San Filippo Neri. In origine furono CEP e ZEN.
CEP è l'acronimo di Centro Edilizia Popolare, confinante con Borgo
Nuovo, nato negli anni Settanta e cresciuto negli anni Ottanta fino
ad arrivare ai giorni nostri. ZEN, che ha un 'fratello gemello'
accanto a lui, ZEN 2, non è l'antenato di una filosofia buddhista ma
la Zona Espansione Nord, incastrata tra cinque borgate limitrofe:
Pallavicino, Tommaso-Natale, Partanna-Mondello, Resuttana-San
Lorenzo e Sferracavallo.
La
soluzione più semplice?
Palermo
non è solo Conca d'oro ma qui il centro commerciale non c'entra. Da
qui sei al Centro del Mondo, puoi prendere tutte le strade per
tornare a casa ma se sbagli svincolo puoi ritrovarti all'ingresso
della autostrada A-29 e dirigerti verso l'aeroporto internazionale di
Palermo-Punta Raisi per spiccare il volo verso Paesi inesplorati alla
ricerca della felicità perduta. Comunque sia, il palermitano può
essere di mille maniere. Pieno di smog, munnizza, impiegato o
disoccupato, cassintegrato o imbrigliato nel precariato, esodato o
licenziato ma dovunque va non passa mai inosservato.
Adele
Musso (ha collaborato Sabino Bisso)