Sandro
Camilleri, COMPAGNETTI DI MERENDINE
pagine
203, brossura, Stordito editore, 2014.
L’ultima
fatica di Sandro Camilleri, cugino maggiore di Andrea, maggiore in età, ma non
in popolarità, dato che Camilleri (il Sandro, n.d.a.) non riesce a piazzare
un’opera, che sia una, nelle classifiche di vendita dei gialli, né tantomeno
dei noir.
L’autore
esordisce con un incipit/appello, nomi e cognomi di tutti gli ex compagni di
scuola dalle classi elementari fino alla maturità, con alcune incursioni nelle
altre sezioni. Compagni di classe sia maschi che femmine, elemento di
trasgressione che non passa inosservato, dato che ai suoi tempi le classi non
erano miste, i maschi in una sezione, le femmine in un’altra, per evitare che i
maschi adolescenti, ai primi impulsi sessuali si comportassero come il loro
istinto beluino reclamava di fare, cioè si denudassero il pisello e iniziassero
a trastullarlo e mostrarlo a destra e a sinistra, accompagnati da gridolini di
stupore. Il fattaccio era successo un paio di volte nelle altre classi miste,
poi erano stati divisi i sessi e ognuno aveva imboccato la propria strada
onanistica.
Camilleri
(Sandro) compie questo viaggio a ritroso nel mondo della scuola, ci mostra un
ispettore Montalcino imberbe e imbranato alle prese con un compagnetto con cui
divide sempre le merendine. Il titolo “Compagnetti di merendine” riporta il
lettore al vero mistero del libro: A fine ricreazione chi pagherà il conto
della rosticceria?
Anche
questa volta Camilleri (sempre Sandro) ci lascia perplessi, cerchiamo di
digerire i suoi periodi indigesti e le sue descrizioni aspre e untuose, in
attesa del suo prossimo lavoro, che già sappiamo consegnato alle stampe, dal
titolo “Il rutto liberatorio”.
Raimondo
Quagliana per AAS Magazine