martedì 16 giugno 2015

Il calcio spiegato ai pesci

Premesso che quando il pesce palla seppe che pigliavano a calci  suo cugino il pallone, da allora non si vede più in giro.
Il calcio è praticato dai pesci, che si sappia. Famosa la partita Real Murene-Atletico Pesce spada, che fu interrotta dopo cinque minuti perché tutti i palloni erano stati infilzati. Il pubblico era arrabbiatissimo, le forze dell’ordine spruzzarono olio limone e origano sui tifosi, furono minacciate fritture e zuppe. Solo dopo mezz’ora di tafferugli lo stadio fu sgombro.
Il pesce che, in assoluto, è meno portato per giocare al pallone è il tonno in quanto tonno è lui e tonni ha pure i piedi. Sa sparare solo puntazze.
La vera difficoltà dei pesci è trovare un campo, di solito troppi ricci tra le alghette, e quando un pesce giocatore cade e ne incoccia una, si rovina tutte le squame e inizia a boccheggiare male parole a raffica, tipo figlio di sarda, tua madre è scorfana, tuo padre è grongo, tua sorella è triglia di fondo, tutta la tua generazione siete alacce fituse.
Anche tra i pesci si registra violenza negli stadi: si ricorda l’incontro amichevole tra Juve Delfini contro Inter Squali che finì drammaticamente con una mangiata di giocatori. Dopo quindici minuti gli squali erano distesi a fondo campo a chiedere un digestivo a base di alghe, l’amaro Cernia.
E che dire del campionato interoceanico che si tiene ogni quattro anni nel golfo persico? Lo trasmettono solo a Rete quattro.
Non mancano allo stadio certe pescioline che vanno alle partite per altri scopi: queste sono le Occhiate. E di solito fanno centro, su tutti i giornali di gossip, tipo Novellame 2000, si vedono pescione con le code lunghe e le branchie scoperte che vanno a brucare posidonie in compagnia di famosi  triglioni arancionissimi.

I grandi assenti dalle partite sono i gamberetti, elegantissimi loro vanno solo ai cocktail in compagnia della salsa rosa.

Giorgio D'Amato