Premesso che quando il pesce
palla seppe che pigliavano a calci suo
cugino il pallone, da allora non si vede più in giro.
Il calcio è praticato dai pesci,
che si sappia. Famosa la partita Real Murene-Atletico Pesce spada, che fu
interrotta dopo cinque minuti perché tutti i palloni erano stati infilzati. Il
pubblico era arrabbiatissimo, le forze dell’ordine spruzzarono olio limone e
origano sui tifosi, furono minacciate fritture e zuppe. Solo dopo mezz’ora di
tafferugli lo stadio fu sgombro.
Il pesce che, in assoluto, è meno
portato per giocare al pallone è il tonno in quanto tonno è lui e tonni ha pure
i piedi. Sa sparare solo puntazze.
La vera difficoltà dei pesci è trovare un campo, di solito troppi ricci tra le alghette, e quando
un pesce giocatore cade e ne incoccia una, si rovina tutte le squame e inizia a boccheggiare male parole a raffica, tipo
figlio di sarda, tua madre è scorfana, tuo padre è grongo, tua sorella è
triglia di fondo, tutta la tua generazione siete alacce fituse.
Anche tra i pesci si registra
violenza negli stadi: si ricorda l’incontro amichevole tra Juve Delfini contro
Inter Squali che finì drammaticamente con una mangiata di giocatori. Dopo
quindici minuti gli squali erano distesi a fondo campo a chiedere un digestivo
a base di alghe, l’amaro Cernia.
E che dire del campionato
interoceanico che si tiene ogni quattro anni nel golfo persico? Lo trasmettono
solo a Rete quattro.
Non mancano allo stadio certe
pescioline che vanno alle partite per altri scopi: queste sono le Occhiate. E
di solito fanno centro, su tutti i giornali di gossip, tipo Novellame 2000, si
vedono pescione con le code lunghe e le branchie scoperte che vanno a brucare
posidonie in compagnia di famosi
triglioni arancionissimi.
I grandi assenti dalle partite
sono i gamberetti, elegantissimi loro vanno solo ai cocktail in compagnia della
salsa rosa.
Giorgio D'Amato