mercoledì 3 giugno 2015

L'arte spiegata ai non vedenti: Mio suocero


In questo quatro che non potete osservare, (e non vi siete persi niente!), c’è lui, sì, lui. Ma chi direte voi? Me suogiro, iddu è! Questo tizio dall’aria incacchiata e dall’incarnato grigio di topo vecchio e con la dentiera. 
Al pittore forse gli erano finiti i colori e siccome aveva cominciato dai capelli grigi, decise che grigio lo poteva fare tutto, da capo a piedi, e senza tante sfumature, che tanto a questa età o cinquanta o due sono la stessa medesima cosa. Se lo avessi pittato io, nivuru l’avissi fattu! Io a mio suocero non lo posso sopportare! Che ci volete fare, non è che lui mi ha fatto cosa (pensate sul serio che bisogna fare qualcosa per farsi detestare?), assolutamente no! Basta che sta là come una statuina, che fa finta che non ti guarda, e invece… pure le cose dalle mani mi cadono.
Immaginate uno sguardo a saracinesca, una fessura che non ci passa l’aria, vi assicuro che lui ci vede benissimo, si fece levare pure la cataratta, e il naso? Affilato come una spada, (lo infila ovunque). La bocca, quella, la tiene chiusa, stretta, stretta, ma tanto pure che parla io non capisco niente. Come? Che dice?
Una volta ha detto a mio marito, che poi sarebbe suo figlio: portala dal dottore che sta invecchiando e non ci sente buona!
Talè la cravatta si mise, ma tanto io là lo lascio, nella sedia, nella mia macchina lui non ci sale che soffre di tutte le artrosi possibili e immaginabili, e dobbiamo stare con i finestrini sigillati pure se ci sono quaranta gradi all’ombra. Mi vuole soffocare. Là ti devi stare incrastato nella sedia, al massimo, ti puoi mettere in balcone: guardati le badanti che passano e inquieta le vedove, ma a me mi devi lasciare in pace!

Santa donna fu la bonarmuzza di tua moglie, 'a megghiu suogira che si poteva desiderare, a me mi voleva bene, a lei dovevano pittare in questo quadro, ma lei morse e mi lasciò lui e la seggia!

Adele Musso