In primis questo quatro è un
quatro grande, e conviene taliarlo da lontano: senza mai dio si dovesse schiodare
non lo so comu nni finisci.
Tanto tu non ci vedi, e pecciò picchì ti
devi mettere vicino?
Ora ti dico quello che c’è pittato,
però non è che è tantu facili: è un casino, c’è troppa vucciria!
Appizzato al gancio c’è un quartu
sano sano di vacca.
Mischina tutto si ci vede: cairni,
ficatu e carina. Un picciotto di chianchiere, che a taliallo bene bene non mi pare
troppo spèrto, a vulissi fidduliare col coltello.
Ma capace che la carne non ti attira
e macari un poco ti schifii?
Non c’è problema: là nfacci c’è una
bella pescheria: pulpa, scuirmi, manciaracina, gamberoni e pisci i broru.
E’ tutto sdivacato sopra le balate,
l’occhio è vivo e ancora satarìa: se suchi forte con il naso senti tutto il
ciavoro del mare. L’unico che non si catamìa -pare che gli devono tirare una
fotografia di come è ntamato- è il pisciaiolo, che fa finta di tranciare u piscispata:
capaci che c’è a biunna i Linea Blu, che gira e firrìa è sempre ccà a mangiarsi
le panelle con la scusa che è cultura, e lui tistìa, si sente tutto, picchì pensa
che tutti i suoi parenti lo vedranno registrato.
Gli altri cristiani passano ncutti,
le cascie sono assai e non c’è spazio: sono chine chine di aranci, di limoni e pomaroro;
quanto costano c’è scritto nei pizzina, però dal quatro non si capisce niente, perché
è scritto troppo nico,come al mercato quello vero.
Di altro che si può mangiare di
verdura si vedono i cardoni, i fave, i finocchi e le alive cunsate, e se acchiani
un altro poco sulla stratati puoi comprare pure formaggi o salsina, sasizza o murtatella.
Ora ti cuntu gli altri personaggi
che si vedono nel quatro: c’è unu, ma accussì lariu -matri santa è vero e vero
- che sta scendendo verso noi altri: ha un dolcevita giallo, ma caldo non ne
sente. Le altre persone sono tutte sbrazzate e invece lui di sopra c’hapure la
giacca di fustagno:sarà malato, hagli occhi tutti‘nfussati. E’ l’unico che non
talìa niente di tutto quel manciare: la sola cosa che gli interessa è la bella
signorina che gli sta venendo incontro. Noi a lei la vediamo di spalle, e anche
di culo.
Ma a proposito: c’arrivasti tu a
vederlo u culo della signorina?
No? Mi chi sfurtuna! Si vede che u
Signuruzzu ti ha voluto castiare per qualche cosa ca facisti o che devi ancora
fare!
Lo vuoi spiegato come sto facendo
per il quatro? E come te lo spiego?Tu pensa a na cosa bella tunna, ma no sulu
tunna: pensala pure liscia comu
sita! A pinsasti? Ma veramente? Bih, chi fantasia!
Comunque, sta signorina sta portando
i sacchetti della spisa, ma secondo me deve accattare ancora qualche cosa:
basta ca non si ferma a parrare col picciotto malatizzu, piccarità, perché è veramente
troppolario pi essiri normali!
Ah, mi stavo dimenticando delle
lampade: ce ne sono tre, tutte addumate, che pinnuliano sopra il manciare. Si
usa così:pure se è giorno pieno, tutto si deve illuminare!
Saranno lampeda cento, centocinquanta,
forse anche di duecento: ma cu a paga sta currianti?
Giuseppe Pippo Visconti