Romanzo primo di Gianni Zichichi “L’ultimo lento e poi andiamo via”, edito da Wordmage Edizioni per il sociale, è un viaggio alla volta dei
mitici anni ’80, dal sapore nostalgico anche se vivo più che mai, un viaggio
alla portata di tutti, sia di chi questi anni li ha vissuti da adolescente, sia
per chi era già più “adulto”, sia per chi non era ancora nato, e riesce a
comprenderli e ad assaporarli.
Un viaggio che inizia con una
prefazione scritta da un personaggio noto ed amato a Palermo, e non solo, il
mitico Valentino Picone, che questi
anni li ha vissuti insieme all’autore, essendo compagni di scuola, e che ci
parla di “risate pulite” e di un racconto che ognuno, a modo suo, riesce a far
proprio.
Protagonisti di questa storia sono
un gruppo di giovani studenti, prossimi alla maturità, ed una storia d’amore,
di quelle che non si dimenticano facilmente, vissuta da Valentina e Alessandro; come sfondo, a far da cornice, una Palermo
che si presenta bella più che mai, con l’azzurro del suo mare e il profumo dei
suoi cibi, con i suoi pregi e i suoi difetti, e con la tristezza e l’angoscia
che ci ricorda quel periodo segnato dal sangue, dal terrore e dalla rabbia
legate alle stragi mafiose, a cui abbiamo assistito impotenti.
All’interno del Liceo Classico Vittorio Emanuele II, sito a fianco di
uno dei luoghi più belli e simbolici di Palermo, la Cattedrale, la vita scorre
serena e nella piena normalità, tipica dei giovani di allora, e forse anche di
oggi. Tra ritardi in classe, originali bugie da raccontare ai professori,
interrogazioni ed ansie annesse, imitazioni di prof. e compagni, ed il suono dell’amata ed odiata campanella,
ripercorriamo gli anni più belli insieme ai protagonisti del romanzo. Zichichi,
inoltre, ci riporta alla mente l’allegria e la gioia dei sabato pomeriggi,
tanto attesi durante la settimana, che si era soliti trascorrere tra i cinema,
piazza Politeama, il Giardino Inglese… fino
a descrivere le emozioni primi concerti, i tour nei negozi di musica che oggi a
Palermo non esistono più, e le prime feste, quelle importanti, quelle
indimenticabili dei 18 anni.
Ogni capitolo inizia con una citazione
letteraria o musicale, ci sono tanti riferimenti musicali nel romanzo, anzi si
respira proprio un’aria musicale; e tutto è reso ancora più magico
ripercorrendo i ricordi e i momenti più belli delle nostre vite, come il primo
bacio, le gite scolastiche, i giri in vespa, magari fino a Mondello, tappa
tipica di passeggiate e di mete alternative
alla scuola, e dove tutti noi continuiamo a recarci, ove possibile, durante quelle miti giornate primaverili, tra
l’azzurro del cielo ed il calore di un sole ancora non cocente. Mondello senza
cabine, in quei mesi, è tutta un’altra storia.
Giovani spensierati, ma anche
coraggiosi che si trovano a dover fare i conti con la morte, sia quella che può
riguardarli da vicino, in famiglia, sia quella che tocca la tua città, ma è
come se toccasse anche te; ricordiamo tra queste righe le figure di Padre Pino Puglisi, i giudici Falcone e
Borsellino, Pio La Torre, Salvo Lima… inoltre, si riflette insieme su cosa
rappresenti per noi la parola “mafia”, tra scirocco, rabbia e speranza. Ed
ancora, le diverse reazioni che ognuno di noi prova dinnanzi a qualcosa di così
forte… riuscendo anche ad immaginare, attraverso gli occhi sognanti di
Valentina, il dolore di una madre, la madre di Emanuela Loi, che apprende la triste notizia dal tg, da una terra
lontana, la Sardegna, che in quel momento si incrocia con la nostra martoriata
Sicilia.
Sabina Spera
L'autore Gianni Zichichi durante la presentazione a Spazio Cultura |