martedì 28 ottobre 2014

Pennac al teatro "Al Massimo"

ovvero giornalista domenicale a seguito di scrittore a corto di idee (alla Repubblica delle idee io c'ero)

Con grande orgoglio telematico il mio compagno da due anni, ha prenotato due poltrone a “al Massimo". Ma che danno? Di domenica mattina per giunta? una sorpresa per i francofili razza wwf: viene a trovarvi un certo Daniel Pennac può interessare? Mah! Abbiamo altre cose da fare forse? e vada per lui e quel nanetto tutto sorridente del direttore "repubblicano".
Non so cosa aspettarmi, ho un vago presentimento ma lo tengo per me, non voglio scoraggiare né deludere il mio caro Alfredo. Partiamo con relativo anticipo, per la nota destinazione.
Postomacchinatrafficolentezzadomenicaleesodofestivogiornatadanonperdere. Bene arriviamo i primi o forse appena i terzi, siamo davanti prima al cancello gigantesco poi alla vetrata custodita da hostesscuolaalberghieraservizioextra, ci fotografano pure, saremo sul notiziario stasera stessa, forse domani non dopo. Altrimenti a che serve lavorare  per la carta stampata? Guardo per avvistare mia nipote, aspirante giornalista, vorrebbe intrufolarsi per intervistare il noto scrittoreMalaussènecomeunromanzo diariodiscuola, e basta? Certo che no, ci regalerà il meglio di sé se non ci fosse quel direttore con le domande belle preparate e impostate, sembra il professore che si è dedicato tutto il sabato alla preparazione della lezione del lunedì, peccato che sia domenica e di prediche sono piene tutte le chiese, parrocchie, canoniche e monasteri vari. Niente da fare, la sindrome da professionista della parola è sempre in agguato. I primi a soffrirne sono gli insegnanti, poi i giornalisti e avvocati o viceversa, a seguire preti, venditori, logorroici cronici etc etc. Anche l'amico di Troisi potrebbe trovarsi bene in questo ambiente, in un teatro gremito di un pubblico silenzioso e attento. Tutto qui? Beh, a me dopo le prime due domande mi è venuto il dubbio atroce che Pennac abbia dimenticato quanto e cosa abbia scritto e il compitino del solerte supergiornalista sia quello di rammentargli "lei ha detto... lei ha scritto... lei ha pure aggiunto... Mi aspettavo che, alla fine, il caro ospite francese esplodesse in un "Mi ricordo tutto quello che ho potuto dire, affermare ma... possiamo parlare anche di qualcos'altro? O meglio "Monsieur Maurò on pourrait parler aussi des jeunes que vous connaissez dans la rue, dans votre travail, sont-ils maitres de quoi? De leur identité? Souverains de soi? du soidisant rien? Les élèves ne sont pas seulement enfants , les éleves c'est moi, toi, vous cher public attentif et silencieux, trop peut-etre, tous ceux qui veulent apprendre pas seulement ècouter les precheurs du dimanche.

L'ho solo immaginato ma va bene lo stesso.

Letizia Mineo