La Canestra di frutta il Caravaggio la pittò quando era giovane nel 1600, e cetto che la frutta è morta nel quadro! Si tratta di uno splendido dipinto, la natura morta più famosa dell'arte italiana. Ma come si fa, dico io a trovare bella una cosa morta! È come dire: che bello ci siccaru tutte cose, attributi e arte compresa. A me le piante che tengo al balcone mi durano solo tre giorni, ma dopo però mica risuscitano. Io ci parlo ma muoiono lo stesso, non lo so se si seccano perché ci dico un sacco di fesserie o perché a volte scordo di metterci l'acqua che ho un sacco di cose da fare. Non mi ricordo di spremere i limoni, dimentico di mangiare le mele che ci spunta il verme dentro e restano bacate nel mio canestro in cucina. E mi seccano tutte cose. Ma il quadro no, è natura morta da ammirare; su un fondo chiaro muoiono acini d'uva, mela tonda, limone, pesca e fichi rugosi, rametti arrunchiati intorno a foglie che si accartocciano: è natura morta. Evviva! E ogni tanto li alzo gli occhi al cielo e glielo chiedo al Signore: asciucami, ma solo perché "mi sono seccata" di sentirmi così viva. È faticoso, ve lo confesso.
La Canestra era incantevole sulle carte da 100 mila lire e ora ce la vedrei io in bella mostra, sul tavolo della mia cucina. Chiudo gli occhi per un attimo, diciamo giusto il tempo di mettermi nei vostri panni. Vedo un quadro diverso, un canestro pieno di roba dolce. Sopra un centrino a fantasia scozzese tanta frutta secca, castagne, noci, mandorle, tanti e tanti biscotti, tetù, catalani, taralle, reginelle, pane con l'uvetta passa, frutta martorana, castagne e "la pupaccena" di zucchero. La solita sognatrice: adesso la Canestra del Caravaggio si trasforma in "un cannistru", cesto che a Palermo si fa per i morti. Poi riapro gli occhi e vi dico: voi che non ci vedete avete un olfatto triplo, potete sentire l'odore di certe dolcezze e l'odore di cose ammuffite, andate a male; l'odore di marcio evapora, tipo al camposanto - avete presente tra le tredici e le quattordici che il sole batte, e sale l'odore di fiori marci e di cani morti dai tombini.
Voi che sentite cose così, beati voi, non trovate che il dipinto come lo sogno io è più attuale, in fondo sempre di "cose pi morti" si tratta; non credo che Caravaggio si secchi per questi pensieri che mi vengono e che ci ho canciato il contenuto alla sua Canestra.
Nina Tarantino