martedì 14 ottobre 2014

Letti per tutti: La punta della lingua


Sandro Camilleri, LA PUNTA DELLA LINGUA

pagine 213, brossura, Stordito editore, 2013.





L’ultima fatica di Sandro Camilleri (cugino di Andrea, prolifico scrittore di libri gialli, noir, di varia nature e genere, n.d.a.), un libro che appena finito di leggere si inizia a dimenticare, il lettore è costretto a prendere degli appunti a margine per non vanificare giorni di lettura ininterrotta.

“La punta della lingua”, un svagato e fuggevole noir - forse un giallo, non ricordo bene - di cui si ricorda poco, evidenzia un certo sforzo dell’autore e del protagonista, il solito ispettore Montalcino, nel ricordare i particolari del delitto.

L’ispettore formula domande imprecise, gli manca sempre qualche nome qualche luogo qualche data, ce li ha sulla punta della lingua, dimentica il nome del sospettato e lo scambia più volte con quello della vittima, quindi riceve risposte incoerenti vaghe e il caso procede male.


L’autore (Camilleri, però Sandro) a un certo punto diventa indisponente, costringe l’ispettore Montalcino a ricordare tutto, causandogli in testa una grande confusione, a pagina cinquantadue il romanzo si trasforma in una specie di miscellanea che elenca una serie infinita di date, di capitali di stati europei ed extraeuropei, le squadre di calcio che hanno vinto i mondiali e il nome di chi ha segnato i gol, i pesi e le misure delle varie parti del mondo.

Tale sfoggio di nozionismo da almanacco non fa bene al romanzo, Camilleri (Sandro) si vanta di sapere troppe cose, il lettore a un certo punto non lo sopporta più.

Per fortuna, a libro chiuso, la mente ritorna sgombra, pronta ad accogliere le informazioni quotidiane. Tutto è azzerato.

Anche stavolta Camilleri e il suo Montalcino ci hanno stupito e ci hanno lasciato come una statua di stucco.



Raimondo Quagliana per AAS Magazine