Sandro Camilleri, VIRGOLE A COLAZIONE
pagine 211, senza fissa brossura,
Stordito editore, 2015
L'ultima fatica di Sandro Camilleri
(stiamo parlando del cugino meno conosciuto dai più, ma in compenso molto
conosciuto tra i meno), una storia piena di virgole, tante virgole, che ne
bastavano la metà, quando si dice lo spreco, così tante virgole che si sarebbe
potuto scrivere un altro libro, con quelle virgole. Detto questo, c’è da
precisare che un libro non si può comporre soltanto di virgole, pur essendo a
corto di argomenti. Il nostro Camilleri (sempre Sandro) dopo l’uscita del suo
venticinquesimo capitolo della saga dell’ispettore Montalcino, sta
attraversando un periodo di crisi ispiratoria - non sappiamo se dovuta
all’eccesso di fumo o cos’altro - e ci chiediamo quale genio di editor gli abbia consigliato, di
iniziare intanto, a mettere delle virgole, poi si vedrà. Scorgiamo, forse, in tale
comportamento sconsiderato lo zampino sporco di marmellata dell’editore
Stordito. Pietro Stordito, editore storico di Sandro Camilleri (il cugino),
ultimo erede di una famiglia di stampatori tipografi, malcelatamente
incompetenti in fatto di libri gialli noir, amante compulsivo delle cappelle di
funghi alla griglia e degli oggetti scolpiti in pietra saponaria – se ne
realizzano di bellissimi, dice, su alcune isole dell’oceano Indiano.