lunedì 16 febbraio 2015

Letti per tutti: Una fine prematura


Sandro Camilleri, UNA FINE PREMATURA

pagine 219, brossura , Stordito editore, 2015.





L’ultima fatica di Sandro Camilleri (il cugino meno famoso di Andrea, n.d.a.) ci accompagna nell’atmosfera torbida che deriva da una situazione stagnante da mesi, gli indizi sono inconsistenti, sospesi tra le righe in un esasperante moto browniano.

L’ispettore Montalcino è sulle tracce di un presunto serial killer le cui vittime, tutte aspiranti suicide, vengono ritrovate vive, piene di buonumore e voglia di vivere. Questo fa imbufalire l’ispettore e il killer e ancora di più l’autore Camilleri (sempre Sandro), il quale non ha la minima idea di cosa stia succedendo.

Come crediamo di non avere mai detto, la musa ispiratrice del nostro Camilleri (il nostro sarebbe quello di nome Sandro, n.d.a.) è stata in questo caso specifico la sua governante, una signora di sessantadue anni che ogni mattina e ogni sera gli ricorda quanto sia stufa della vita grama che fa e gli enumera tutti i problemi di famiglia e di salute. Una tipa così, ha sempre pensato Camilleri (però Sandro), ma perché non si spara?


Infatti il killer protagonista del romanzo è stato incaricato di commettere gli omicidi proprio per evitare che le vittime facciano dei gesti inconsulti, suicidandosi. Montalcino, come succede spesso, non è stato informato, così il più delle volte si precipita sul luogo del misfatto e si trova di fronte una persona viva e vegeta che non ha nessuna intenzione di farla finita, questo perché la voglia di suicidio è un attimo, poi passa.

In un tale turbinio di eventi incontrollabili, si capisce che il Camilleri (Sandro, si è già detto) non riesce a mantenere il filo della storia dentro una logica ragionevole. Montalcino se ne rende conto, ogni libro di più, e non dovremmo dirlo, ma risulta da alcune indiscrezioni che abbia cominciato a inviare dei curricula un po’ dappertutto, ad altri autori e altri commissariati di polizia. Siamo in attesa di notizie.

Nel frattempo lasciamo che Montalcino continui la sua ricerca inutile di cadaveri e proseguiamo la lettura del libro di Camilleri (però Sandro), pagina dopo pagina.

L’autore non si smentisce e, dopo altri due o tre suicidi mancati, ci spiazza totalmente mettendo la parola Fine a pagina settantacinque, lasciando bianche tutte le centoquarantaquattro pagine che seguono e le facce dei lettori sul divano in fintapelle del loro soggiorno.

Davvero un gran colpo di genio autoriale, una soluzione inedita per un’esperienza che non si scorda facilmente, complice il coraggio dell’editore Stordito, a cui non manchiamo di porgere i nostri vivi complimenti. Aspettiamo entrambi con fatica alla presentazione della prossima ansia.



Raimondo Quagliana per AAS Magazine