domenica 1 febbraio 2015

Oltre l'arte

Ma quale oltre l’arte, oltre il caos direi!

Ore quattro e trenta pomeridiane, la mia amica ed io ci rechiamo presso il quarto piano della Mondadori di Palermo per partecipare all’evento “Oltre l’Arte”, concorso che vede impegnati artisti e loro rispettive opere di pittura, di scultura,  di poesia.

A gestire il tutto una folle in calzoncini corti, calze a rete, cappellino e una dizione e un lessico da paura, nel senso che metteva proprio paura il suo parlare per assenza di dizione e pochezza e povertà di vocabolario (mi pare che un “bellissimo” accompagnasse le cinque opere tra pittura e scultura selezionate).
Io mi chiedo chi può mai affidare un evento così importante a una cotanto debosciata?!
Debosciata nei modi, oserei dire rudi e grezzi, e nella poca dimestichezza nel trattare educatamente le persone che così tanto si sono esposte con i loro lavori.
Sconcertata anche dal presidente di sì apprezzabile evento che invitò, in maniera grossolana e spicciola, gli artisti a concludere poiché alle diciannove avrebbe avuto un altro impegno, infatti consegnò velocemente agli stessi un foglio con una specie di interpretazione e giudizio della loro opera, scritti da lui ma che lesse un altro elemento dello staff (forse la sola persona positiva all’ interno del gruppo degli organizzatori). 
Unico momento di silenzio, su richiesta della stessa, quando lesse la sua poesia la mia amica Adele Musso, ma dopo di nuovo il caos e una sfilza di “bellissimo”, ormai eco della folle debosciata, come solitario attributo anche per tutte le poesie in concorso.
Un ultima cosa: la Mondadori controlla coloro ai quali affida i propri ambienti?

Cose da turco

La cosa più bella della serata alla Mondadori è stato forse il momento in cui io e la mia amica Lucia siamo andate al bagno, pulito, accogliente, calmo, lontano da quel tourbillon più simile ad un minestrone andato a male che a un evento d'arte. Lirica, pittura, donne strizzate in abiti pseudo gattopardeschi che se facevano un passo malamente finivano tra le braccia di Onasiss con una esse in meno, la voce della Callas, un tizio che scambiò un'opera d'arte per un attaccapanni, e un pubblico che a causa del fortissimo riscaldamento pareva avvinazzato tanto le facce erano paonazze. Rispetto per chi si è messo in gioco, perchè gli artisti sono persone serie, chi crede di poterle manovrare è davvero poco serio, specie se le liquida con un: presto, presto dobbiamo accelerare! Ma cosa? Alla fine all'uscita ci siamo accorte che pioveva, cosa ci è rimasto di quel pomeriggio? Un ombrellino di tre euro colore arancio, il colore della armonia interiore, vendutoci da un simpaticissimo ragazzo indiano che parlava in palermitano stretto, il piacere di stare con una amica e la certezza che fare cultura è altro.

Lucia Immordino e Adele Musso