venerdì 6 febbraio 2015

Gaza

Gerusalemme deve l'origine del suo nome alla radice Ur che significa altura e saalem parola che sia in arabo che in ebraico (traslato di shalem shalom) è un saluto comune alle due etnie, araba ed ebrea,  e significa pace.  In questa terra la parola pace è un vero eufemismo. Da sempre considerata sotto il controllo internazionale, Gerusalemme est è stata dichiarata capitale dello Stato di Palestina.
Quest'ultimo è nei confini assegnati al popolo di etnia araba dall'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), dopo il secondo conflitto mondiale con la dichiarazione 191. Gli stessi confini sono stati via via arretrati e rimodellati nel corso della storia dai conflitti arabo-israeliani. I conflitti che hanno visto scontrarsi l'etnia degli ebrei, cresciuta dopo la migrazione avvenuta dopo il secondo conflitto mondiale, e gli abitanti autoctoni, i palestinesi per l'appunto di etnia araba. Ai conflitti arabo-israeliani hanno partecipato i paesi confinanti e in maggior misura Giordania, Egitto e Siria (guerra dei sei giorni, guerra del Kippur) per arginare la politica espansionistica israelita, e il problema dei profughi palestinesi prodotta dall'annessione selvaggia e crudele dei territori e che diviene in alcuni momenti una vera e propria pulizia etnica, il cui scopo è ed era da parte degli ebrei ampliare i confini e conquistare tutta la Palestina. I movimenti e le frange estremiste d'ambo due le parti hanno alimentato la guerriglia e gli attentati. Il Al-Fatah, l'OLP, da parte araba. Hamas è un partito politico che governa in modo autonomo la striscia di Gaza; è, dopo la morte di Arafat, la frangia meno moderata tra i palestinesi che vorrebbe uno stato di Palestina completamente islamico, auspicando che i residenti ebraici, per rimanere, dovrebbero convertirsi all'islamismo. Sono molto vicini a questa posizione molti stati arabi quali Iran, l'Arabia Saudita e altri paesi della penisola araba, ma soprattutto l'ISIS Stato islamico di Iraq e del Levante, il quale auspica l'espulsione degli ebrei. Il conflitto dura da 60 anni.

La diaspora ebrea

La diaspora del popolo ebreo nasce già con l'impero romano e con l'imperatore Tito, che, dopo l'ultimo conflitto in Palestina con gli ebrei, toglie loro la residenza a Gerusalemme, capitale del giudaismo, pur confinandoli ai territori circostanti. Anche il nome della provincia viene cambiato da Giudea in Siria Palestina (toponimo già presente sia presso i Greci che i Romani) e con il quale si intendeva il territorio a sud della Siria. Il toponimo Palestina deriva dalla trasposizione di Filistea (in arabo Filastin) ovvero territorio occupato dai Filistei, regione costiera conquistata dagli ebrei dopo la sconfitta di questi sotto Re Davide. Il nome assegnato alla provincia romana è un ulteriore scacco e motivo di umiliazione inflitto  agli ebrei da Tito,  privandoli del nome che identifica la loro terra e al tempo stesso derivandolo dal nome di un popolo da essi stessi sconfitto.




video di Gaza 2008 quihttp://youtu.be/DSzn7XLLM7c
La storia recente del popolo ebreo, dalla Shoah, dall'Olocausto, del popolo eletto che torna alla sua Terra Promessa, contiene tutti gli ingredienti e i presupposti a rendere comprensibile la guerra che devasta questo territorio e queste etnie. Dall'altra la invasione di terre occupate da secoli ormai dagli arabi, la illegittimità delle disposizioni ONU (secondo i palestinesi) ai confini decisi per i due stati indipendenti, il conflitto tenuto aperto dagli stessi che non accettano tale suddivisione, determinano le condizioni a che il territorio assegnato agli arabi venga continuamente assottigliato sotto gli attacchi israeliti. Non essendosi i palestinesi costituiti in Stato indipendente, accettando la divisione ONU (la nota 191 del 1948), hanno mantenuto aperta una guerra e un conflitto secondo il quale ai vincitori spettano le terre conquistate. Israele non riconosce lo stato di Palestina costituitosi nel 1988 con il capo dell'OLP Yaser Arafat. Grazie alla buona volontà sua e di Rabin, capo di Israele - fino a quando una frangia di estrema destra israelita non lo uccide -, molto cammino viene fatto verso la distensione, coinvolgendo le forze internazionali e l'ONU. I pochi che ancora non riconoscono l'indipendenza della stato Indipendente di Palestina sono Stati Uniti, Australia, Germania, Regno Unito, Canada. Le tregue e la sospensione delle ostilità hanno risuonato dai nostri telegiornali per decenni. La guerra continua.
La striscia di Gaza, territorio sul mare, isolato dai restanti territori arabi denominati West Bank attorno a Gerusalemme e che continuamente sono sotto l'annessione, sfacciatamente illegale di Israele (visto che l'ONU ha riconosciuto la Palestina come Stato Osservatore, non ancora come Stato facente parte le Nazioni Unite, ultima votazione il 30 dicembre 2014, su richiesta della Giordania, andata male per un solo voto), dapprima si dichiara indipendente sotto la guida di Hamas, poi rientra nella ANP (Autorità Nazionale Palestina che controlla i territori rientrati ai palestinesi nel processo di pace avviato da Arafat). Da qui muove un movimento estremista e fondamentalista, il partito di Hamas è vicino ai Fratelli Musulmani.
Aree moderate da una parte e dall'altra vorrebbero la pace, due stati indipendenti, un unico stato ad etnia multipla, l'offensiva è atroce:
Solo due ricordi.
 1
La strage nei campi profughi palestinesi in Libano, a Sabra e  Shatila, avvenuta nel 1982. Operazione chiamata Pace in Galilea. Invaso il Libano spingendosi fino a Beirut, ad opera del Maronita cristiano libanese Elie Hobeika e delle sue truppe filo-israeliane, nei campi profughi palestinesi al confine, vennero massacrati da 800 a 1000  civili. In questa operazione l'inerzia avuta delle forze israelite, che dovevono vigilare sui campi profughi, li rese complici. L' ONU avviò un'inchiesta collaterale per fare luce sugli allontanamenti dei palestinesi dalle loro terre e il ruolo dell'esercito israelita. Israele dovette istituire una Corte Suprema di Giustizia e far dimettere tutto lo Stato Maggiore delle forze militari coinvolte.



2
L'operazione chiamata Piombo Fuso a dicembre 2008, portata avanti dagli israeliti fino a gennaio 2009, disponendo il blocco aereo, navale, e di terra degli aiuti umanitari alla striscia di Gaza, l'invasione e l'attacco di terra e aria della striscia di Gaza, l'uso di armi al fosforo bianco, la devastazione di una scuola protetta dall'ONU e di sedi ONU per i rifugiati, ospedali, obiettivi civili... L'inosservanza delle disposizione ONU ai fini della sicurezza dei civili... E tanto altro ancora, come il farsi scudo di civili nell'addenrarsi nelle aree sede di guerriglia. L'ONU ha disposto una commissione ispettiva, il cui rapporto  Goldstone ammette i crimini di Israele.
I missili di Hamas continuano tra una tregua e l'altra a partire verso Israele, la quale ancora ora (gennaio 2015) continua ad invadere con un'edilizia favorevole a coloni israeliti,                                                                    Gerusalemme est palestinese.
                                                                   
Il mondo resta a guardare. I jahdisti no.
                                                                  





 Fosforo bianco per le strade di Gaza.





Sposa Bambina di Ivan Graziani
in "una terra ancora straniera" e "un ragazzo di guerra della sua stessa patria ma non della sua stessa terra"...

La sposa bambina 

di quattordici appena,
cioccolatina,
in una terra ancora straniera
guarda la pioggia
che si fa più fredda e neve
diventerà.

E non è il leone, oh no,
né i tetti d'oro d'Israele
a segnarle il cuore,
il suo cuore di bambina
ma un ragazzo di guerra
della sua stessa patria
ma non della sua stessa terra.

Ma lei
questa notte andrà a cantare
per lui
in chiesa fra le candele accese
e il canto
salirà come una preghiera:
"Perdonalo se puoi
se lui ucciderà
se si difenderà
laggiù, se si difenderà laggiù..."

E la luna e la stella
a spiare questa notte
la sposa bambina, bella,
cioccolatina sopra il monte
che come Giulietta
vorrebbe smetterla, farla finita
ma guarda un piccolo abete
soffocato dalla neve
gli scoglie la chioma teneramente
lo libera dalle catene
perché come un bambino
il bambino che le cresce dentro,
anche lui vivrà.

E il muro,
ogni muro sarà un deserto
e il pianto,
diventerà un mare azzurro e aperto
e il canto,
salirà come una preghiera:
"Perdonalo se puoi,
se lui ucciderà
se si difenderà laggiù, se si difenderà laggiù."

(Clotilde Alizzi)