Alla notizia di poter partecipare ad una giornata dedicata ai libri mi esaltai molto e decisi istantaneamente di partecipare al ''Sabir Festival'' occupandomi della catalogazione e vendita dei libri. Nei primi due giorni incontrai le organizzatrici Elisa, Anita e Caterina. Erano persone gentili e frettolose a causa dell'intera organizzazione che richiedeva un gran da farsi. Chi meglio di me poteva rispondere a questa frenesia? Forse tutti i Sabirici! Insieme alle mie compagne abbiamo iniziato a conoscere le case editrici portando qualche pacco da una parte all'altra, aprendoli, chiudendoli, lamentandoci e infine bevendo una quantità smisurata di acqua, la vera forza. ''THE SHOW MUST GO ON''. Mi aprii al mondo dei bambini, stupendomi del fatto come ancora oggi ci sia speranza per il futuro. Al fatidico giorno di apertura ho avuto la possibilità di assistere a due incontri: Messina e la sua storia e l'Italia così tristemente economica, apprezzando come la gente incominci a nutrire curiosità e interesse alla questioni che più da vicino ci riguardano, forse abbozzando l'illusione di poter migliorare questo Paese. Un'altra vicenda trovai particolare, se non strana: una casa editrice, Apertura a Strappo, a cui oggi scrivo, che avevo notato tra il passeggio della gente e le soste. Mi chiesi cosa interessasse così tanto la gente da fermare il tempo, chi sorrideva, chi rimaneva letteralmente estasiato come una sorta di brio. Decisi di avvicinarmi cosi da sentire recitar poesie in una lingua familiare ma sconosciuta, storie maledette di donne vendicatrici e del nostro meraviglioso mare. Tre cantori esaltavano ogni parola, accento e gesto, con la naturalezza medievale capace di conquistare anche l'aristocratico più diffidente. Questo incontro tra culture, durato una settimana mi ha riempito di fatica, lamenti, sacrifici, ridarelle, foto, compagnia, incontri, sguardi, sorrisi, parole, fatti, sogni e una certa magia che solo un intero libro può contenere.
Barbara Arena (Sabirica)