giovedì 19 febbraio 2015

A Bagheria con gli Scout per parlare di trattativa Stato-Mafia



Sabato 21 febbraio, ore 21.30 in piazza Sepolcro, Bagheria (PA)

Di trattativa Stato-Mafia non si parla mai abbastanza, anzi, c'è un interesse strisciante a non voler prendere l'argomento. 
Questa volta l'accusa di omertà non è rivolta alla gente delle borgate che non vede non sente non parla.
I nomi sono altri: Giuseppe Pignatone, Alberto Cisterna.
Estrapolo da un interrogatorio in aula:


Pignatoneammesso che io non so a cosa allude questo riferimento a Provenzano.

Cisterna: vedremo!

Dietro queste battute c'è un argomento forte, la resa di Provenzano: tra il 2003 e il 2004 un commercialista romano si presenta alla Direzione Nazionale Antimafia, si rivolge al procuratore Pier Luigi Vigna e offre il pentimento di Bernardo Provenzano secondo le seguenti condizioni:
1. Due milioni di euro
2. Trenta giorni di tempo prima che si sappia del pentimento
3. Che i giudici non siano siciliani
E intanto alla DNA Vigna va via, quando il commercialista romano si presenta, trova il nuovo procuratore, Pietro Grasso.
Pietro Grasso ritiene che il commercialista sia un truffaldino e la resa sfuma.
Cisterna ai tempi era vice di Vigna, e lo fu anche di Grasso.
Pignatone, grande sostenitore di Grasso, invece vanta la cattura di Provenzano.
Cisterna sostiene che il commercialista non era un truffaldino (e in ogni caso i due milioni non sarebbero stati consegnati se non dopo la resa).
I soldi destinati a Provenzano furono utilizzati per pagare quei talebani che avevano sequestrato, in Iraq, i quattro mercenari.
Nel 2004 i tempi non erano maturi, Provenzano ancora meritava di restare in giro, poi no.

Nino Giuffrè su Provenzano: "All'interno di Cosa Nostra serpeggiava una voce, c'erano sospetti: alcune persone mettevano in dubbio l'integrità di Provenzano, come se fosse stato confidente dei carabinieri. Voci che agli inizi degli anni '90 circolavano negli ambienti mafiosi di Catania, provenivano dai Mazzei, da Eugenio Galea, uomo di Nitto Santapaola, ma anche tra i palermitani, come Pietro Aglieri, Carlo Greco e Domenico e Raffaele Ganci. Su questo fatto c'era uno scambio di pensieri..Provenzano mi ha chiesto più di una volta se io credevo in questa voce. Ho detto di no, che non ci credevo". 
A sabato!
AAS