CONVEGNO SCOUT
Confronto aperto. Grande
curiosità. Tutti attenti. Tanti giovani. Il bisogno di questo confronto è
diventato urgente. Fermenti e minacce attuali ci impongono la necessità di
capire se è possibile creare un' intesa tra il Cristianesimo e L'Islam. È
possibile costruire un ponte tra questi due grandi movimenti religiosi?
Esistono correnti di pensiero discordanti e diametralmente opposte. All'interno
dell'Islam stesso si snodano movimenti contrastanti: una corrente moderata e
un'altra terroristica che ritiene impossibile aprire ogni forma di dialogo. L'incontro
è interessante, si parte dal concetto dell' Informazione. L'informazione crea
conoscenza, rielaborazione, trasmette coraggio e da qui comincia il
cambiamento.
Luigi Perollo, direttore di TRM |
Giorgio D'Amato sottolinea il
fatto che a Bagheria non si rielabora, anzi è uso comune mettere le balate, per
impedire alla fogna di fare uscire il cattivo odore. Parlare di mafia a
Bagheria non è semplice, molte informazioni non vengono trasmesse. La mafia ha
cambiato volto, anche il modo di chiedere il pizzo è cambiato, si risolve
attraverso mancati pagamenti di prestazioni professionali (al momento di
incassare il mafioso di turno dice n' amu
visto). La discussione continua, si parla dell'uccisione di Salvo Lima,
delle stragi di Borsellino, Falcone, della trattativa Stato-Mafia, del Maxi
Processo. Si chiarisce che la trattativa nacque dopo la sentenza della
Cassazione che aveva confermato le condanne del Maxi Processo. La mafia dovette
reagire. La trattativa nacque perché alcuni politici siciliani ebbero paura di
essere le prossime vittime e cercarono di creare contatti. Discussione accesa.
Attenzione generale.
Imam di Palermo |
Vabbè, verità sacrosanta, ma a
che serve dirlo? Manco se diventare musulmano significasse imbrattarsi.
E poi, dirlo davanti all’Iman, in
un momento in cui si vuol creare un
dialogo, pare quantomeno inopportuno.
La parola all' Imam. Si chiama
Mustafà e viene dal Marocco. Ci parla di libertà e pace, solidarietà e
giustizia. Ti giuro che non faccio male a
nessuno, dice così e alza il Corano (un libro dalla copertina nera) e dice
che questo è stato scritto per la pace, ognuno dei suoi 7767 versetti. Tutti i
124.000 profeti hanno riportato lo stesso messaggio di pace ( nel passato, nel
presente e nel futuro ). Afferma che l'Islam è contro le guerre e ogni forma di
violenza. Ci dice che l' Isis non c'entra con l' Islam. Riflettiamo e
ascoltiamo. Interviene ancora don Antonio che ci ricorda che non ci può essere
conoscenza di Dio senza conoscenza dell'altro. La violenza esercitata in nome
di Dio è offesa contro di lui, contro l'uomo stesso. E se Dio fosse contro la
religione? Il Cristianesimo non è una religione è un messaggio da vivere. È
amore. Belle parole.
Durante l'incontro don Antonio Todaro ricorda il poeta Ignazio Buttitta: - L' odio è analfabeta, e scrive
pagine di sangue sgrammaticato. Gli ospiti terminano il loro dibattito. Cominciano
le domande. Sagaci e stimolanti.
Una signora - che proprio non se la può tenere - chiede all'Imam della parità uomo donna, della violazione dei diritti umani nel mondo islamico - fortunatamente dal pubblico scout qualcuno le ricorda le Crociate.
Si aprono scambi caldi di battute che ripercorrono i soliti cliché, tra adulti schierati non ci sono possibilità di dialogo se non arroccarsi nelle solite posizioni. I ragazzi scout no, molti guardano inorriditi, loro alle contrapposizioni sembrano non crederci. Meno male.
ISIS
di Emanuele Scaduto
La nascita del movimento terroristico risale all’anno 2004, dapprima affiliato con al Al-Qaeda, poi suo principale concorrente nella scena del jihad offensivo planetario. Si distacca da Al-Qaeda nel Febbraio 2014 per prendere parte ad un’operazione volta a conquistare califfati sparsi sul territorio Iracheno e Siriano. A capo dell’organizzazione spicca la figura di Abu Bakr al-Baghdadi, autoproclamatosi califfo nel 2010. Il loro principale obiettivo è quello di ricreare le condizioni per un Islam puro, appoggiato dalla violenza religiosa e dall’eliminazione degli apostati sul territorio del levante. Negli ultimi sei mesi, intensifica la sua propaganda, arrivando a formare un esercito di sessantamila uomini provvisti di fucili d’assalto e artiglieria pesante. Il movimento si espande in maniera esponenziale grazie ai bottini di guerra nelle città limitrofe e ad un sostenuto commercio petrolifero, che permette ai comandanti di organizzare e spostare facilmente sul territorio l’equivalente di tre milioni di dollari al giorno. Le brutali uccisioni di cui sono protagonisti fronteggiano la rabbia e la disperazione di quelli che della religione hanno fatto un tempio della pace tra i popoli. L’unica domanda a cui non possiamo dare una risposta è la seguente: quanta gente dovrà ancora pagare con la vita?
Liberi tutti! è stato organizzato da AGESCI - Zona Eleuterio
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