C’è la guerra in Ucraina
Da dieci mesi in Europa c’è una nuova guerra, è la guerra fra i “ separatisti filosovietici” e l’esercito ucraino.
Apparentemente questa guerra sembra nata da ragioni inverse da quelle che portarono al conflitto in Yugoslavia nel 1992, questo dovremmo considerarlo ancora quel dopoguerra.
Quando la Serbia, governata da Milosevic, diede fuoco ai cannoni, nell’inutile tentativo di ristabilire l’integrità territoriale della Yugoslavia, dopo che la Slovenia, la Croazia, la Macedonia e la Bosnia- Herzégovinia, avevano proclamato la loro indipendenza. Ma mentre allora si voleva uscire dall’egemonia russa, ora alcune regioni dell’Ucraina chiedono di tornarci, tanto da proclamare, dopo alcune settimane di scontri ed attentati, le due città di Donetsk e Lugansk repubbliche indipendenti, radicando il conflitto e tirando in campo la Comunità Europea e la Nato.
Sono anni di crisi economica in Europa e, mentre ancora non si è stabilizzato l’assetto europeo dopo la caduta del muro di Berlino e dell’Unione sovietica, sono in tanti quelli che sperano di riallacciare rapporti economici e politici con la Russia che si mostra più promettente dell’Europa, che con il suo sistema economico anticrisi si scopre più avida, indifferente, cinica e antidemocratica di quello che si era immaginato. La ragione fondamentale di mantenere l’unità in un paese come l’Europa non è attualmente, e forse non lo è mai stata, di natura sentimentale. E chi sa se anche gli ucraini o i serbi hanno racconti come “ la piccola Vedetta lombarda” che noi da bambini leggevamo a scuola!
E’ certo che la Russia non ha rinunciato del tutto ad esercitare una qualche influenza su quei territori.
La parte decisiva di questa vicenda scaturisce nel novembre del 2013, dalla decisione del nuovo eletto presidente ucraino filorusso di allentare i rapporti con l’Unione Europea e di rafforzare invece i rapporti economici e politici con la Russia. Allora ritornarono le proteste che si erano viste a Kiev già nel 2004 quando, nelle piazze di quella città, ci furono le manifestazioni della “rivoluzione arancione” contro lo stesso (che allora però si dimise) per chiedere di non abbandonare i piani di avvicinamento all’Ue e al suo mercato.
Il conflitto ucraino tra separatisti filorussi e governativi da alcune settimane cresce giorno dopo giorno. Passate le manifestazioni di piazza, ora è il tempo degli attentati, delle sommosse, delle stragi. Sono passati dallo schermo televisivo le immagini di alcuni attentati; sono morti 30 persone, due bambini, nella città portuale di Mariupol. Il giorno dopo invece i morti sono 12 persone, e poi un centinaio. Ora non si contano più. I morti sono per le strade e dentro le case. Il governo di Kiev accusa Mosca e i separatisti. La città di Donetsk è stata bombardata. L'Ue ha predisposto delle sanzioni economiche per Mosca che viene accusata di voler destabilizzare l’Ucraina… Mosca teme l’isolamento, e la Nato "supporta le sanzioni economiche" della Ue alla Russia.
La crisi ucraina ci ha fatto fare un balzo indietro. E abbiamo capito, ancora meglio - se ce ne fosse stato bisogno - il perché si facciano le guerre; come comunisti e musulmani, fascisti, democratici, minoranze etniche, improvvisamente scoprano di odiarsi e di volersi annientare, sotto gli occhi indifferenti e cinici di tutti. Di chi si limita a guardare da lontano e, magari, manda armi alla fazione di cui opportunamente fa il tifo. Abbiamo capito perché si sacrifichino essere umani inermi, si distruggano città*, ora e sempre. Dunque, bando all’ipocrisia! Questo schierarci da una parte o dall’altra non ha senso! Schierarsi dalla parte della “democrazia” non basta a darci ragione! - E bando al cinismo con cui assistiamo senza sentirci coinvolti!
L’intento, dunque, non è quello di farvi il resoconto delle tappe di questo nuovo conflitto fra Russia ed Occidente – perché sarebbe comunque sempre qualcosa di ben lontano dall’essere testimonianza e documento di quello che sta realmente accadendo. E forse non bastano neppure le immagini che in questi giorni sono passati dai nostri schermi per dirci tutto (carovane di persone che si spostano sulla neve, vecchi e bambini infagottati, sfollati, alla ricerca di un rifugio per sfuggire ai bombardamenti, persone sotterrate nei basamenti delle case ormai devastate).
Mentre scrivo vengo a sapere che c’è stato un vertice dei Ministri della Nato ed è stato dichiarato che si cercherà di mediare con mezzi diplomatici. Pare che siano stati abbandonati i toni duri, di sfida di qualche giorno fa, quando gli Stati Uniti minacciavano di mandare armi agli Ucraini, - ma i separatisti dicono di avere raccolto i resti di proiettili e di bombe di fattura americana già nei giorni scorsi. D'altronde la Russia è stata accusata di aver rifornito di armi i ribelli filorussi anche prima.
Eppure, di documenti avremmo bisogno, perché la Storia venisse scritta nella sua interezza; senza che si facciano sconti a nessuno, neppure a chi - alla fine decideremo - avranno più ragioni da rivendicare, e da condividere con il nostro modo di pensare, con il nostro modo di usare e fare il denaro, con la nostra cultura, e perfino con il nostro colore della pelle.
Per finire, voglio inserire nelle nostre considerazioni, una testimonianza giornalistica di opposta provenienza da quelle da tempo diffuse in abbondanza negli schermi e nei giornali; è la testimonianza di Giulietto Chiesa che ci racconta, con un altro punto di vista, le manifestazioni di piazza che sono avvenute prima che il conflitto arrivasse al punto in cui è arrivato in questi giorni, prima che divenisse Guerra:
- In realtà gli italiani non sanno quasi nulla. La stampa e la comunicazione italiana non hanno mai avuto nella mia storia di giornalista una tale attitudine alla menzogna e all’oscuramento dei fatti. Mai visto un atteggiamento simile, nemmeno ai tempi della guerra fredda! In realtà negli ultimi 25 giorni l’Ucraina è praticamente sparita dalle pagine dei giornali e dalle televisioni. Perché questo silenzio? Semplicemente è il silenzio di chi ha la coscienza sporca. Tutta la storia dell’Euromaidan è stata raccontata in un modo scandaloso, attraverso una serie di trucchi, secondo cui le persone in piazza erano il popolo ucraino, invece sappiamo che si trattava di una sua parte. Si è detto che si trattava di dimostranti pacifici, mentre si vedeva l’opposto. Tutti i telegiornali italiani non hanno mostrato le immagini di euromaidan, che ha visto il pubblico russo. L’episodio più scandaloso a mio avviso di collettiva censura è la tragedia di Odessa.
( Nella strage di Odessa hanno perso la vita 46 persone, il 2 maggio del 2014 nell'incendio della sede dei sindacati a Odessa, sul Mar Nero, quarta città ucraina con un milione di abitanti con una plurisecolare storia di convivenza multirazziale e multiculturale che ha alternato luminosi risultati nelle arti a momenti bui, come i pogrom ottocenteschi e i massacri antisemiti dei nazisti.) Al pubblico italiano questo caso non è stato né spiegato né mostrato. Noi abbiamo una gigantesca quantità di dati e fotografie di fonte russa, le quali dimostrano che si è trattato di un vero e proprio assassinio di massa, le persone venivano uccise una ad una. Sono state sparate in faccia, bruciate in modo selettivo, perché non si muore in un incendio bruciando testa e mani di una persona e lasciando intatti i pantaloni e le scarpe. Dentro l’edificio della casa dei sindacati c’è stata una mattanza organizzata da un gruppo di assassini, inviati là dentro per uccidere. Nelle immagini si vedono simboli del “settore destro” che spara dall’esterno. Ma nessun italiano ha potuto vedere nei media queste immagini.
Rosa La Camera
*Facendo una ricerca sulla mia città, a circa due secoli dalla sua fondazione (c’è voluto più di tanto per rinascere, riflettevo..) , tempo fa ho fatto una scoperta; da alcuni resti archeologici ritrovati (sarcofagi antropoidi di origine semitica, manufatti) nelle vicinanze, nelle località di Pizzo Cannita e Cozzo Porcara sorgevano due città semitiche (Paropo e Ancira). Pare che fossero abitate da popolazioni fenicio-puniche e che, presumibilmente, sono state saccheggiate e rase al suolo da Dionisio di Siracusa nel 397 nel suo vano tentativo di impossessarsi e di dominare l’intera isola.
Mentre leggevo quelle note mi sono venute alla mente alcune immagini di quelle guerre, rese vivide e realistiche in un romanzo che avevo letto e che non ho dimenticato. Parlavano di città che conoscevo bene e dei suoi abitanti. Lo scrittore in quel libro, sicuramente meglio di quanto possa fare un resoconto giornalistico, descriveva ed evocava le città messe a fuoco, lo sterminio dei suoi abitanti, la cattura e gli abusi sulle donne messe poi in schiavitù. Poco o niente nei libri di scuola ci era stato detto di questi fatti; sappiamo che si limitavano a raccontare di trattati firmati, di accordi politici, di spartizioni di territori, di eroi protagonisti; l’essenziale, invece ci viene, se siamo fortunati, appena accennato o addirittura taciuto.